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Intervista

Famin: "Peugeot a Le Mans? Riduzione di peso come alternativa all'ibrido!"

Bruno Famin, direttore di Peugeot Sport, è attratto all'idea di tornare nel WEC con il marchio del Leone, ma ritiene che i costi attuali vadano dimezzati con l'introduzione di nuove regole che puntino alla riduzione di peso dei Prototipi LMP1.

Peugeot 3008 DKR

Peugeot 3008 DKR

Franco Nugnes

Bruno Famin, direttore Peugeot Motorsport
Le Mans Special Exposition, Peugeot 908
#314 Peugeot: Sèbastien Loeb with Bruno Famin, head of Peugeot Sport
Peugeot 908 HDi FAP 2009
1993 Peugeot 905 EV1 Bis
1993 Peugeot 905 EV1 Bis
2006 Porsche RS Spyder

Le voci di un’uscita dell’Audi dal WEC hanno scosso il mondo delle gare Endurance anche se il grande capo, Wolfgang Ullrich, ha cercato di spegnere gli allarmismi. L’ACO e la FIA, quindi, dovrebbero valutare con grande attenzione l’idea della Peugeot di tornare nelle corse di durata. L’idea è del presidente del Gruppo PSA, Carlos Tavares, che vorrebbe riallacciare il filo con il successo del Leone alla 24 Ore di Le Mans del 2009.

A Bruno Famin, direttore e CEO di Peugeot Sport, brillano gli occhi quando si parla di Prototipi, anche se la sua attenzione è tutta focalizzata alla prossima Dakar dove la Casa francese sarà presente con quattro 3008 DKR ufficiali. Il manager transalpino vuole ripetere il successo dello scorso anno in Argentina, ma non è certo il tipo che si tira indietro per spiegare qual è il suo punto di vista per un ritorno alle corse in pista…

“L’idea è interessante, ma la FIA, il promotore e i Costruttori coinvolti devono aprire una discussione per rendere la categoria più attrattiva al grande pubblico. E poi è necessario creare le condizioni perché Peugeot possa fare il suo ritorno nel WEC”.

Qual è l’ostacolo principale?
“E’ quello dei costi che non siamo in grado di sostenere come Peugeot Sport”.

Neanche con uno sponsor importante?
“Non è una questione legata all’eventuale sponsor, ma alle regole tecniche che definiscono oggi il campionato riservato ai Prototipi: i costi da sostenere per essere competitivi sono al di fuori della nostra portata. Bisognerebbe tagliare le spese di sviluppo di una LMP1 della metà. Oggi il WEC costa troppo rispetto al ritorno che è in grado di dare. A mio parere bisognerebbe lavorare su due fronti: sui regolamenti per abbattere i costi di progettazione delle vetture e quelli di una stagione di corse e sull’accrescere la notorietà di un Campionato che si poggia sulla 24 Ore di Le Mans”.

La 24 Ore di Le Mans richiama 200 mila persone…
“E’ un evento fantastico, non si discute, ma dura solo una settimana, mentre il resto del campionato ha ricadute buone, ma non eccezionali. Posso dire che sono meglio i ritorni che abbiamo avuto dalla Dakar”.

E allora cosa bisognerebbe fare per soddisfare la voglia di Carlos Tavares?
“Oggi il WEC non è sostenibile, anche se lo spirito del regolamento è molto buono: ci sono tre grandi Costruttori che vogliono mostrare qual è il loro livello innovativo e l’efficienza della tecnologia che hanno deciso di sviluppare, ma i costi sono esagerati, per cui nessun altro sarà intenzionato a entrare a quelle condizioni, per cui sarebbe necessario sedersi a un tavolo per discutere quali potrebbero essere le regole per il 2019 o 2020”.

In quale direzione vorrebbe andare?
“Il concetto dell’ibrido che caratterizza questo regolamento è molto interessante, ma come ho già detto troppo costoso. Io vorrei porre sul tavolo un diverso modo di cercare l’efficienza di un Prototipo, per arrivare allo stesso risultato attraverso una strada del tutto diversa, vale a dire quella della riduzione del peso minimo: se si vogliono ridurre le emissioni e i consumi ci sono altre valide opportunità che non sono legate solo all’ibrido”.

Ma dopo tutto quello che Porsche, Audi e Toyota hanno speso avrebbe senso abolire l’ibrido?
“Non l’ho mai detto, è giusto che chi ha investito in questa tecnologia possa proseguire a svilupparla. Io vorrei porre una via alternativa: lavorando sulle regole penso che si potrebbe trovare un’equivalenza di prestazioni, magari mettendo qualche limite alle power unit attuali che sono troppo sofisticate. Le tecnologie ammesse devono essere coerenti con il trasferimento che si potrà ottenere sulle vetture di serie”.

Lancia una nuova filosofia per interpretare l’Endurance…
“Ci posso mettere l’idea, ma sono la FIA, l’ACO e gli altri Costruttori che devono discutere il tema. Ora ci sono due marchi del Gruppo VW che corrono e spendono cifre esorbitanti. A sentire le voci non potrà durare, per cui dovranno porre le basi a dei regolamenti che permettano ad altri marchi di avvicinarsi alle gare di durata con budget più accessibili”.

E secondo lei quanti chili si potrebbero togliere dalle attuali LMP1 rinunciando alla tecnologia ibrida?
“Mi viene in mente che nel 2008 in America correva con il team Penske la Porsche RS Spyder che era una LMP2 da 780 kg. Oggi bisognerebbe pensare una biposto chiusa…”.

In quanto tempo pensa che Peugeot possa pensare alle gare di durata?
“Non meno di due o tre anni, ma solo se ci saranno le condizioni che ho detto prima e sono quelle che ci ha indicato il grande capo Carlos Tavares quando ha detto che un giorno vorrebbe rivedere la Peugeot a Le Mans. Del resto abbiamo già investito molto nel programma Dakar, per cui ora dobbiamo aspettarci l’adeguato ritorno che avevamo preventivato”.

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