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WRC: Hyundai Motorsport, la forza di chi non lascia nulla al caso

Com'è cambiata Hyundai Motorsport nel WRC dal 2019 a oggi: con l'arrivo di Andrea Adamo il team ha vinto un Mondiale e, anche quest'anno, è in lizza per vincere tutto.

Andrea Adamo, Team principal Hyundai Motorsport

Andrea Adamo, Team principal Hyundai Motorsport

Fabien Dufour / Hyundai Motorsport

James Moriarty, professore, criminale e nemesi di dell'investigatore privato Sherlock Holmes, è stato descritto nei libri di Arthur Conan Doyle come una persona "che non lascia nulla al caso". Una definizione che, nel mondo dello sport - qualunque esso sia - equivale spesso alla creazione di campioni perché, in fondo, si sa: il diavolo sta nei dettagli.

Hyundai Motorsport, dal 2014 a fine 2018, ha fatto passi da gigante, avvicinandosi sempre più alla conquista dei primi titoli nel WRC. Ma, per un motivo o per un altro, li ha solo sfiorati. I vertici della Casa coreana hanno scelto di mettere a capo dell'intera sezione motorsport Andrea Adamo.

L'ingegnere piemontese ha così assunto a inizio 2019 la carica di team director della squadra di WRC. Di lì a poco, la squadra ha cambiato passo. Al primo anno è arrivato subito il primo titolo, il Mondiale Costruttori, ovvero il primo obiettivo dei vertici della Casa.

Nel 2020 Hyundai si trova ancora in piena lotta sia sul fronte Piloti che su quello Costruttori dopo la splendida doppietta ottenuta al Rally Estonia grazie al successo di Ott Tanak e Martin Jarveoja, unito al secondo posto di Craig Breen e Paul Nagle.

Questo risultato non è solo frutto del caso, ma di scelte ben precise. Andrea Adamo non ha nulla a che vedere con Moriarty, se non la voglia di considerare importante ogni dettaglio. Craig Breen è stato scelto per affiancare Tanak e Neuville su uno dei fondi che più ama e su cui, in passato, aveva già mostrato cose eccellenti. La scelta fatta ha pagato dividendi importanti.

Ma si tratta solo di un aspetto dei tanti che hanno permesso a Hyundai di salire di livello in pochi mesi. Basti pensare alla capacità (e la voglia, cosa non da poco anche tra i professionisti) di leggere il regolamento sportivo e trovare soluzioni che non vadano oltre i limiti imposti, ma che possano comunque fungere da aiuto.

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Un esempio? Partecipare a gare nazionali con vetture WRC Plus per provare determinate cose, siano assetti o parti nuove, e non bruciare i pochi giorni di test concessi dal regolamento ai team ufficiali.

Ma non è solo da quel lato che Hyundai ha fatto passi avanti. Sotto la gestione Nandan, la Casa coreana aveva quasi perso mentalmente Thierry Neuville per una gestione umana apparsa rivedibile. Dopo la gara Estone, in cui il belga è stato costretto il ritiro da una sbavatura che, però, ha portato a danni ingenti sulla sua macchina (sospensione posteriore destra divelta), Andrea Adamo ha parlato così del belga e degli altri equipaggi.

"Tanak-Jarveoja e Breen-Nagle hanno sicuramente fatto bene. Credo che anche Thierry stesse facendo molto bene e devo dire, a mio avviso, abbiamo mostrato di avere grandi equipaggi. Sin da quando ho assunto il mio ruolo attuale, ogni giornalista mi ha chiesto perché Hyundai non è veloce in Finlandia. Alcuni invece mi hanno chiesto dei piloti. Ma io sapevo che stavano lavorando duro, che stavano lottando e che il loro limite fosse la macchina".

"Credo che ieri sia stato bello mostrare a tutti quanto siano competitivi i nostri equipaggi. Anche Thierry, perché era veloce e ha commesso solo un piccolo errore. Quando corrono a queste velocità, pochi centimetri possono cambiarti la vita. D'altra parte è uno sport motoristico. Naturalmente sono contento delle prestazioni degli altri equipaggi e questo ha dimostrato il lavoro straordinario che la squadra ha fatto in questi mesi".

Un chiaro esempio di gestione della pressione su un ragazzo talentuoso e veloce, ma a volte sfortunato o imprudente. Cosa abbia detto Adamo a Neuville in separata sede, non è dato saperlo e di certo nessuno potrà mai, ma ai microfoni, con la stampa, parole del genere avranno rinfrancato il belga. Hyundai, per vincere nuovamente il Costruttori, ha bisogno anche di lui. E, a conti fatti, dal Mondiale Piloti non è ancora tagliato fuori matematicamente, senza contare che tra poco arriveranno gare congeniali alle sue caratteristiche e alla posizione di partenza nella prima giornata di gara.

Adamo, personaggio vero nel WRC attuale, non è solo colui che si presenta ai microfoni nei momenti buoni o cattivi del suo team, ma anche quello che prende decisioni, si assume responsabilità per mandare avanti un reparto corse formato da oltre 250 persone. A spiegare meglio il lavoro fatto nel corso del lockdown è stato lui stesso. Un momento difficile per tutti, che però in Hyundai hanno saputo passare attraverso grazie alla cura di ogni dettaglio.

"Siamo stati insieme in Messico, sappiamo quanto velocemente sia stata presa la decisione di rientrare, perché non era chiara quale fosse la situazione in Europa. Siamo tornati di corsa e all'improvviso ho dovuto capire come gestire 254 persone provenienti da diversi paesi e con famiglie diverse, non sono tutti tedeschi".

"La gente mi chiedeva cosa fare, così ho dovuto decidere sul momento e dire loro di tornare a casa, di gestire le loro cose, ho dovuto capire come avrei dovuto prendermi cura di tutti, come dire loro cosa fare. Dovevamo garantire il lavoro a tutti. Marzo è stato un mese difficile. Ho cercato di essere gentile e tranquillo e gestire la situazione".

"Mi sono assunto la responsabilità, come richiede il mio ruolo. Siamo riusciti a pagare tutti. Devo ringraziare Hyundai. Sono orgoglioso di lavorare per loro perché tutti sono stati pagati al 100% e sono stati sostenuti. Grazie alle Risorse Umane siamo riusciti a gestire tutto. Hanno iniziato a lavorare in modo diversi. Hanno fatto un lavoro straordinario".

"Ci siamo presi responsabilità, abbiamo deciso di andare avanti. Certo, dalla Corea è arrivata la domanda se fosse strettamente necessario andare avanti e spendere soldi, ma io dico sempre: 'Sì, nessun problema'. Tutto andrà avanti. Il numero di notti insonni lo conosce solo il mio cuscino, ma questo fa parte del lavoro. Vedere tutta la mia gente che sventola le nostre bandiere, per me, è molto emozionante".

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