Citroen: ecco perché Mikkelsen ha usato il Rally d'Italia come test
Matton ha deciso di sostituire Meeke in Polonia al termine della Tappa 1 del Rally Italia Sardegna. Mikkelsen ha così potuto fare chilometri senza pensare ad altro. L'obiettivo è essere competitivo la prossima gara.
Foto di: Citroën Communication
Andreas Mikkelsen è tornato a correre nella categoria più importante del World Rally Championship in Sardegna, che ha ospitato il Rally d'Italia 2017. Lo ha fatto da pilota Citroen Racing, sostituendo il discontinuo e deludente Stéphane Lefebvre per formare una coppia d'assi assieme a Kris Meeke supportata dal consistente Craig Breen.
Le aspettative sulle prestazioni del norvegese sugli sterrati sardi erano molto alte, ma comprensibilmente disattese nel corso della prima giornata di gara, quando Andreas ha affermato di dover ancora prendere mano alla C3 WRC Plus dopo i pochi chilometri di test svolti qualche giorno prima.
Con i prematuri ritiri di Craig Breen prima e Kris Meeke poi nel corso della prima tappa, gli addetti ai lavori erano curiosi di capire quale sarebbe stato l'approccio di Mikkelsen nelle restanti due tappe del Rally Italia Sardegna. Il norvegese, invece di iniziare a spingere, ha continuato a correre con un passo ben al di sotto delle sue potenzialità e di quelle della macchina.
Lui e Yves Matton, boss di Citroen Racing, hanno affermato a più riprese che l'obiettivo principale era fare chilometri ed esperienza. Ma a che scopo, data il solo "gettone" di presenza di Andreas in Sardegna, destinato a effettuare non più di una corsa con Citroen Racing?
La scelta è presto spiegata. Al termine della prima tappa, Matton e i vertici del team erano furiosi dopo l'ennesimo grave errore di Meeke. In una cena fatta nella zona dedicata al team della Hospitality Citroen è stato deciso di confermare Mikkelsen per appiedare per una gara Meeke in modo tale da alleviare la pressione dalle sue spalle e mandargli un segnale: nessuno è insostituibile, anche se esiste un contratto pluriennale firmato pochi mesi fa.
Ecco i perché delle direttive date al norvegese, che infatti ha obbedito diligentemente a quanto richiesto da Matton passando in maniera molto più oculata rispetto ai colleghi in tutte le speciali restanti dell'evento italiano per portare a termine la corsa e avere le basi per essere competitivo nel prossimo appuntamento.
"L'approccio di Andreas è stato costruttivo e positivo - ha affermato Matton al termine della corsa - sapevamo che Andreas avrebbe avuto bisogno di altro tempo per adattare il suo stile di guida. Così abbiamo usato la gara come un'estensione dei test. Abbiamo fatto un buon lavoro assieme".
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