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Parte in ritardo la caccia delle endotermiche alla Toyota

A pochi giorni dal prologo del Paul Ricard Toyota è pronta a raccogliere la sfida delle LMP1 tradizionali. La BR1 è quella che ha percorso il maggior numero di test mentre tutte le altre hanno provato meno

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050-Hybrid: Fernando Alonso

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050-Hybrid: Fernando Alonso

Toyota Racing

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050-Hybrid: Mike Conway
#7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050-Hybrid: Jose Maria Lopez
Sébastien Buemi, Fernando Alonso, Kazuki Nakajima, Toyota Gazoo Racing
Matevos Isaakyan, SMP Racing Dallara BR1 LMP1
Matevos Isaakyan, Mikhail Aleshin, Sergey Sirotkin, SMP Racing Dallara BR1 LMP1
Vitaly Petrov, SMP Racing Dallara BR1 LMP1
SMP Racing Dallara BR1 LMP1
SMP Racing Dallara BR1 LMP1
SMP Racing Dallara BR1 LMP1
Toyota Racing Toyota TS050 Hybrid
#7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050-Hybrid: Fernando Alonso
#7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050-Hybrid: Fernando Alonso
Rebellion R-13
Rebellion R-13
Rebellion R-13
Ginetta G60-LT-P1
Mike Simpson, Ginetta G60-LT-P1
Ginetta G60-LT-P1

Il prologo del Paul Ricard dei prossimi giorni, 6 e 7 aprile, sarà il primo terreno di sfida tra le vetture LMP1 a propulsione endotermica e la Toyota a motore ibrido. Come sempre accade è molto probabile che qualcuno giocherà a nascondino e non ci sarebbe da stupirsi se alla fine i tempi premiassero chi, sulla carta, fino a ieri sembrava non possedere alcun tipo di potenzialità.

Le nuove normative in materia della classe maggiore hanno cercato infatti di offrire  parecchie frecce all'arco dei team che usano l'endotermico sia sul fronte delle agevolazioni  di sviluppo sia nel rapporto di equivalenza tra i loro prototipi e quello della Casa giapponese. Da quanto avvento nel corso dell’inverno la situazione è ancora da definire. I vari test ai quali si sono sottoposti gli uni e gli altri hanno offerto qualche spunto ma è chiaro che senza un confronto diretto, sui rilievi cronometrici e soprattutto sulla distanza, ogni possibile previsione è di fatto impossibile.

Il dato certo è che in Toyota hanno lavorato moltissimo per cercare di allargare il più possibile i confini ai quali la nuova vettura, evoluzione di quella già ottima dell’anno passato, è stata castrata dalle nuove normative. Il timore dei tecnici di Colonia è che i 35 kg di carburante per stint a disposizione alla 24 Ore di Le Mans, un obiettivo che per Toyota è diventato imperativo categorico, non permettano alle vetture giapponesi di reggere le medie - potenziali sia chiaro - delle migliori tra le vetture endotermiche, in grado in qualifica di spingersi su tempi vicini ai 3’14 e di mantenere un ritmo molto competitivo per l’intero arco della corsa. Chiaramente la Toyota avrà il vantaggio di sostare meno delle rivali ma il rischio, sempre in linea teorica, esiste. Per questo le antenne della Casa nipponica sono ben dritte.

BR1 stakanovista: nessuno ha percorso più chilometri

La realtà dell’inverno ha però detto un’altra cosa. Tra le squadre che useranno vetture a motore endotermico poche si presenteranno al via del prologo con un numero importante di chilometraggio e quindi di sviluppo della propria vettura. La primastista, in questa speciale classifica, è di sicuro la BR1 Dallara del team SMP.

Prima vettura della nuova generazione a essere scesa in pista all’inizio dell’autunno, la BR1 ha già subìto alcune evoluzioni e ha di fatto girato costantemente su vari autodromi, percorrendo parecchie migliaia di chilometri. D’altronde la sfida che la squadra del magnate russo Rotenberg ha lanciato nella categoria è una di quelle da non sottovalutare. C’è la tecnologia della Dallara dietro di essa, un buon mix di piloti-lo dimostra l’assunzione di Stephane Sarrazin, che in Toyota era considerato per la sua esperienza un uomo baricentro- un investimento importante per assicurare un futuro certo al costruttore russo. Il team ha anche lavorato molto con l’AER per la definizione ottimale del propulsore e nella ricerca  del rapporto tra prestazione, affidabilità e soprattutto consumi.

