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Intervista

M-Sport, Millener: “WRC come la F1? No, rimane vicino alla gente”

Il team principal di M-Sport ha parlato del WRC a 360°. Dall'ibrido promosso al no all'elettrico, dai rally con Loeb allo sviluppo della Puma.

Gus Greensmith, Jonas Andersson, M-Sport Ford World Rally Team Ford Puma Rally1

Foto di: M - Sport

M-Sport si è rivelata la sorpresa di questo inizio di Mondiale Rally 2022. Prima la vittoria ottenuta all'esordio da Sébastien Loeb e Isabelle Galmiche, poi la conferma con i podi di Craig Breen. La Ford Puma Rally1 EcoBoost Hybrid è una vettura nata molto bene, che risulta vincente nelle mani di campioni, da podio nelle mani di ottimi piloti, ma anche vettura capace di aiutare i più giovani a esprimersi al meglio.

Il team britannico ha sacrificato ben 2 stagioni, le ultime del corso tecnico WRC Plus, per preparare la vettura odierna. Dati i risultati, questa scelta è stata ottima e più che giustificata. Ma per capire meglio il momento della squadra di proprietà di Malcolm Wilson, Motorsport.com ha intervistato il team principal di M-Sport, Richard Millener, cercando di fare una panoramica sulla situazione della squadra, della vettura, dei piloti, ma anche del futuro del team stesso e del WRC.

Il quadro complessivo fatto da Millener svela come l'introduzione dell'ibrido sia stata una mossa tardiva ma vincente sia dal punto di vista dei piloti che da quello delle Case coinvolte nel WRC. Di come l'elettrico non sia – almeno a oggi – una tecnologia perseguibile per le troppe limitazioni che imporrebbe il suo utilizzo. La non volontà di avvicinare il WRC a una serie d'élite come la Formula 1 per restare vicini il più possibile agli appassionati in ogni fine settimana di gara e il futuro a livello tecnico della Ford Puma Rally1.

Richard Millener parla con Henry Hope-Frost sull'Autosport Stage

Richard Millener parla con Henry Hope-Frost sull'Autosport Stage

Photo by: JEP / Motorsport Images

Richard, siamo ormai a metà stagione 2022 del WRC. Puoi tracciare un primo bilancio riguardo l'introduzione della tecnologia ibrida?
"Quando è stato introdotto l'ibrido, pensando a un motore elettrico capace di darti circa 100 cavalli in più oltre alla potenza data dal motore termico e ai pochi secondi in cui era possibile utilizzarlo, dai 3 ai 5, non sembrava un cambiamento così importante. C'erano tante opinioni a tal riguardo, parlavano di un cambiamento davvero piccolo, di una tecnologia non adatta al WRC. Ma quando abbiamo iniziato i test con le Rally1, i piloti non sono più voluti tornare indietro".

Come viene sfruttato dai piloti?
"Quando si utilizzano tutti i cavalli, quelli derivanti dal motore termico e dall'elettrico, queste vetture sono davvero potenti. Sin dall'inizio, dalla partenza delle speciali, in realtà non abbiamo bisogno di tutta la potenza. Altrimenti ci ritroveremmo con troppo pattinamento delle gomme ed è una cosa che non ci serve. Il motore elettrico permette di avere maggiore potenza in aree dove il motore termico ha mancanze. Spesso ad alta velocità o dove serve la massima trazione. Può essere visto come un passo piccolo per ciò che riguarda la tecnologia, ma se chiedi a tutti i piloti cosa pensano di questa tecnologia ti diranno che sono contenti".

Il WRC, dunque, vola sempre più verso una propulsione totalmente elettrica?
"Per me il WRC non può essere completamente elettrico. Non può esistere e non ha senso. Qualora volessimo adottare una propulsione completamente elettrica dovremmo avere speciali distanti 5 km dal Parco Assistenza e dalla durata breve, perché poi le vetture sarebbero costrette a rientrare per ricaricare le batterie. Al momento, invece, ad esempio in Sardegna siamo capaci di correre speciali sulle due coste dell'isola, in quella est e in quella ovest. La gente ha tante possibilità di veder correre queste vetture. Quando ero piccolo una delle cose più belle era sentire l'arrivo delle vetture. Le potevi sentire almeno 30 secondi prima che arrivassero dove eri appostato in prova. E' una cosa che ai fan piace tanto. Poi si ha solo 3-4 minuti tra una vettura e l'altra. Se invece adottassimo l'elettrico completo, tutto questo non potrebbe esistere”.

