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WEC | Problema peso dei piloti: 10 kg a Le Mans valgono 6 decimi!

Non ne parla nessuno, ma nel WEC c'è un argomento che fa discutere: i piloti più alti e pesanti sono costretti a una dieta ferrea, perché la massa minima delle vetture comprende anche il conduttore, mentre in F1 si deve aggiungere una zavorra fino al raggiungimento degli 80 kg, per pareggiare i valori. E così si scopre che la qualifica viene riservata non al più veloce, ma al più leggero. Scopriamo quali impatti ha una regola che la FIA dovrebbe rivedere per il prossimo anno.

#6 Porsche Penske Motorsport Porsche 963: Kevin Estre, Andre Lotterer, Laurens Vanthoor

Foto di: Porsche

Quando Mark Webber annunciò nel 2013 il suo addio alla Formula 1 sottolineò ciò che gli sarebbe mancato del vivere in pista ma anche gli aspetti positivi della nuova vita che attendeva. In cima alla lista mise la possibilità di poter tornare ad assaporare i piaceri della tavola, andando oltre il riso e pollo che era stata per la lui la dieta per molti anni.

Webber (altro 1 metro e 83 centimetri) era stato costretto a vivere sotto il suo peso ideale, mantenendo il rigoroso limite di 75 chilogrammi, comunque dieci in più rispetto al peso del compagno di squadra Sebastian Vettel.

Mark Webber e Sebastian Vettel, Red Bull Racing, nel GP della Malesia del 2013

Mark Webber e Sebastian Vettel, Red Bull Racing, nel GP della Malesia del 2013

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

La FIA, sotto la pressione dei piloti e delle stesse squadre, corse ai ripari alla fine del 2018, separando il peso della monoposto da quello del pilota, fissando un limite minimo per quest’ultimo di 80 kg.

Lewis Hamilton arrivò al via della stagione 2019 ingrassato di 5 kg: “Il mio peso ideale è sempre stato un po' superiore rispetto a quello che mi ero dovuto imporre per le esigenze da corsa, per tante stagioni siamo dovuti diventare molto più magri a discapito anche della salute”.

Una svolta importante quella della FIA, che però non ha fatto scuola in tutte le categorie, e tra le eccezioni c’è il WEC, serie gestita dalla stessa Federazione Internazionale. È una scelta che sorprende, soprattutto considerando che nelle gare di durata la tenuta fisica è un fattore chiave.

Ma, per quanto un pilota possa decidere di sacrificare il suo stato di forma per ottenere dei vantaggi in pista, in molti casi non è fisiologicamente possibile andare sotto un certo limite, con la controindicazione di pagare un prezzo a volte non proprio indifferente in termini di performance in pista.

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P - Hybrid: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P - Hybrid: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

Photo by: Paul Foster

Il tema è tornato ad essere di grande attualità al via della stagione 2023, complice anche un incremento della competitività dei programmi. Inizialmente l’aver lasciato campo aperto sul fronte del peso è stato giustificato come un bilanciamento a favore delle donne che partecipano alla serie, una compensazione tra la forza fisica (spesso un handicap) ed il peso.

Questa chiave di lettura non ha generato lamentele né polemiche, anche se l’idroguida oggi ha sopperito alla durezza dello sterzo che per anni è stato un limite che ha scoraggiato molte donne. Il problema si è posto valutando il gap di peso tra gli stessi uomini, un aspetto molto influente sul fronte della pura performance.

Le differenze tra i più alti (non sono pochi i piloti al via con statura maggiore di 1 metro e 83 cm) e chi è di statura inferiore, arriva in alcuni casi ad essere tra i 15 ed i 20 chili. Sulla pista di Spa una di differenza di dieci chili ha impattato per quasi tre decimi al giro, ed a Le Mans il gap sarà il doppio.
“Sei decimi al giro non è qualcosa di indifferente – commentava un pilota a Spa – nell’arco di uno stint medio di 30 giri, parliamo di più di 14 secondi”.

La competitività dei piloti è nota, e non sono pochi ad essere ricorsi a diete ferree per provare a ridurre un pò questo gap, ma arrivare sotto il peso forma alla vigilia di una maratona fisicamente molto impegnativa come quella di Le Mans, può avere delle controindicazioni. È un tema delicato, perché la salute di chi è alla guida è fondamentale non solo per il soggetto in causa, ma anche per la sicurezza di tutti coloro che si trovano in pista.

La Toyota GR010 - Hybrid di Mike Conway, Kamui Kobayashi, Jose Maria Lopez ha ottenuto la pole a Spa

La Toyota GR010 - Hybrid di Mike Conway, Kamui Kobayashi, Jose Maria Lopez ha ottenuto la pole a Spa

Photo by: Toyota

Tornando all’aspetto sportivo, non è una speculazione pensare che oggi il peso del pilota sia un elemento spesso fondamentale nel definire i risultati in pista. Nell’ultimo appuntamento di Spa i primi tre piloti nella qualifica della classe Hypercar sono stati divisi da 0”161, mentre nella LMP2 i primi cinque erano racchiusi in meno di mezzo secondo, margine nel quale nella precedente tappa di Portimao c’erano ben nove equipaggi.

Due anni fa a Le Mans il team G Drive non ebbe dubbi nel far disputare le qualifiche a De Vries, risultato mezzo secondo più veloce dei compagni di squadra per il suo peso piuma, e di piloti che possono contare su una bilancia favorevole ce ne sono parecchi, come Robin Frijns, Will Stevens o Dries Vanthoor.

Podio: #63 Prema Racing Oreca 07 - Gibson: Doriane Pin, Mirko Bortolotti, Daniil Kvyat

Podio: #63 Prema Racing Oreca 07 - Gibson: Doriane Pin, Mirko Bortolotti, Daniil Kvyat

Photo by: JEP / Motorsport Images

E per quanto sia una delle grandi sorprese della scena LMP2 grazie a doti velocistiche all’altezza del compito, la diciannovenne Doriane Pin del team Prema può contare su quasi venti chili di vantaggio sui compagni di squadra Daniil Kvyat e Mirko Bortolotti, e non deve stupire se spesso i suoi tempi sono in linea con l’ex pilota della Red Bull.

Non sono pochi anche i piloti destinati a non disputare neanche una qualifica, poiché più pesanti dei compagni di squadra, e questo aspetto crea non poche frustrazioni. Per anni la FIA ha ignorato questo problema, ma l’ascesa del WEC favorita dall’arrivo di Case ufficiali con il conseguente aumento di piloti professionisti, ha riportato il tema di grande attualità. Ora sta alla Federazione Internazionale fornire una risposta.

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