Il P60B era stato mostrato in occasione del lancio della BR1 in Bahrain ma da allora ogni componente di questo V6 biturbo è stato ottimizzato per assicurare quella costanza che sarà essenziale se alla prima stagione la vettura made in Varano de Melegari vorrà portare a casa risultati importanti. Sul fronte del telaio la macchina, che non è una semplice evoluzione della LMP2 Dallara, ha fino ad ora risposto molto bene e i tempi ottenuti nei confronti diretti con le altre squadre lo dimostrano.

In ritardo, invece, è la terza BR1-Dallara che verrà schierata dalla DragonSpeed. La ragione risiede nell’installazione dell’otto cilindri aspirato Gibson che è arrivato in leggero ritardo sulla tabella di marcia. L’unità, derivata dal monomotore obbligatorio in LMP2, è stata installata sul telaio la scorsa settimana e ha percorso il roll out a Varano de Melegari alla vigilia di Pasqua con Ben Hanley alla guida in modo da potere essere presente al Paul Ricard. La consegna del Gibson ha richiesto un tempo maggiore rispetto ai rivali della Rebellion per le differenti caratteristiche dei due telai. Quello di Dallara è nato con le specifiche dell’AER e quindi c’erano da sistemare alcuni particolari.

Rebellion attrezzata ma in ritardo

Lo stesso problema lo ha vissuto la Rebellion, che ritorna in LMP1 con la R13 realizzata dall’Oreca e sulla quale dovrebbero esserci pochi dubbi. In teoria, considerando gli equipaggi e la perfetta organizzazione della squadra elvetica, è proprio nella Rebellion che Toyota potrebbe incontrare, soprattutto a Le Mans, il principale ostacolo per la vittoria che ha più a cuore.

Al Paul Ricard, però, sarà presente solo una nuova R13, sulla quale si alterneranno i vari Jani, Lotterer, Senna, Laurent, Beche e Menezes. Il motore Gibson GL458 è stato realizzato una volta saputo che sarebbero cambiati i regolamenti. Concettualmente le sue specifiche erano state definite già l’anno passato ma l’accelerazione causata dal ritiro della Porsche ha costretto l’azienda britannica a rincorrere. Al momento sono 10 i propulsori in via di produzione, compresi le parti di ricambio per le prime tre corse della superstagione. Di questi, due sono gli esemplari effetivamente montati: uno sulla Rebellion che ha svolto i primi test e che si vedrà al Ricard e uno alla Dallara del team di Elton Julian.

Ginetta G60 in corsa contro il tempo

La Ginetta G60, che monta il 6 cilindri sovralimentato della Mecachrome, è andata molto bene ai test di Aragon, percorrendo 1200km senza particolari problemi con tempi non troppo distanti da quelli della Toyota, si parla di 7 decimi. Però anche i britannici oltre al relativo scarso chilometraggio percorso sono in ritardo per l’assemblaggio della seconda vettura e stanno forzando i tempi per riuscire a portare il proprio prototipo al Paul Ricard e per loro la Pasqua sarà lavorativa. Nel caso del team TDSM il problema sono gli equipaggi. Perso Robert Kubica si stanno vagliando varie opportunità e anche in questo caso la corsa è contro il tempo per riuscire a scaldare gli eventuali prescelti nel prologo.

Per ByKolles roll out in aeroporto

ByKolles, dopo aver abbandonato il WEC nelle ultime corse dell’anno passato, è scesa all’aeroporto bavarese di Donauwoerth il 30 marzo per rodare la sua CLM. La vettura è di fatto la stessa del 2017 con le evoluzioni dettate dal regolamento e con nuovi parti aerodinamiche. Immutato il propulsore che è il Nismo. Piuttosto si è rivisto alla guida Dominik Kraihmer dopo quasi dieci mesi di assenza dal WEC. L’austriaco dovrebbe essere presente, assieme a Oliver James Webb, al Paul Ricard.

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