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Porsche al Ricard con una task force di ingegneri

Un centinaio il personale coinvolto nei test francesi. Tra i tecnici anche alcuni italiani

I test del Paul Ricard di questi giorni sono stati un'occasione per verificare come si lavora nel mondo del WEC. L'introduzione dal 2014 delle nuove tecnologie legate ai motori ibridi, assai più complesse e raffinate di quelle utilizzate in Formula 1, hanno obbligato le varie Case a ristrutturare in modo molto profondo i rispettivi reparti, cambiando la filosofia di intervento gestionale delle vetture e degli equipaggi.

Pur non avendo importanza assoluta in fatto di rilievi cronometrici il prologo francese rappresenta per tutti quanti l'ultima occasione per verificare i lavori svolti sulle vetture nel corso dell'inverno. È per questa ragione che le grandi Case non hanno lesinato sulla presenza anche numerica del personale da portare al Ricard. 

Porsche ad esempio per le due vetture ha schierato una task force prossima alle cento unità, ben al di sopra delle 65 previste dalle nuove normative varate dal recente Consiglio Mondiale della FIA, per due vetture nelle corse di 6 Ore e delle 90 ammesse nel caso di partecipazione di tre auto. Tra i cento non ci sono solo meccanici e tecnici di pista. Anzi il grosso della presenza Porsche al Ricard è costituito da quegli ingegneri che lavorano stabilmente nel reparto ricerca e sviluppo e che hanno collaborato alla ideazione dell'ultima versione della 919 Hybrid.

Molti di loro sono italiani, con esperienze pregresse che vanno dalla Dallara, all'Audi e alla Toro Rosso, e sono sistemati in una saletta al primo piano della palazzina centrale della pista francese, dove la Casa tedesca ha una sorta di centrale di controllo di quanto accade in pista. Ingegneri e tecnici operano di fronte a monitor in cui vengono visualizzate tutte le aree della vettura, e ognuno ha la propria area di competenza.

Ai box invece la struttura della squadra è all'insegna della tradizione. Ogni equipaggio dispone di un ingegnere adetto al comportamento del motore termico e di uno che invece si occupa esclusivamente della seconda unità. C'è poi l'ingegnere di macchina e quello che in Porsche definiscono il race engineering che è costantemente al muretto dei box e che si occupa principalmente della gestione di gara. In una postazione centrale del box, invece, esiste una sorta di ulteriore controllo agonistico dove i membri del board, al Ricard è presente Wolfgang Hatz, si interfacciano con i tecnici per prendere poi le decisioni da adottare in materia di tattica di corsa. 

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