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Intervista

Carrera: "Vogliamo una SBK più equilibrata, con più marchi davanti"

Il direttore del Mondiale Superbike ha concesso un'intervista a Motorsport.com delineando gli scenari presenti e futuri del campionato, partendo dalla necessità di cercare di uniformare le prestazioni al vertice.

Chaz Davies, Ducati Team al comando alla partenza

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Marco Melandri, Ducati Team
Marco Melandri, Ducati Team
Race start
Jonathan Rea, Kawasaki Racing
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Jake Dixon, Royal Air Force Regular & Reserve, Raffaele De Rosa, Althea Racing
Michael van der Mark, Pata Yamaha
Jonathan Rea, Kawasaki Racing, Tom Sykes, Kawasaki Racing
Jonathan Rea, Kawasaki Racing
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Xavi Fores, Barni Racing Team
Jonathan Rea, Kawasaki Racing
Marco Melandri, Ducati Team
Jonathan Rea, Kawasaki Racing, Tom Sykes, Kawasaki Racing
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Leandro Mercado, IodaRacing Team, Marco Melandri, Ducati Team
Chaz Davies, Ducati Team
Xavi Fores, Barni Racing Team, Jordi Torres, Althea Racing
Chaz Davies, Ducati Team
Alex Lowes, Pata Yamaha last
Randy Krummenacher, Puccetti Racing
Alex Lowes, Pata Yamaha

Con il round Pirelli Riviera di Rimini, in programma nel weekend 16-18 giugno a Misano, il Mondiale SBK fa il giro di boa del campionato. Motorsport.com ha intervistato in esclusiva Daniel Carrera, Direttore del Mondiale Superbike, a cui abbiamo chiesto un bilancio su questa prima parte di stagione e dove la Dorna intende focalizzare i propri interventi per cercare di migliorare sempre di più il campionato.

Quello che leggerete è una sostanziale soddisfazione per il risultato conseguito fino ad ora, anche se sul tavolo restano ancora irrisolte alcune questioni di massima importanza. Il futuro della SBK passa infatti dalla risoluzione, o quantomeno dall’aggiustamento, di queste: creare un regolamento tecnico che avvicini sempre più le prestazioni tra le Case costruttrici (si parla della centralina unica come nella MotoGP ma per molti sarebbe solo un palliativo); e aumentare i ricavi del campionato, in modo da poter dare maggior sostegno ai team, arrivando così a creare una griglia più qualificata rispetto a quello che c’è oggi.

Direttore Carrera, come giudica questa prima parte di stagione a livello generale?
“Siamo abbastanza contenti, sotto diversi punti di vista. A cominciare dall’aumento degli spettatori nelle prime gare europee rispetto allo scorso anno, per continuare con l’introduzione della nuova classe, il Mondiale Supersport 300, che si sta rivelando azzeccata. Abbiamo 35 piloti permanent, la categoria sta offrendo un buono spettacolo sportivo e si sta rivelando la piattaforma giusta per un pilota per imparare e iniziare a conoscere il nostro campionato. Ci sono poi sul tavolo altri progetti, tra cui quello di portare la SBK in nuovi mercati”.

L’accordo con il circuito argentino di Albardon, nella Provincia di San Juan, va sicuramente in questa direzione. Ci può dire quali potrebbero essere altri obiettivi?
“Abbiamo altre prospettive davanti che adesso non posso menzionare perché sono in corso ancora valutazioni al riguardo. Il cuore dell’attività resta sempre l’Europa e su queste tappe stiamo lavorando con diversi progetti per renderle ancora più interessanti. Nel contempo ci guardiamo intorno per capire quali altre tappe extraeuropee potrebbero avere un impatto positivo sul campionato, portare valore, considerando anche quei mercati dove le Case Costruttrici ti chiedono di andare perché importanti dal punto di vista commerciale”.

Ci può essere dunque un aumento di gare extraeuropee nel prossimo futuro, che porti anche ad una dilatazione del numero?
“C’è un accordo tra FIM, SBK Commission e MSMA (Associazione dei Costruttori) per un tetto massimo di 15 gare, ma crediamo che possa andare bene un numero su 13, 14. Abbiamo ben chiaro che ogni round in più fuori dall’Europa è uno sforzo molto importante soprattutto per i team privati e quindi è fondamentale trovare prima di tutto un equilibrio. Tenete comunque presente che quando siamo entrati in SBK come Dorna c’erano solo due round extraeuropei, oggi ne abbiamo quattro”.

