Citroen via dal WRC per Ogier... o per il progetto fallimentare?
Citroen se ne va dal WRC con effetto immediato e dà la colpa a Ogier. Il rapporto tra il francese e la Casa di Satory era compromesso, ma il progetto è stato subito un fallimento.
Foto di: Citroën Communication
Citroen Racing si ritira immediatamente dal WRC e lo ha fatto questa mattina, pubblicando un breve comunicato stampa in cui punta letteralmente il dito contro quella che è stata la sua punta di diamante nel Mondiale 2019, Sébastien Ogier.
La Casa francese, che ha come base sportiva Satory, ha annunciato di chiudere il programma WRC per mancanza di alternative sul mercato piloti, dovendo far fronte all'addio di Sébastien Ogier dopo appena una stagione.
Insomma, sarebbe stato proprio il 6 volte iridato a scatenare l'addio al WRC di Citroen, ma la versione offerta nel comunicato non sembra avere basi solide, considerando che sul mercato ci sono ancora piloti come Jari-Matti Latvala, Kris Meeke, Andreas Mikkelsen (che bene aveva fatto nella sua piccola parentesi con Citroen), Craig Breen. Ma andiamo per gradi. Voci sul ritiro del marchio del Double Chevron - per la verità molto flebili - si udivano già a metà stagione.
Screzi con Ogier
Poi queste sembravano essere rientrate, tornando però a essere prepotenti in piena estate, con Ogier che nella PS17 "Dhrontal 1" del Rally di Germania aveva espresso tutta la sua frustrazione per la scarsa competitività della C3 WRC: "I cannot drive this car". Ovvero: "Non posso guidare questa macchina".
Questa affermazione, più i commenti censurabili della moglie di Ogier, Andrea Kaiser, arrivati su Twitter nel corso del Rally di Catalogna in seguito al ritiro del 6 volte iridato a causa di un problema idraulico, hanno fatto il resto. "Non c'è molto da dire nei confronti di Citroen Racing! Vergognatevi per aver fatto sedere un campione del mondo su una macchina come quella!". Per poi completare il tutto con un eloquente "Shitroen".
I tweet rimasero per ore sul profilo ufficiale di Andrea Kaiser, per poi sparire il giorno seguente. La frattura in quel momento è parsa difficilmente sanabile, sebbene Ogier avesse ancora un anno di contratto con Citroen e fosse intenzionato a rispettarlo per poi ritirarsi dal WRC.
I programmi PSA sottotraccia
Invece Citroen ha colto l'occasione per rendere nota una decisione già presa da tempo. PSA Motorsport ha ripensato ormai da mesi alla sua strategia futura nello sport e questa ha preso due strade precise: continuare in Formula E con DS Techeetah e tornare nel WEC con Peugeot, attratta dal nuovo regolamento Hypercar che è stato giudicato più interessante rispetto a quello che sarà introdotto nel 2022 nel WRC e che conosceremo nel dettaglio il prossimo 4 dicembre, alla fine del Consiglio Mondiale del Motorsport.
Inutile girarci attorno: sin dal 2017 è apparso chiaro quanto il progetto WRC Plus di Citroen fosse inadeguato rispetto a Hyundai, Toyota e addirittura M-Sport, un team semi-ufficiale che ha potuto disporre di aiuti più corposi di Ford nel secondo anno di permanenza di Ogier a Cockermouth.
La C3 in 3 anni di competizione nel WRC ha vinto 6 rally su 44 disputati. 3 con Ogier, 2 con Meeke e 1 con Loeb. Nel Costruttori ha collezionato 2 quarti posti e un terzo, quello di quest'anno, assieme al terzo nel Mondiale Piloti di Ogier. I numeri possono non dire tutto, ma possono essere supportati da altri fatti inconfutabili. La C3, nel 2017, era una vettura molto competitiva su asfalto, ma su terra era in enorme difficoltà. Il 2018 è stata un'annata importante, con l'addio di Yves Matton e la sua sostituzione ai vertici di Citroen Racing con Pierre Budar.
L'approdo dell'ingegnere francese ha fatto crescere il team e la vettura, ma non a sufficienza. La C3 è migliorata molto su terra, ma è finita per essere la peggiore su asfalto (chiedere a Ogier per conferma). Non solo ha mostrato problemi di prestazione, ma ha anche d'affidabilità. Un progetto nato male, una coperta corta, che andava a scoprire magagne ogni qualvolta venisse tirata a destra o a sinistra.
Il cambiamento di programmi di PSA ha così convinto i vertici della Casa a chiudere immediatamente il programma WRC, ritenendolo solo una perdita d'immagine nonostante potesse schierare il miglior pilota degli ultimi 10 anni. Peccato che proprio Ogier sia finito per diventare il capro espiatorio di un progetto inizialmente ambizioso, ma che si è rivelato fallimentare.
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