Kawasaki, Rea: "Oggi non è stato possibile ripetere i tempi del test"
Il campione nordirlandese ha comunque già definito il pacchetto moto-gomme per la gara. Per Sykes invece ancora dubbi.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Dopo il test di due settimane fa Jonathan Rea era convinto di poter replicare con abbastanza facilità i tempi fatti segnare. L’1’34” basso si è rivelato invece una chimera, ma questo non ha destabilizzato il due volte campione del mondo che, a parte il piccolo problema lamentato ad inizio FP1, che lo ha costretto a rientrare ai box, tutto è filato via liscio come olio, come quella sensazione di “greasy”, che gergalmente potremmo chiamare di “unto” della pista che ha condizionato abbastanza le prestazioni cronometriche.
“in effetti la prima sensazione che ho avuto è che la pista fosse maggiormente scivolosa rispetto a due settimane fa, quando abbiamo svolto i test – racconta Rea -. Non una enorme differenza ma allora ero stato in grado di girare sull’1’34” con abbastanza facilità per più giri, cosa che oggi non è stato possibile ripetere. Per fortuna la moto lavora bene anche con minor grip, e questo è il dato più importante”.
Come tradizione di metodologia di lavoro, il primo turno è servito per valutare alcune soluzioni già testate e per provi gli opportuni rimedi, con il pomeriggio dedicato alla ricerca della miglior prestazione, sia in ottica Superpole che gara.
“Il turno della mattina lo abbiamo dedicato a provare ulteriormente tutte quelle modifiche che ci avevano dato risposte positive nei test – spiega il due volte campione del mondo -. In quello del pomeriggio abbiamo poi deciso di cambiare un po’ il davanti della moto, per cercare di avere maggiore confidenza in frenata ed entrata di curva. Alla fine della giornata posso dire che il pacchetto moto-gomme lo abbiamo definito, così domani nella FP3 potremmo dedicarci alla simulazione gara”.
Meno chiara la situazione di Tom Sykes, soprattutto a livello di set-up generale, E nel finale c’è stata anche una scivolata, per fortuna senza conseguenze.
“Sicuramente la pista era meno performante, però almeno è stata costante nel suo rendimento, anche con le temperature più calde del pomeriggio. Nella seconda sessione abbiamo provato cose diverse rispetto al set-up dei test ma non è che mi abbiano soddisfatto quindi ritorneremo alle soluzioni precedenti che ci danno più sicurezza. Quanto alla caduta, ho cercato di impostare la solita traiettoria ma sono finito leggermente largo e mi si è chiuso il davanti. Una piccola scivolata, sono a posto”.
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