 

Allora quale potrebbe essere il futuro per il WRC?
“Ci sono già delle serie elettriche apposite, per cui per me non è il passo giusto per i rally. Cambierebbe troppo, in maniera drastica, ciò che è questo sport. Con la propulsione ibrida, invece, possiamo usare le tecnologie in utilizzo nelle vetture stradali, abbiamo fatto un passo avanti, e possiamo pensare che questo ci porti al prossimo passo tra 3 o 4 anni. Il futuro del WRC potrebbe essere più elettrico, ma solo con un ibrido maggiormente coinvolto. Un lavoro maggiore tra motore termico ed elettrico, senza dimenticare le benzine eco sostenibili. Le abbiamo già, ma magari potremo averne di ancora più pulite assieme all'ibrido e a vetture che hanno comunque un rombo coinvolgente. Se chiedete ai piloti, l'elettrico dà una grande coppia, la potenza è tanta, ma vogliono ancora il rumore, il suono del motore. Credo che sia una cosa buona per lo sport e credo che non cambierà molto nel futuro. Poi dobbiamo considerare che i rally sono molto popolari. E' molto diverso da altri sport, è molto particolare, ha le sue caratteristiche e penso che le debba mantenere anche in futuro".

Il WRC rimarrà una serie alla portata dei tifosi per costo e vicinanza ai protagonisti o c'è l'intenzione di renderlo più d'élite, più simile alla Formula 1?
"Il WRC non deve cercare di essere come la Formula 1. Sono stato di recente a dei gran premio ed è stato bello, ma soprattutto perché conoscevo diverse persone. Ma è difficile avere accesso alla F1. Puoi entrare nel paddock, ma non vedi le vetture, non vedi i piloti, non vedi azione. Nei rally puoi andare a vedere le speciali, praticamente ovunque nelle zone dedicate al pubblico perché sicure. Ti puoi spostare, non sei legato a una tribuna. Puoi scegliere di vederle sugli schermi e aspettare le vetture al Parco Assistenza, così come i piloti. Puoi fare tante cose”.

Quali considera caratteristiche incompatibili tra le due serie?
“In F1 sì, c'è tanta gente, ma tutta racchiusa in un'area molto piccola. Nei rally, invece, la situazione è completamente diversa. C'è tanta gente sparsa in centinaia di chilometri. Ricordo in Argentina qualche anno fa che in una sola speciale avevamo più di 200.000 persone a vederla. 200mila!. Puoi vederlo solo nei rally. La gente è molto vicino alla gente. Noi non vogliamo essere la Formula 1. Abbiamo la possibilità di passare anche per i centri cittadini, di piccoli paesi, e di farlo in modalità elettrica. Possiamo far vedere le macchine anche ai bambini, ai ragazzini, cercando di avvicinarli anche perché queste sono vetture derivanti da quelle di tutti i giorni. Poi possiamo anche cambiare scenario: asfalto, neve, sterrato... Corriamo anche nelle foreste, tra i paesi, nelle campagne, colline, montagne. C'è connessione con il paesaggio. Non so se i rally siano la miglior serie, ma credo che i rally, così come sono, siano eccellenti".

Nel regolamento tecnico entrato in vigore a inizio anno ci sono norme che prevedono l'utilizzo di parti uguali per tutti. Cosa pensa a riguardo?
"Credo che l'attuale regolamento sia piuttosto buono, devo dire. Abbiamo parti in comune, ovviamente. e credo sia una buona cosa, soprattutto per quanto riguarda certa tecnologia. Per ora ci sono solo 3 Case nella classe maggiore del WRC, quelle che hanno il budget per farlo. Se dovessimo creare da zero il nostro ibrido, noi probabilmente non saremmo qui a correre. Ci vogliono tanti soldi per progettare, realizzare e sviluppare una cosa del genere. Secondo me è una cosa buona che ci sia un fornitore unico per il pacchetto elettrico. Fornisce a tutti lo stesso materiale”.

