Toyota: ecco com'era ridotta la Yaris di Latvala dopo il crash!

La gironata di domenica ha visto tornare sul podio la Toyota grazie a un Ott Tanak in grande spolvero, autore di una bella rimonta nei confronti di Thierry Neuville culminata con il bel risultato al Tour de Corse 2018. Oltre all'estone, anche Esapekka Lappi ha fatto faville pur restando ai margini della Top 5 per in errore fatto nella PS11, la penultima prova prima della Power Stage. Chi invece ha avuto un fine settimana travagliato sin dalla prima prova è stato Jari-Matti Latvala.

Il pilota finlandese ha subito trovato difficoltà a guidare al massimo la sua Yaris nella PS2 su asfalto umido, poi sono sopraggiunti problemi ai freni nella speciale successiva. Nel pomeriggio della prima tappa tutto sembrava risolto, invece i problemi si sono ripresentati il giorno successivo.

Questa volta a frenare l'esperto finlandese sono stati prima i freni posteriori, che si bloccavano in quasi tutti i tornanti, poi, nella prima prova del giro pomeridiano ecco l'errore. E' avvenuto al chilometro 16,7 della PS8. Nell'affrontare una curva sinistrorsa, Latvala ha perso il posteriore della sua vettura, finendo così fuori strada.

Se Loeb è stato costretto al ritiro a causa di un fosso, e Meeke per arbusti e un muretto, Jari-Matti ha centrato il pieno un albero all'altezza del finestrino posteriore destro, quello che su una vettura di serie sarebbe dedicato ai passeggeri nel divano posteriore.

Una volta recuperata la vettura, il team Toyota ha valutato i danni e ha cercato in tutti i modi di rimettere in sesto la Yaris per permettere a Latvala di rientrare in gara la domenica e cercare di portare a casa punti attraverso un piazzamento nella Power Stage. Ma tutto ciò non è stato possibile.

Troppo gravi ed estesi i danni alla cellula di sopravvivenza della Yaris per rimettere Jari-Matti in strada e farlo correre, così l'ex pilota della Volkswagen ha dovuto alzare bandiera bianca e ora si trova molto staccato non solo da Ogier che comanda la classifica del Mondiale Piloti, ma anche dai suoi compagni di squadra, da qualche gara più convincenti e regolari di lui.

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