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WRC | La FIA pensa a un Cost Cap per attirare nuove Case

FIA, Promotori del WRC e Case pensano all'introduzione di un Cost Cap per attirare nel WRC nuovi Costruttori e cercare di migliorare una situazione che attualmente è critica.

Auto WRC 2023

Foto di: McKlein / Motorsport Images

Il WRC deve trovare la sua strada, quella più giusta per uscire dall'impasse in cui si trova ormai da qualche anno a questa parte, che ha portato a perdere costruttori (Citroen) e a faticare nel convincere quelli attuali a rimanere.

2 Case e mezza: Hyundai Motorsport, Toyota Racing e M-Sport Ford. Un bottino magro, considerando che altre categorie - su tutte il World Endurance Championship - hanno trovato una formula buona a tal punto da attirare diversi costruttori per sfidarsi tra loro.

Il regolamento tecnico attuale, seppur basato su concetti che possono far gola ai marchi automotive - ad esempio la presenza della propulsione ibrida - non è attraente. E questo è stato palese non solo il giorno della sua introduzione, ma anche durante le discussioni tra case, promotori del WRC e la FIA.

Costi troppo alti per vetture che di serie hanno vagamente solo l'aspetto e qualche componente superficiale (cofano e portellone del baule), mentre nell'anima sono veri e propri prototipi da corsa per peso, materiali di costruzione, aerodinamica e parti meccaniche.

Ecco perché la FIA, i team e i promotori del WRC stanno pensando a un altro metodo che possa attirare nuove Case. Stiamo parlando del Cost Cap, un accorgimento già introdotto in Formula 1 e in Formula E, e che nel WRC potrebbe avere un ruolo importante nell'attirare nuovi costruttori.

Peter Thul, direttore sportivo del WRC, ai microfoni di Motorsport.com ha dichiarato: "Al momento si tratta di discorsi a tal proposito. Riguardo le vetture attuali c'era un'ipotesi di tetto massimo di spesa. Non vi posso dire quanto fosse il tetto, ma posso dire che stiamo andando un po' alla deriva, stiamo andando nella direzione sbagliata".

 

"Questo è uno sport diretto da ingegneri e gli ingegneri vogliono avere le auto più veloci, ma un tetto ai costi è importantissimo. Dobbiamo ridurli. I capi dei team che schierano vetture Rally1 devono tutti andare dai rispettivi Consigli d'Amministrazione e devono giustificare l'investimento. Questo è certo".

Xavier Mastelan Pinon, direttore tecnico della FIA, concorda sul fatto che se si dovesse riuyscire a ridurre i costi della tecnologia, ciò potrebbe rivelarsi vantaggioso per i costruttori che desiderano ottenere un migliore ritorno negli investimenti fatti per poter partecipare al WRC.

Inoltre, proprio il Cost Cap sembra essere uno degli argomenti chiave per i potenziali marchi che stanno considerando di poter entrare nel WRC in futuro.

"Credo che per un costruttore sia più sensato spendere soldi per il marketing e l'entrata nel campionato piuttosto che per un pistone o per risparmiare 10 grammi o qualcosa del genere", ha detto Mastelan Pinon a Motorsport.com.

"Credo fermamente che se riuscissimo a ridurre il costo della tecnologia sarebbe più sensato, perché il marchio avrebbe più potere di entrare nel WRC. Sarebbe un bene per loro e per il Mondiale. Credo fermamente che questa sia una buona opzione. E' qualcosa di rilevante per la F1 e per la Formula E ed è qualcosa che è sul tavolo. Se sono tutti d'accordo, allora ha senso farlo".

Andrew Wheatley, direttore del reparto Rally della FIA, ha aggiunto: "Il tetto dei costi può essere applicato in diversi modi. Non deve essere necessariamente un tetto ai costi pubblicato. Può essere una restrizione tecnica e sportiva su un regolamento che può avere lo stesso effetto di un tetto ai costi. Penso che questo abbia funzionato molto bene con le vetture Rally2, dove c'è un limite di costo tecnico e si possono vedere i risultati".

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