Analisi: ecco dove sorgono i problemi della Yamaha R1 SBK
La Yamaha YZF-R1 ha debuttato in World Superbike in questo 2016 ma, sino a ora, ha deluso. I problemi principali sembrano essere legati al freno motore e all'elettronica, che fanno consumare rapidamente la gomma posteriore.
Foto di: Yamaha Team
Un debutto nell'Endurance che ha fatto sognare tutti i tifosi Yamaha, grazie alla perentoria vittoria firmata da Pol Espargaro, Bradley Smith e Katsuyuki Nakasuga all'edizione 2015 della 8 Ore di Suzuka, poi le prime vere difficoltà incontrate all'esordio nel Mondiale Superbike 2016.
La nuova Yamaha YZF-R1 è una moto nata per dare l'assalto ai maggiori campionati dedicati alle derivate di serie, partendo proprio dalla World Superbike. I progetti per la stagione di rientro, con le due R1 affidate al team Cresent supportate dallo sponsor italiano Pata, erano centrare la Top Five sin dai primi appuntamenti del Mondiale e raggiungere un risultato comparabile anche nella classifica finale.
Sin dal primo appuntamento di Phillip Island le aspettative sono state disattese, con Sylvain Guintoli e Alex Lowes alle prese con una moto molto rapida sul giro secco - basti prendere a mano i cronologici di prove libere e qualifiche - ma disastrosa sul passo gara, almeno per restare con i primi 5-6 piloti che si giocano la vittoria in ogni manche. Ma dove derivano i problemi della R1?
Freno motore troppo brusco in scalata
Dopo i primi giri di ogni gara, le prestazioni delle R1 iniziano ad avere un calo sensibile. Il principale problema della moto di Iwata sembra essere legato all'intervento troppo brusco del freno motore in fase di scalata, con questo che tende a indurre piccoli bloccaggi alla gomma posteriore, innalzando le temperature all'interno della carcassa (oltre la finestra indicata per farle lavorare al meglio) e creando attriti che consumano il battistrada in maniera repentina.
Il problema è di elettronica
Sino alla doppia manche di Donington Park, i piloti del team Crescent Pata Yamaha hanno cercato di ovviare al problema lavorando in maniera particolare con la frizione in fase di scalata, con risultati alterni. Il team è invece impegnato nella comprensione e nella messa a punto dell'elettronica - ancora ben lontana dalla perfezione richiesta - della moto proprio per addolcire l'intervento del freno motore ed evitare che continuino a verificarsi nel prosieguo della stagione che, seppur d'esordio, è sino a ora al di sotto delle iniziali aspettative.
Problemi anche all'anteriore
Lowes e Guintoli, soprattutto quest'ultimo, devono inoltre fare i conti con qualche difficoltà di troppo anche con l'anteriore della R1. La moto fa fatica a inserirsi nelle curve, con l'anteriore reso poco preciso forse anche a causa dei problemi derivanti proprio dal freno motore, che va a inficiare sulla ruota di trazione, ovvero quella posteriore e condiziona anche la parte anteriore.
Lo sponsor Pata vuole un pilota italiano
Continua il braccio di ferro interno al team Crescent Pata Yamaha per quanto riguarda la line up piloti. Sino a questo momento Alex Lowes non ha convinto e il marchio italiano che sponsorizza la squadra britannica vuole fortemente un pilota del Bel paese da mettere in sella alla R1 in tempi brevi. Il nome è quello di Marco Melandri, che da tempo sa di avere in Pata un vero e proprio estimatore, ma i vertici di Yamaha Europa continuano a tergiversare e la situazione ristagna. Ma la corda non potrà essere tirata più di tanto, perché Pata sembra aver terminato la pazienza e potrebbe lasciare il team a fine stagione.
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