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Intervista

Pier Guidi: "Una vittoria frutto del nostro metodo di lavoro"

Alessandro Pier Guidi racconta come la gara trionfale della Ferrari 488 sia stata costruita nelle prove libere e nella scelta di una strategia aggressiva in corsa. Così il piemontese e James Calado sono rientrati in lizza per il titolo

Alessandro Pier Guidi, AF Corse

Alessandro Pier Guidi, AF Corse

Marc Fleury

#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird, #7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050 Hybrid: Mi
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird

Percorrere con la gomma anteriore sinistra forata il rettifilo a 256kmh quando mancavano pochi minuti alla conclusione della corsa, arrivare ai box per sostituirla dopo una gara dominata e già rimessa in equilibrio  dall'ingresso della safety car. Ripartire dalla pit lane con la sagoma minacciosa della Porsche RSR di Michael Christensen e riuscire ugualmente a conquistare quell'affermazione che proietta la Ferrari ancora più in alto in classifica costruttori GT.

Alessandro Pier Guidi, assieme a James Calado-autore forse della sua migliore corsa da quando è a Maranello-è stato uno dei grandi protagonisti della 6 Ore statunitense. Chi aveva messo in dubbio le sue qualità il giorno in cui venne nominato pilota del Cavallino per il WEC al posto di Gimmi Bruni si è dovuto ricredere ma il ragazzo di Tortona è uno concreto. Come si disinteressava dei giudizi esterni prima non si esalta nemmeno ora che ha conquistato la seconda vittoria dell'anno.

"Il problema-dice-è che i piloti passano e la Ferrari resta. Non c'è molto da dire. Se mi hanno scelto per il WEC significa che venivo reputato all'altezza del campionato. Continuo semplicemente a svolgere il mio lavoro e credo che un po'alla volta chi era scettico si ricrederà. Il passato è passato. Gimmi per tanti anni è stato il riferimento del mondo GT ma ora ha preso altre strade. Cambiano i piloti ma prosegue la storia della Ferrari".

Il week end era iniziato male, con pochi acuti da parte della vostra 488. Come spieghi il cambiamento in corsa?
"Tendenzialmente cerchiamo sempre di effettuare scelte di set up rivolte alla gara, quindi è naturale che non ci sia la prestazione secca sul giro. Questo approccio a volte non paga. È accaduto, per esempio, in Messico dove abbiamo sbagliato l'opzione di gomme. Ad Austin abbiamo cercato di mettere a punto la 488 focalizzandoci proprio sull'utilizzo delle Michelin e sulla loro mescola perché con questo caldo e con le caratteristiche della pista rappresentava il punto focale. È andata bene. La nostra è stata una strategia molto aggressiva-ndr Calado nella prima ora ha chiesto ai box di poter superare Rigon per attaccare l'Aston di Thiim in quei momenti al comando- e credo che la vittoria sia stata guadagnata".

Abbiamo rischiato di perdere per colpe non nostre

"Abbiamo rischiato anche di perderla per fattori esterni. La prima volta è entrata in pista la safety car e il nostro vantaggio di 30" è andato a farsi benedire. Così abbiamo iniziato di fatto un'altra gara e ricostruito il gap con gli altri.  Avevamo la vittoria in pugno ed è arrivata la foratura. aAbbiamo di nuovo perso tutto quanto a pochi minuti. Alla fine, grazie anche alla bravura dei ragazzi dell'AF Corse, sono riuscito a rientrare in pista con qualche metro di vantaggio su Christensen che stava affrontando la prima curva. E fortuna e sfortuna si sono compensate".

Questo è un mondiale molto equilibrato. La Ferrari sembra essere la vettura più costante nelle prestazioni anche laddove in teoria dovrebbe trovarsi in difficoltà. Con i punti conquistati oggi pensi che sia stato compiuto un balzo quasi decisivo per il titolo?
"Intanto siamo davanti ed è importante. Siamo arrivati ad Austin convinti di vivere un week end difficile, invece è accaduto come al Nürburgring. In effetti hai ragione: anche quando non siamo competitivi a livello massimo non abbiamo mai grossi cali che invece colpiscono a turno le altre vetture. Per quanto riguarda la classifica mondiale piloti nonostante qualche punto che manca perché abbiamo sbagliato qualcosina siamo tornati in lizza. Possiamo giocarci tutto. Tra i costruttori c'è un margine interessante e per il titolo piloti tutto è aperto: siamo in tanti a poterlo conquistare".

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