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Le Mans, Bertolini: "Non è il canto del cigno della 458"

Il vincitore della GTEA crede ancora nella competitività della Ferrari e racconta una corsa che gli rimarrà nel cuore

Si è commosso Andrea Bertolini sul podio della 24 Ore di Le Mans. Nonostante i titoli mondiali e le tante vittorie, il pilota della Ferrari sa di avere compiuto un'impresa importante non solo perché ha guidato moltissimo nell'arco della corsa ma anche perché con pazienza, sagacia, psicologia è riuscito a portare i suoi due compagni di guida Alexey Basov e Viktor Shaitar ad un livello di competitività non semplice da raggiunger per due conduttori che sono gentleman. Per la cronaca questa vittoria è anche la prima raggiunta da piloti russi e da una squadra che batte bandiera russa alla 24 Ore di Le Mans.

"L'anno scorso sono stato incaricato dal reparto competizioni clienti GT di seguire SMP che è un nostro importante cliente e siamo riusciti alla prima stagione a centrare l'ELMS di classe. Chiaramente lo step successivo era quello di  partecipare al WEC. Nel 2014 eravamo secondi fino alla mattina ed eravamo tornati con un po'di amaro in bocca. Quest'anno siamo stati concreti. Io sono stanchissimo ma ne è valsa la pena perché i ragazzi del team hanno fatto un lavoro eccezionale e rivedere negli occhi di Boris- ndr Rotenberg comproprietario della SMP-  tutta questa felicità perché è la prima volta che un team russo vince a Le Mans mi rende orgoglioso e non sono parole di circostanza. È come se tutti fossero cresciuti e per il mio ruolo è una cosa che dà un'enorme soddisfazione".

Hai guidato molto e sempre con ottimi tempi...
"Si sono stato parecchio in macchina e ho sempre spinto. Nel mio ultimi triplo stint giravo con tempi da GTEPRO ma sapevo che là davanti a noi l'Aston Martin  di DallaLana-Lamy-Lauda era imprendibile perché aveva due giri di vantaggio. Purtroppo Victor-ndr Shaitar- ha fatto un'escursione fuori pista e là abbiamo pagato il ritardo. Fino ad allora la corsa era stata combattuta sulle soste ai box e si era in perfetto equilibrio. Poi non ci è andata bene nemmeno quando sono uscite le safety car perché delle volte ti accodi a quella sbagliata e perdi due minuti che nemmeno te ne accorgi. Però si vede che quest'anno toccava a noi. Le Mans è una gara particolare: hai una velocità media alta, la conformazione del circuito è impegnativa e appena cala anche di poco l'attenzione è facilissimo commettere un errore e i miei due compagni sono stati davvero bravi".

A livello individuale, confrontandola con i campionati del mondo GT vinti, con le affermazioni alla 24 Ore di Spa e a tutte le altre, quanto vale questo trionfo?
"Era una corsa alla quale tenevo. Nel periodo del GT1 avevo vinto tanto, quattro mondiali, poi mi ero spostato nella Superstar e ho vinto il campionato, poi nella ELMS. Insomma tutte cose nuove ma che non includevano Le Mans. Cosa posso dire quindi? Che la 24 Ore del 2015 sarà un altro ricordo importante della mia carriera".

Credi di avere siglato il canto del cigno di una vettura come la 458 che ha vinto tantissimo?
"No mi auguro che il canto del cigno sia la vittoria nel WEC sia in GTEPRO sia in GTEAM. Questo deve essere il canto del cigno della 458 che è ancora validissima, affidabile e veloce. Non a caso viene ritenuta il benchmark per il balance of perfomance. Penso che ci darà ancora grandi soddisfazioni e poi penso che sarà una di quelle Ferrari che ci mancheranno".

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