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Toyota: ultima chiamata a Le Mans

Il team campione del mondo sembra incapace di reagire ai progressi di Audi e Porsche. Test pre 24 Ore a Spa

La 6 Ore di Spa-Francorchamps doveva essere per la Toyota una corsa più favorevole rispetto a quella di Silverstone. Così sostenevano i piloti del team campione del mondo. In terra inglese le due vetture erano rimaste dietro alle Audi e alle Porsche però in corsa avevano dimostrato di poter se non altro lottare per una posizione da podio, cosa poi verificatasi con il terzo posto ottenuto da Buemi-Davidson-Nakajima.

Spa invece ha detto l'esatto contrario: iniziato in modo sfortunato il week end con l'incidente occorso al pilota giapponese, saltate le prove libere di giovedi pomeriggio per la sostituzione completa della scocca e la ricostruzione della 040 di punta, le due Toyota non sono mai state in grado di impensierire le rivali tedesche. Si pensava che la costanza nel ritmo di gara potesse farle risalire  in posizioni più consone al loro status iridato, invece le 6 Ore sono state un travaglio costellato da innumerevoli problemi. Al via Wurz è stato toccato nel retrotreno dall'Audi di Di Grassi e anche per la decisione di procedere per un doppio stint con le stesse gomme ha perso a poco a poco terreno, lottando contro una vettura che non seguiva le traiettorie ideali e accontentandosi di duellare con l'Audi, in versione massimo carico aerodinamico, di Marco Bonanomi. L'esemplare di punta, quello guidato in questa occasione dai due campioni del mondo Buemi e Davidson, sembrava andare un poco meglio pagando però distacchi pesantissimi dai primattori del campionato, 45" dalla Porsche di Hartley nella prima ora. L'incubo definitivo è poi giunto alla quarta sosta, quando Buemi ha rilevato Davison, a sua volta salito in vettura dopo un'ora e trentacinque minuti di corsa. Lo svizzero è rientrato ai box poco dopo con problemi all'elettronica che poi sono proseguiti in modo drammatico facendo perdere all'equipaggio ben 23' ai box nell'arco dell'intera corsa.

In una gara costellata da guai che hanno colpito anche Audi, la vettura di Di Grassi prima dell'incidente di Jarvis era rimasta ferma per parecchio tempo anch'essa con l'elettronica in tilt-segno che le prove libere disputate a singhiozzo hanno pregiudicato il corretto settaggio dei sistemi di tutti quanti- la Toyota non ha mai convinto. Il giro più veloce di una vettura giapponese è stato quello di Davidso, il cinquantesimo, in 1'59"528, con un gap rispetto alla Porsche più veloce di 1"556. La seconda vettura, quella di Wurz, non è nemmeno riuscita a infrangere la barriera dei 2', viaggiando come miglior rilevamento sullo stesso livello della terza Audi, 2'00"153 per Albuquerque, 2'00"170 per Wurz, 2'00"292 per Bonanomi, che non era nella configurazione ideale per un circuito veloce e da poco carico come Spa.

Il problema della Toyota, a detta di Buemi, risiede soprattutto nell'ormai anziano otto cilindri che sembra non potere più reggere il confronto con le unità di Audi e Porsche. Ma c'è anche una questione legata alla struttura stessa della 040: la vettura, al di là delle modifiche e delle parole dello staff tecnico, è sostanzialmente la stessa dell'anno passato. È stata migliorata, ha anche ricevuto un incremento di prestazioni rispetto al 2014 ma ciò non è sufficiente per tenere il passo di chi sta investendo tantissimo nel programma mondiale.

Il 19 e 20 maggio il team tornerà a Spa per una simulazione definitiva in vista della 24 Ore di Le Mans. Verranno provate configurazioni aerodinamiche scariche e probabilmente si cercherà di raggiungere, non si sa come visto che il cambio di classe energita è proibito, maggior potenza. Ma l'impressione è che molto difficilmente Toyota sarà in grado di reggere le prestazioni degli avversari. A Spa nel primo e nel terzo settore, quelli di più veloci le 040 Hybrid rendevano alla Porsche 1" pieno nel primo e sei decimi nel terzo. Nel secondo, dove conta il carico, Davidson, ha pagato l'enormità di 1"8 dall' Audi di Lotterer, recuperando pochissimo, due decimi sulla migliore Porsche in quel settore, quella di Hartley. Manca velocità di punta, Buemi in corsa ha toccato i 301,7kmh in fondo al rettifilo del Kemmel, in prova Lotterer-le Porsche che si sono  spinte a 319,5kmh  con Hartley sono fuori dalla portata di tutti- aveva raggiunto con la sua R18 i 309,5kmh, stessa punta velocistica del compagno Loic Duval. Con queste premesse che fanno sospettare di essere al cospetto di un progetto ormai plafonato, la Toyota rischia di trasformarsi da massimo protagonista del WEC a semplice comprimario, sparendo subito dalla lotta per il titolo. Per questo Le Mans, che sarà affrontata ancora una volta con sole due vetture, un azzardo gestionale e di...budget, rappresenta l'ultima spiaggia e l'ultima occasione per rimettere in sesto una stagione iniziata con il piede sbagliato.

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