L'attuale regolamento quante libertà lascia ai team?
“Il realtà il regolamento Rally1 permette di avere tanta libertà. Possiamo vedere che ci sono 3 vetture completamente differenti l'una dall'altra, al di là del modello di produzione. Ci sono idee diverse e sembrano proprio molto diverse. Inoltre, grazie a questo, possiamo vedere almeno 5-6 rally all'anno in cui la vittoria viene decisa all'ultima prova speciale dell'ultimo giorno di gara. Ed è una cosa incredibile. Ricordate la Croazia? Dopo 300 chilometri di gara e finisci a pochi decimi di secondo... Incredibile. La libertà è bella e va bene, ma credo anche che l'attuale regolamento permetta questa incertezza che aumenta la spettacolarità del Mondiale".

 

Passiamo per un attimo ai piloti. Loeb e Galmiche correranno al Safari. Poi quale sarà il loro programma con voi in questa stagione?
"Con Séb e Isabelle lavoriamo e studiamo il da farsi gara per gara. E' bello sapere che correranno con noi anche al Safari Rally. E' un evento che abbiamo già disputato l'anno scorso, quindi non sarà una vera e propria sorpresa per i piloti. Séb l'anno scorso non c'era, ma ha esperienza a sufficienza per essere competitivo in ogni rally. La sua vittoria a Monte-Carlo è stata speciale per tutti noi, abbiamo lavorato sodo per avere la macchina pronta e cercare di fare un bel fine settimana. Penso che nessuno potesse pronosticare la sua vittoria, potenzialmente poteva fare podio. Ma è stato bello vedere com'è arrivata la vittoria, con la foratura di Ogier a una prova dalla fine, quando sembrava tutto deciso”.

Peccato per il ritiro in Portogallo...
“In realtà è andato fortissimo anche in Portogallo, sebbene gli altri piloti conoscessero le vetture molto più di lui. Prima del ritiro era andato in testa, poi ha fatto un errore ma può succedere. E' stato molto sfortunato. Inoltre non sa nemmeno come sia successo. La macchina però è veloce e pensiamo possa fare bene anche in Kenya. Sarebbe bello puntare ancora al podio, o anche di più. In generale è fantastico vedere ciò che porta al team, l'entusiasmo che dà ai ragazzi del team. Tutti lavorano ancora più motivati, concentrati. Avere Loeb con noi è come ricordare i tempi con Ogier. Le sensazioni sono le medesime. Ha tutte le chance di fare davvero molto bene. Avere Séb nel team è davvero un sogno per tutti noi".

Pierre-Louis Loubet corre con voi da qualche gara. Qual era la vostra aspettativa nei suoi confronti dopo due stagioni piuttosto difficili per lui?
"Penso che nessuno potesse prevedere il quarto posto in Sardegna di Loubet. Come hai detto tu ha avuto 2 anni difficili con la generazione precedente di vetture e ora ha svolto 3 rally di fila con la Puma. E devo dire che ha mostrato gara dopo gara passi avanti molto significativi. Ha fatto Top 5 in Sardegna e ha lottato con piloti abituati a essere in quelle posizioni. Certo, ha potuto sfruttare un'ottima posizione di partenza nelle speciali di venerdì, però l'avevano anche altri piloti e lui è andato più veloce. Dunque è bello vederlo crescere e questo sicuramente spingerà anche tutti gli altri piloti, Craig Breen, Gus Greensmith, Adrien Fourmaux a migliorare e a spingere di più. Inoltre lui è davvero un bravo ragazzo. Lo abbiamo avuto con noi nel 2011 ed è bello vederlo tornare così cresciuto sotto tutti i punti di vista".

La Ford Puma Rally1 EcoBoost Hybrid ha mostrato di essere competitiva a più riprese. Avete però già stilato un programma di aggiornamenti nel corso dell'anno?
"Abbiamo programmato gli aggiornamenti per le Puma, ma non abbiamo ancora montato nulla di nuovo. La macchina al momento è molto competitiva. Credo che il primo aggiornamento lo monteremo alla fine di questo mese, al Safari Rally. Non abbiamo tante cose previste, solo alcuni piccoli cambiamenti. Però devo dire che nel 2020 e nel 2021 avevamo proprio smesso di sviluppare la Fiesta per essere molto competitivi quest'anno e la macchina, come abbiamo potuto vedere, lo è. Il pacchetto che abbiamo è forte, abbiamo delle idee per migliorarla, ma non abbiamo fretta di farlo perché al momento la Puma è davvero competitiva. Possiamo aspettare, poi sicuramente gli avversari faranno aggiornamenti e li faremo anche noi. Abbiamo un buon piano per sviluppare la vettura, ma attualmente abbiamo tutto per proseguire nella maniera che stiamo facendo, senza fare stravolgimenti".

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