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Intervista

Di Grassi: " Veloci sì ma dobbiamo sbagliare meno "

Lucas Di Grassi va in controtendenza. Spiega che ci sono stati errori da parte della squadra che hanno condizionato il risultato finale. Svelando che Duval ha anticipato una sosta perché stava disidrantandosi

Lucas di Grassi, Oliver Jarvis, Audi Sport Team Joest

Lucas di Grassi, Oliver Jarvis, Audi Sport Team Joest

Audi Communications Motorsport

Lucas Di Grassi è un ragazzo schietto che ha l'onestà di non cercare scuse. È per questa ragione che non prova delusione come i suoi compagni di guida Loic Duval e Oliver Jarvis per il secondo posto. In conferenza stampa, come era accaduto dopo il podio di Le Mans, non si è fatto pregare nel dire cose in controtendenza: " I risultati di una corsa sono sempre l'espressione di come si è lavorato in fabbrica, di quanto si sia sviluppata la vettura, di come si siano organizzati i pit stop e il lavoro dei meccanici, dell'affidabilità e dei fatti che in ogni gara accadono. Probabilmente oggi non avevamo il miglior pacchetto".

Preso poi individualmente il pilota brasiliano ha spiegato cosa secondo lui non ha funzionato in una 6 Ore che l'Audi stava dominando.

" Guarda io sono contento, ho fatto il mio lavoro però ci sono cose che dobbiamo imparare. Abbiamo perduto quasi 2' per problemi vari. Pit stop sbagliati,  la porta che restava aperta. Pensa- e accena una rotazione della spalla- che ho dovuto continuamente fare dei movimenti strani per cercare di chiuderla e quindi mi sono dovuto fermare perché non ce la facevo più. Poi nell'ultimo stint dovevo contemporaneamente difendermi da Sarrazin e cercare di attaccare Bernhard".

-Perché avete anticipato una sosta quando Duval si è fermato per consegnare la vettura a Jarvis, copiando di fatto la tattica della Porsche numero 2. Era previsto?

" No. È accaduto che non funzionava il sistema che permette al pilota di dissetarsi. Loic era quasi completamente disidratato ed è stato costretto ad anticipare la propria fermata. E anche lì abbiamo perso tempo".

-Vi resta la consolazione, oltre che del secondo posto, di avere tra le mani una vettura vincente

" Guarda che è stato così pure in Messico. Nelle prime due ore eravamo al comando con facilità. La vettura è ottima e ora va molto forte. Solo che ci manca ancora qualcosa. Dobbiamo cercare di sbagliare meno. Forse organizzarci meglio, essere più precisi, più perfezionisti, badare a quei dettagli che poi fanno la differenza".

 

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