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Rigon: "Che emozione vincere al debutto con la Ferrari 488"

Davide Rigon con Sam Bird ha dominato la corsa tra le GTE PRO e svela un piccolo segreto: è stato il primo a collaudare il prototipo della nuova vettura di Maranello e il primo a portarla alla vittoria nel WEC

I polesitter LMGTE Pro Davide Rigon, Sam Bird, AF Corse

Foto di: Vision Sport Agency

#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird

Per Davide Rigon e Sam Bird la vittoria nella GTE PRO ha un sapore speciale. Soprattutto per il veneto che con orgoglio non nasconde la soddisfazione di avere tenuto a battesimo il primo esemplare della 488, quando ancora era in fase di gestazione.

"Si sono stato il primo a guidarla la scorsa estate. E quindi è come se con questa vettura si fosse aperto un ciclo speciale. Capirai portarla al debutto nel WEC e vincere subito è magnifico. Però bisogna dare merito a tutto il team dei piloti. Gimmi Bruni ha optato per una scelta di gomme nello sviluppo invernale ideale, con Sam Bird ci aiutiamo a vicenda, e con James, con il quale ho corso l'anno passato, si lavora a meraviglia"

Dall'esterno sembra sia stata una vittoria facilissima...
"Appunto dall'esterno. Per prima cosa siamo stati fortunati per via della penalizzazione che ha costretto Bruni e Calado a partire dal fondo e a perdere 3'. E poi ci è andata bene perché in sei ore non abbiamo mai avuto un calo, un guasto e noi piloti non siamo incorsi in errori. Direi una corsa perfetta".

Gli avversari però sono sembrati poco consistenti...
"Non è vero. Finché è stata in corsa la Porsche di Lietz e Christensen era sufficientemente vicina e girava più velocemente del 2015. Le Aston stavano risalendo bene mentre le Ford dopo l'incidente credo abbiano mantenuto il passo senza prendere rischi".

Sembri essere cambiato nel corso dell'inverno. Più grintoso...
"Non lo so. Ma alla fine della scorsa stagione mi sono guardato dentro e ho capito che per restare in una squadra così importante dovevo dare qualcosa di più. Non tanto nella guida o nel modo di confrontarmi con i tecnici, quanto come atteggiamento esterno. Con l'aiuto della Ferrari credo di esserci riuscito".

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