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Jani: “Le Mans è magica, ma può essere una maledizione!”

Il driver elvetico della Porsche torna a parlare dello sfortunato epilogo della corsa francese, che ha costretto l’équipe vincitrice nel 2016 ad alzare bandiera bianca per il primato finale”.

Neel Jani, Porsche Team

Foto di: Erik Junius

Neel Jani, Porsche Team
Neel Jani, Porsche Team, Fritz Enzinger, Head of Porsche LMP1
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
Neel Jani
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
Neel Jani, Porsche Team
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
Neel Jani, Porsche Team
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley takes the checkered flag and the win in front of #1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy

A quattro ore dal termine della 24 Ore di Le Mans, la sfortuna si è abbattuta su Neel Jani, André Lotterer e Nick Tandy.

Con 13 giri di vantaggio nei confronti della seconda classificata, la corsa della Porsche 919 Hybrid numero 1 è stata infatti arrestata brutalmente per un problema alla pressione dell’olio, lasciando strada libera per il successo nelle mani dei colleghi Earl Bamber, Timo Bernhard e Brendon Harthley. 

“Purtroppo non abbiamo perso soltanto la vittoria in una corsa tanto prestigiosa, bensì anche le speranze per il titolo mondiale si sono ridotte drasticamente. È stato subito chiaro per me”, rivela Neel Jani ai microfoni di Motorsport.com Svizzera.

 

In seno alla Casa di Stoccarda hanno passato ore e ore a cercare di individuare quale fosse stato il problema, giungendo alla 6 Ore del Nürburgring con ancora diversi punti interrogativi. La Porsche ha comunque proiettato in testa la vettura gemella a quella di Jani e compagni, diventati quindi “la priorità” al momento.

“Comprensibile per un costruttore ambizioso come il nostro Marchio. Fa parte del nostro lavoro e lo accettiamo”, spiega il driver di Rorschach.

 

Da un punto di vista sportivo, sventolare bandiera bianca a Le Mans con ancora due terzi di stagione da disputare, è un verdetto duro da accettare secondo il vincitore della passata edizione. “Le ultime quattro ore in Francia hanno segnato il nostro destino. Recuperare adesso è pressoché impossibile”.

Nel 2016 Romain Dumas, Marc Lieb e Neel hanno approfittato della doppia valenza dei punti di Le Mans per potersi laureare campioni del mondo al termine della stagione. “È un po’ la maledizione della 24 Ore. Uno scenario simile, così magico e importante, dovrebbe svolgersi al termine della stagione, quando i giochi sono ancora del tutto aperto”, dice il rossocrociato. 

Il Campionato FIA di Formula E è un buon supporto alla tesi di Jani. Nel 2015 e nel 2016 il calendario “full electric” si è chiuso con un doppio ePrix a Londra. L’edizione 2017, invece, si chiude con due doppie tappe a New York e in Canada, rendendo così il campionato incerto fino all’ultima bandiera a scacchi.

 

Per Neel Jani non è la prima volta che ha dovuto “cedere” la vittoria finale ai compagni di scuderia. Nella penultima tappa del 2015 al Fuji, Jani, Lieb e Dumas hanno dovuto cedere il passo alla vettura gemella. Con il senno di poi, la mossa si è rilevata più azzeccata che mai. Senza i sette punti “regalati”, Mark Webber non sarebbe mai diventato campione del mondo in compagnia di Timo Bernhard e Brendon Hartley.

Al termine del campionato, potremo scoprire se le priorità in casa Porsche si sono rilevate corrette oppure avrebbero dovuto essere riviste. 

La Toyota, invece, non sembra apparentemente prediligere un equipaggio anziché un altro dopo quattro delle nove corse in programma. La scuderia nipponica non ha ancora estratto la calcolatrice per fare i calcoli, ma non è da escludere che la vettura di Mike Conway, Kamui Kobayashi e José Maria Lopez possa avvantaggiare i compagni Sébastien Buemi, Anthony Davidson e Kazuki Nakajima, secondi in classifica con un ritardo di trenta punti rispetto alla Porsche leader.

La Casa di Stoccarda guida anche la classifica costruttori con 154 punti, 39 in più rispetto ai rivali. 

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