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Davies: “Rea non ha visto il meglio di me, abbiamo il potenziale per avvicinarci”

Quinto al traguardo, Davies non riesce a fermare il dominio di Rea, ma rinnova la sfida per il prossimo anno. Melandri è sesto ed in attesa di sicurezze sul futuro, che spera di poter delineare domani

Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team

Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team

Magny-Cours è ancora una volta territorio di Jonathan Rea: il Campione in carica si è riconfermato questo pomeriggio al termine di Gara 1, portando a casa vittoria e titolo mondiale, il quarto consecutivo. Nessuno è riuscito a fermarlo, l’unico che poteva mettere un freno al dominio del pilota Kawasaki era Chaz Davies.

Ma il gallese della Ducati non è andato oltre la quinta posizione, accusando 10 secondi di ritardo dal primo rivale in campionato e vincitore della gara. Davies nulla ha potuto contro lo strapotere di Rea, è ancora convalescente dopo l’infortunio ed in questa prima manche ha incontrato qualche difficoltà in sella alla Panigale R: “La spalla non mi fa molto male, solo un pochino. Ma il problema principale è stato con la moto. Certo, non ero in condizioni ottimali, ma in frenata sprecavo troppe energie”.

“Per domani l’idea è di cambiare il setting della moto affinché possa conservare meglio le energie”, continua Davies parlando anche della strategia in vista di Gara 2, che inizierà dalla prima fila. “A fine gara non è il problema principale, ma sicuramente dobbiamo migliorare qualcosa. Oggi non avevo strategie e domani sarà la stessa cosa. Sarò davanti e cercherò di partire bene senza tattiche”.  

Non mancano i complimenti al neo Campione del mondo, che anche quest’anno è riuscito ad avere la meglio sul pilota Ducati: “Qui a Magny-Cours le Kawasaki sono sempre state forti, anche nel 2016, anno in cui ho disputato una grande gara. Hanno un livello di efficienza differente, il pacchetto lavora ed in particolare qui in Francia. Rea ha tratto il massimo dal pacchetto che gli è stato dato. Ora lui è il punto di riferimento, tutti noi dobbiamo provare a raggiungere questo livello e lavorare per rendere il nostro pacchetto migliore affinché possiamo avvicinarci il più possibile a loro. Kawasaki ha fatto un gran lavoro, ora dipende da noi”. 

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La lotta al titolo si rinnoverà l’anno prossimo e la Ducati sarà equipaggiata di una moto completamente nuova, che promette già di essere competitiva. La V4 sostituirà la Panigale R e Davies commenta: “Abbiamo il potenziale per poter rendere difficili le cose alla Kawasaki. L’anno prossimo speriamo di riuscire a raggiungerla. Jonathan non ha ancora visto il meglio di me e la ‘verde’ non ha ancora visto il meglio di Ducati, quindi incrocio le dita per la prossima stagione”.

“Ciabatti ha affermato che sia già migliore, ma è molto soggettivo, dipende da quanto tempo si è passato su una determinata moto”, prosegue. “Io l’ho provata poco e bisogna fare delle comparazioni per capire se va meglio o meno, ma per ora sembra promettente. Da quello che ho visto tutti sono entusiasti del potenziale della moto. L’obiettivo è di essere più avanti rispetto ad ora, ma le gare sono sempre imprevedibili. Non è una moto facile da sviluppare e migliorare, ma speriamo che durante i test invernali riusciremo a sorpassare la Panigale R velocemente”.

Il 2019 vede sul tavolo molte proposte di cambiamenti anche per quanto riguarda il regolamento, con l’idea di portare a tre le gare del weekend. Davies dice la sua: “Capisco che i cambiamenti siano fatti per migliorare, ma cambiare troppo è un rischio. Magari bisogna fare solo una gara, ma come si deve. Forse non si ha bisogno di tre gare, perché si rischia di averne tre noiose. È una scelta difficile, bisogna anche considerare le televisioni, Dorna, le squadre, i costruttori. A me non cambia molto, ma generalmente sarebbe bello mantenere le cose normali”.

Marco Melandri segue il compagno di squadra: partito dalla dodicesima casella, ha rimontato fino alla sesta posizione finale. In gara si è trovato più a suo agio e concentra il problema principale sulla qualifica: “Non so quale sia il problema che non ha portato nessuna Ducati ufficiale sul podio. Io sono andato male sono in Superpole. Non avevo un buon grip e la moto era molto nervosa. Partire dalla 12esima posizione non è facile, il mio punto debole poi è fermare la moto, quindi fare i sorpassi diventa più complicato. Così all’inizio ho perso tempo. Poi con pista libera ho potuto raggiungere i ragazzi davanti a me, ma ormai era la fine ed ero molto lontano”.  

Melandri dà uno sguardo al futuro, che sembra incerto ma ancora per poco: “Credo che forse domani sapremo qualcosa di più, sto aspettando. Forse abbiamo l’opportunità di restare nel paddock, ma fino a che non ho qualcosa di scritto non ci credo”. 

 

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