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Test Abu Dhabi: la Porsche promuove la 919 Hybrid per il 2016

Oltre alla delibera delle gomme Michelin, la Porsche ha sperimentato molte soluzioni meccaniche nuove sulla vettura campione del mondo Endurance.

Porsche 919 Hybrid

Porsche 919 Hybrid

Porsche

Brendon Hartley, Porsche Team
Porsche 919 Hybrid
Brendon Hartley, Porsche Team
Porsche 919 Hybrid
Andreas Seidl, Team Principal Porsche Team

Due lunghe serie di test con entrambi gli equipaggi Porsche che gareggeranno nel WEC del 2016. Un solo contrattempo: l’incidente avvenuto a Marc Lieb la scorsa settimana che ha costretto il team ad attendere una nuova scocca della 919 Hybrid, prontamente inviata da Weissach. Tantissimi giri fino alla giornata conclusiva di giovedi con il trio dei campioni formato da Mark Webber, Timo Bernhard e Brendon Hartley che si sono alternati alla guida in stint particolarmente lunghi.

E l’impressione, confermata da piloti e tecnici, che la Casa campione del mondo costruttori e piloti rispetti gli avversari ma sappia allo stesso tempo di poter godere di un vantaggio sia in termini delle prestazioni secche, cosa mai messa in dubbio l’anno passato, sia di affidabilità.

Anche se dall’esterno tutto sembra uguale o almeno molto simile a ciò che si è visto nella seconda parte del 2015, in Porsche non hanno dormito sugli allori. Le direttrici sulle quali il team diretto da Alexander Hitzinger si è mosso sono state molto più di quelle che i piloti presenti ai test di Yas Marina hanno dichiarato.

Scelte le mescole Michelin

Certo c’è stata la delibera di almeno una mescola definitiva tra quelle messe a disposizione dalla Michelin e che vanno scelte, per regolamento, entro il prologo del 25 marzo del Paul Ricard. Ad Abu Dhabi parecchio lavoro ha riguardato sia la parte meccanica sia quella motoristica.

Sul primo fronte si parla di semplici aggiustamenti e piccoli miglioramenti rispetto allo schema di sospensioni e cinematismi dell’anno passato. Ma poi quando si cerca di andare in profondità ecco che gli stessi piloti tra un diniego e un sorriso fanno comprendere che l’affinamento è stato più importante di quanto appaia.

“Rispetto all’anno passato- ha commentato Timo Bernhard- l’approccio ai test e alla stagione è diverso. Nel 2015 ci eravamo presentati con una vettura che non era nella configurazione definitiva. Nelle prime corse, anche per le esigenze di sperimentare cose per la 24 Ore di Le Mans, la 919 era un mix tra la versione 2014 e quella che poi si sarebbe vista successivamente".

"Nel 2016 questa filosofia, anche per via della limitazione regolamentare, cambierà. La vettura che si è vista girare a Yas Marina non è quella che presenteremo al prologo del Ricard. Al suo interno ha cose che avevamo già sperimentato sul finire dell’anno passato e che sono state ulteriormente affinate. Anche nella parte meccanica. L’affinamento è stato totale, in pratica su ogni particolare, e quindi è come avere un pacchetto meccanico quasi inedito o almeno nuovo nella maggior parte dei componenti”.

A Yas Marina la Porsche ha lavorato tantissimo proprio per verificare l’armonia tra meccanica e pneumatici della Michelin. Il risultato è stato raggiunto sia in termini di consumi delle gomme sia di guidabilità della vettura che su un autodromo abbastanza completo come quello di Abu Dhabi è conditio sine qua non.

Migliorato il recupero di energia

Ma c’è dell’altro: sembra che ci sia stato un enorme sforzo svolto a recuperare l’efficienza energetica che la limitazione regolamentare riguardante il flusso del carburante e i megajoule ha imposto. L’architettura del motore è la stessa di quella usata in precedenza: 4 cilindri a V di 90° con due sistemi di sovralimentazione. Il primo, tradizionale con turbina ad assetto variabile, è quello legato al motore vero e proprio. Il secondo, posizionato accanto al turbo tradizionale ma con turbina ad assetto fisso lavora soltanto per recuperare il calore dei gas di scarico e tramutarlo in energia elettrica attraverso la MGU-H, ovvero il generatore elettrico.

Batteria della A123

Il segreto della Porsche, rispetto ai concorrenti, è sempre stato quello di poter contare su un doppio recupero energetico: gas di scarico da una parte e sistema più tradizionale all’avantreno con il classico MGU-K che recupera la potenza in frenata. L’elettricità che si sviluppa viene stoccata poi nel sistema di cellule della statunitense A123, ora acquistata da un gruppo cinese,  che lavora in esclusiva per Porsche e, guarda caso, per la Mercedes Formula 1.

Quando abbiamo chiesto a Bernhard un commento su eventuali sviluppi del combinato motore-MGU-K e MGU-H, la risposta è stata eloquente: ”Cosa sai dell’Alfa Romeo?”, condita da una sonora risata, tipica di chi non può parlare. Ma è chiaro che è proprio nel cuore pulsante della 919 che si è cercato di lavorare al massimo nel corso dell’inverno anche per non incorrere in quei piccoli problemi che hanno rischiato nel 2015 di far perdere corse che parevano già vinte.

Per il resto a Yas Marina è stato sperimentato il sistema a led nello specchietto retrovisore, e si sono viste le aperture generose nei passaruota previste dal regolamento.

Aerodinamica definitiva a Aragon

Ad Aragon, ai primi di marzo, si dovrebbe invece lavorare sull’aerodinamica definitiva di modo da essere pronti per il Paul Ricard con la configurazione da utilizzare a Silverstone. Infine le due Porsche 919 avranno una colorazione tutta nuova rispetto a quella del 2015. Non ci sarà differenziazione di colori tra i due esemplari ma la gente di Weissach assicura che anche in quel settore la 919 sarà in grado di stupire...

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