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Audi, Porsche, Toyota: chi si è nascosto di più nei test?

Abbiamo analizzato alcuni dati interessanti raccolti durante la due giorni del Paul Ricard

Quale dei tre top team del Campionato Mondiale Endurance ha giocato più a carte scoperte in occasione della due giorni di prove collettive sul Paul Ricard, venerdì e sabato scorsi? Si direbbe la Porsche, ma scopriremo la risposta esatta soltanto fra poco più di due settimane a Silverstone, quando il WEC inizierà e Audi, Porsche e Toyota dovranno svelare le reali capacità delle proprie LMP1-H. Intanto la mole di dati relativi a Le Prologue, che la FIA ha pubblicato, consente di esprimere valutazioni abbastanza puntuali su quanto accaduto in Francia. Nei cinque turni di prove per complessive 16 ore l’auto che ha realizzato il miglior tempo è la Porsche 919 Hybrid n.20 con 1’41”289 a 205,8 km/h di media; seconda l’Audi R18 e-tron quattro n.2 con 1’42”073, terza la Porsche n.14 (1’42”126) e quarta la Toyota TS040 Hybrid n.7 con 1’42”356. Il team principal della Porsche, Andreas Seidl, ha esplicitamente dichiarato che la squadra ha provato anche in assetto da qualifica. E i tre piloti della 919-Hybrid n.20 in effetti hanno conquistato i tre migliori crono del Prologue con nell’ordine Hartley, Bernard e Webber raccolti nell’arco di 0”640. Ma la n.20 non ha mostrato soltanto ottime performance sul giro, visto che nei due giorni ha coperto 334 giri, un risultato superato soltanto dalla Toyota n.7 con 353 giri pari a 2.044 km, 110 km più della Porsche. L’Audi ha avuto un approccio molto diverso dai “cugini” di Stoccarda, simbolizzato anche dalla collocazione del suo box all’estremo opposto della pit lane rispetto a quello Porsche. Il miglior tempo della n.2, segnato da Lotterer è più lento di quello della Porsche n.20 di 0”784 e non è mai stato nemmeno avvicinato dai compagni di equipaggio Fassler (+0”715) e Tréluyer (+1”147). Pur essendo stata l’Audi che ha girato con maggiore regolarità, la n.2 non è stata “spremuta” oltre i 147 giri. La Toyota era in pista con la vettura più nuova della categoria LMP1-H, ma anch’essa lungamente collaudata prima del Prologue. In effetti la TS040 Hybrid ha dimostrato un’affidabilità tale da permetterle di dare al team il primo posto come chilometraggio complessivo percorso nei due giorni dalle due vetture: 3.863 km (667 giri), ben 307 km più delle due Porsche. Soltanto Sarrazin, sulla n.7, si è inserito fra le Porsche e le Audi, staccando i suoi coequipier Wurz e Nakajima, di oltre 1 secondo. La conformazione del circuito Paul Ricard permette di dividere il percorso in tre frazioni dalle caratteristiche ben definite. Il primo settore, che va dal traguardo all’ingresso della curva S.te Baume è un misto veloce; il secondo, dalla curva 6 alla speed trap quasi in fondo al rettilineo del Mistral, è decisamente veloce; il terzo, da prima della curva Signes al traguardo è un misto stretto. La Porsche evidenzia un ottimo equilibrio aerodinamico, segnando con le due 919 Hybrid i due migliori tempi sia nel primo (30”384) sia nel secondo (24”915) settore, dove guadagna un vantaggio sufficiente a compensare l’handicap che registra nel tratto lento. Al contrario l’Audi mostra di aver puntato su un’aerodinamica piuttosto “carica”, difendendosi bene nel settore medio-veloce (2. e 3. parziale), pagando poi 1”566 alla Porsche sul Mistral, ma spiccando i due migliori parziali fra Signes e il traguardo (44”400). Toyota non brilla in nessuno dei tre settori: 5. e 6. crono nel medio-veloce, 3. e 4. sia sul veloce (+1.177”) sia nel misto stretto, dove però perde meno di 0”4 dalla miglior Porsche. Infine, le velocità massime del Prologue vanno osservate con attenzione. Al vertice di questa graduatoria si colloca di nuovo la Porsche, ma questa volta la n.14, con 339,6 km/h. Stranamente dopo essere sfrecciato così forte alla speed trap Dumas, in quel momento al volante, non ha completato il giro ma è rientrato ai box. Nella tornata precedente aveva toccato i 323,4 km/h, staccando però un tempo di 2”147 più alto del suo migliore, quando la velocità massima era risultata di 309,5 km/h. Un comportamento analogo l’ha avuto Bernard, con l’altra Porsche: ai box nel giro in cui sfreccia a 328,3 km/h. Nella tornata precedente aveva toccato i 326,3 km/h girando 2”947 più lento del suo miglior crono (318,6 km/h di punta). Stessa strategia in casa Toyota con Sarrazin che torna ai box dopo aver fatto i 328,3 km/h, mentre il giro precedente aveva toccato i 327,3 orari, a +1”939 dal miglior crono personale realizzato con una punta di 322,4 km/h. Audi conferma anche in questo caso di aver puntato su un’aerodinamica mirata più alla down force che alla penetrazione: nel suo giro più veloce la R18 e-tron n.2 di Lotterer è registrata a 294,3 km/h mentre la velocità massima Audi dei due giorni è un 302,5 km/h sempre di Lotterer con un tempo di 1"326 superiore al suo miglior crono.

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