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Esclusivo: Lombardi parla del motore Aprilia RSV4

Il papà del quattro cilindri a V di 65 gradi di Noale spieg i segreti del motore di Biaggi

Dietro ai successi di Max Biaggi con l'Aprilia RSV4 in Superbike si nasconde il lavoro di un uomo che ha lasciato da settembre la Casa di Noale, avendo portato a compimento il suo ciclo. Si tratta dell'ingegner Claudio Lombardi, piemontese, 68 anni compiuti, che per quanto sia in età da pensione ha voluto rimanere come consulente. La storia di Lombardi si intraccia con quella di Lancia nel mondiale rally, Ferrari in Formula 1, Alfa Romeo in F. Indy e turismo. Motorista sopraffino ha sviluppato anche doti di manager visto che ha diretto sia l'Alfa Corse che la Gestione Sportiva della Ferrari. Chiusa l'esperienza nelle quattro ruote con tanti successi importanti, si è poi fatto tentare dal mondo inesplorato delle moto, chiamato da Ivano Beggio, titolare dell'Aprilia e Jan Witteveen, responsabile del reparto corse di Noale, per collaborare al progetto di un motore quattro tempi per la Moto Gp. “L'Aprilia aveva una tradizione di motori due tempi – racconta Lombardi – per cui avevano bisogno di un tecnico che conoscesse la filosofia del quattro tempi. L'idea mi era piaciuta per cui andai a Noale per sviluppare il tre cilindri per la Moto Gp: realizzammo un motore innovativo con molte soluzioni interessanti come il controllo delle valvole con il sistema pneumatico o le trombette mobili”. L'Aprilia non era ancora matura a produrre in proprio un propulsore così avanzato e la costruzione era frutto di una collaborazione con l'inglese Cosworth. L'elettronica non era ancora così sofisticata come oggi, per cui la Cube nella Moto Gp 2002 e 2003 si rivelò potentissima, ma con un'erogazione dei cavalli troppo brutale. Con l'arrivo di Roberto Colaninno al vertice della Gruppo Piaggio è cambiata anche la strategia dell'Aprilia: “Mi è stato affidato il compito di convertire un gruppo di persone molto preparate e capaci - prosegue Lombardi – abituate a vincere ovunque nei due tempi a riconvertirsi alla filosofia del quattro tempi. L'obiettivo non era esternalizzare progetti e produzione, ma appropriarsi di tutto per fare ogni cosa in casa”. Non era tanto una questione puramente tecnica, ma di formazione delle persone, di metodo di lavoro: “E devo dire che in Aprilia ci sono persone molto motivate e capaci – prosegue Lombardi – che mi hanno seguito. La sfida era produrre la RSV4, metterla in vendita e farla correre in Superbike. Anche per me la sfida di industrializzare una moto che avrebbe corso era un tema nuovo, con problematiche di progetto e di costi molto vincolanti”. Nel settembre 2005 avete deciso di costruire un quattro cilndri a V di 65 gradi, un'architettura insolita per le moto... “E' vero avevamo bisogno di un motore stretto e corto con il minore ingombro longitudinale rispetto ad un V di 90 gradi, per montare un forcellone posteriore più lungo. Abbiamo cercato di concentrare la massa vicino al baricentro per avere ridotti momenti di inerzia e la V di 65 gradi ci ha permesso di avere un miglior andamento dei condotti di aspirazione e quindi un migliore rendimento volumetrico”. Non è un segreto se si dice che la base del 4 cilindri Aprilia è stato il 12 cilindri Ferrari di F.1... “No, affatto ma sono stati fatti passi da gigante da allora sia nei materiali che nella gestione elettronica. Per spegnere le vibrazioni abbiamo adottato un contralbero: ora ne abbiamo meno del 4 cilindri in linea e anche gli sviluppatori sono su cuscinetti a sfera”. Anche la distribuzione ha soluzioni interessanti... “C'è il sistema cam-to-cam: la catena aziona il solo albero a camme di aspirazione che trasmette il moto a quello di scarico attraverso una coppia di ingranaggi centrale. Dalle ultime gare la catena è stata sostituita dalla cascata di ingranaggi: è un sistema più rigido che limita la caduta dei giri nel cambio marcia. Le testate grazie al cam-to-cam sono molto compatte nella zona di passaggio delle travi del telaio e quindi gli ingombri ottenuti sono simili a quelli delle bicilindriche di pari cilindrata”. Fra le particolarità ci sono il doppio iniettore e le trombette di aspirazione mobili... “C'è un doppio iniettore per cilindro: uno a valle della farfalla per ottenere una buona guidabilità grazie alla sua vicinanza alla valvola di aspirazione e uno nell'airbox che entra in funzione ai regimi più elevati, permettendo una più elevata polverizzazione e vaporizzazione della benzina con un aumento della potenza erogata. Riguardo alle trombette sono a lunghezza variabile grazie alla gestione elettronica: il condotto è lungo per i regimi medio-bassi, mentre è corto per quelli più alti”. Vi accusano di aver costruito una Moto Gp e di farla correre in Sbk... “Abbiamo imposto un salto generazionale nel concepimento dei motori quattro tempi, ma la moto è commercializzata: si può comprare. Anzi direi che è un successo considerato il difficile momento economico dovuto alla crisi. Risolvere i problemi legati allo scarico che deve confluire in un catalizzatore non è tema semplice, quando si ha a che fare con un propulsore da 200 cv/litro”. Chi è l'erede di Claudio Lombardi in Aprilia? “Gigi Dall'Igna è il responsabile tecnico: è molto preparato e capace. Per lui parlano i risultati che Biaggi sta ottenendo nel mondiale Superbike. Avevo lavorato bene con Mario Manganelli, ma non sono io che delineo le gerarchie della squadra”. Vedremo un'Aprilia in Moto Gp? “Non lo so, certo che mi piacerebbe molto. Posso dire che ora a Noale c'è il know-how per affrontare la Moto Gp con il motore mille senza aver alcun timore della concorrenza per avendo meno risorse di certi colossi. E qui mi fermo...”. Misano chiama: siamo alla vigilia del secondo appuntamento italiano della Superbike. Lombardi si fa da parte. Basta parole, ora contano i fatti...

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