Altra novità l’introduzione dell’inversione di griglia in gara 2. Introdotta tra lo scetticismo generale, non è che abbia convinto completamente. Qual è il vostro giudizio?
“In alcune occasioni ha avuto impatto, in altre no. Nel primo caso penso a Aragon, con le Yamaha partite davanti che hanno lottato in testa per un po’ di giri; oppure ad Imola, dove Davies ha dato spettacolo per tornare davanti. In altre non ha funzionato e non sono contento. L’obiettivo di questo cambiamento era permettere a piloti che non sono normalmente nelle posizioni di testa di essere protagonisti almeno nelle prime fasi, un’esposizione televisiva naturalmente importante anche per gli sponsor, oltre che dal punto di vista racing. Arriviamo a fine anno, poi faremo un bilancio e decideremo se continuare così o cambiare”.

Il fatto che non sempre abbia funzionato apre le porte ad una questione che sta incidendo notevolmente sulla filosofia della SBK, ovvero il maggior possibile equilibrio tra le prestazioni delle moto delle diverse Case Costruttrici che oggi non c’è. Il campionato è un duopolio Kawasaki - Ducati, e solo la Yamaha sta tentando di colmare il gap con un programma di sviluppo supportato anche dalla Casa madre. Honda, Aprilia e BMW, invece, remano nelle retrovie. Che correttivi pensate di apportare?
“Ovviamente questa situazione non piace ma dobbiamo capire perché si è creata. Oggi Kawasaki e Ducati offrono il pacchetto migliore, e per pacchetto intendo, investimenti, risorse, piloti, test, ingegneri, e per questo è venuta a crearsi una forbice che non vogliamo si allarghi ulteriormente. Abbiamo iniziato una discussione per capire che tipo di soluzione possiamo introdurre per ridurre questo gap, non solo tra team ufficiali e privati, ma anche tra team ufficiali”.

“Le proposte sono diverse e ogni Casa costruttrice ha il suo punto di vista – prosegue Carrera -. Qualcuno spinge per avvicinarsi di più a un regolamento Superstock (ma si guarda con interesse al regolamento in vigore nel British Superbike n.d.r.), qualcuno vuole che rimanga tutto così. Verrà fatta una valutazione all’interno della SBK Commission, ci si siederà ad un tavolo con la MSMA e si cercherà una soluzione. La cosa chiara è che a noi questa situazione non piace perché vogliamo un campionato equilibrato, dove ci sia lotta ad ogni gara tra le diverse marche per essere là davanti”.

“In generale posso dire – conclude il Direttore SBK sull’argomento – che sostanzialmente le principali Case non vogliono però soluzioni che riducano le performance delle moto perché si vuole continuare a sviluppare per riportare poi i risultati sulla produzione di serie”.

Rendere più omogenee le prestazioni garantirebbe anche una griglia completa, con team privati in grado di mettersi in evidenza. Da qualche anno c’è invece una parte bassa della griglia che non offre parametri idonei ad un mondiale...
“Per modificare la situazione è fondamentale riuscire a migliore il risultato economico del campionato. Se saremo in grado di aumentarlo, avremo la possibilità di supportare economicamente in maniera maggiore i team e questo senza dubbio non potrà che portare beneficio. Se guardiamo l’aspetto tecnico, il regolamento prevede già che la Factory fornisca a prezzi concordati materiale ed evoluzioni, questa è una parte importante che noi controlliamo che avvenga ma se un team non ha risorse c’è poco da fare”.

E come pensate di far crescere il valore del campionato, tanto più con l’ingombrante “sorella maggiore” MotoGP?
“E’ già da qualche anno che stiamo lavorando per differenziare sempre più il prodotto SBK da quello MotoGP. A livello di pubblico, abbiamo potenziato l’attività del Paddock Show, che offre tantissime possibilità lungo tutta la giornata; gli appassionati possono vivere il paddock in maniera più completa. Anche la soluzione di dividere le gare della SBK si sta rivelando vincente. All’inizio non tutti erano d’accordo, la realtà dice che la domenica è rimasta sostanzialmente sugli stessi numeri di presenze, il sabato sono invece aumentati decisamente. Riguardo a questo siamo soddisfatti della decisione presa”.

“Siamo inoltre molto attivi su tutti i social e anche gli sponsor sono coinvolti maggiormente nelle attività, dentro e fuori il circuito – conclude l’intervista -. Sotto questo aspetto siamo aperti ad ogni tipo di proposta, per creare momenti di coinvolgimento, in collaborazione con i circuiti, che facciano sì che gli spettatori possano vivere il mondo SBK anche una volta finita l’attività in pista. Per ultimo, ma non per importanza, abbiamo elevato lo standard qualitativo della produzione televisiva, per offrire un prodotto sempre più accattivante. In generale stiamo investendo importanti risorse nella comunicazione e nel marketing perché pensiamo sia quella la strada per aumentare il valore economico del campionato”.

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