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6 Ore del Fuji: la Toyota torna alla vittoria dopo un paio di anni!

Kobayashi, Conway e Sarrazin centrano il successo alla 6 Ore del Fuji, sulla pista della Toyota che coglie la prima affermazione stagionale. Dietro alla TS050 Hybrid si classifica l'Audi di Duval, Di Grassi e Jarvis a 1"4. Terza la Porsche #1.

#6 Toyota Racing Toyota TS050 Hybrid: Stéphane Sarrazin, Mike Conway, Kamui Kobayashi

Foto di: Toyota Racing

La Toyota ha centrato il primo successo della stagione nel WEC vincendo la 6 Ore del Fuji: davanti al pubblico di casa e sulla pista che è di proprietà della Casa nipponica, l’affermazione di Kamui Kobayashi, Mike Conway e Stephane Sarrazin è stata possibile grazie ad una scelta strategica azzeccata proprio nel finale che ha messo in ginocchio l’Audi che ormai contava di aver messo le mani sulla corsa. Erano due anni che la Casa che è leader del mercato di serie nel mondo non riusciva a vincere nel mondiale Endurance.

La gara del Fuji è stata per lo più controllata dall’equipaggio Audi che aveva brillantemente ottenuto la pole position: Lucas di Grassi, Oliver Jarvis e Loic Duval hanno dettato il passo della 6 Ore, ma l'equipaggio della Toyota TS050 #6 è riuscito a stare sufficientemente vicino alla R18 e-tron quattro, tanto da portargli un attacco nel momento risolutivo della corsa, montando un treno di gomme nuove nel pit stop finale.

Potendo contare su pneumatici freschi Kamui Kobayashi ha cambiato passo, trasformando quello che era un distacco di 7” su Loic Duval in un vantaggio che è arrivato a essere di 13 secondi negli ultimi 45 minuti di gara, non potendo l’Audi replicare all’azzeccata mossa dei giapponesi, dovendo gestire coperture ormai usurate.

Ma il vantaggio del maggior grip della gomma nuova è durato poco e poi, il divario è andato a ridursi rapidamente, fino a stabilizzarsi oscillando intorno tra i quattro e i secondi. Negli ultimi 10 minuti, Duval è tornato alla carica con l’Audi cercando di rimettere in discussione un risultato finale che sembrava ormai in cassaforte.

Il francese si è visto sventolare la bandiera a scacchi mentre stava esprimendo il massimo potenziale della R18 e-tron quattro: alla fine della sesta ora Kamui Kabayashi ha chiuso con un margine di appena 1”439. La Toyota ha festeggiato il ritorno al successo che è mancato dalla gara in Baharain del 2014.

La Porsche non è mai entrata nel vivo della cora giapponese e alla fine il terzo posto dell 919 Hybrid # 1 di Mark Webber, Brendon Hartley e Timo Bernhard esprime il massimo risultato a cui il marchio di Weissach poteva ambire non avendo il ritmo indiavolato dell’Audi.

Timo Bernhard era riuscito a sorpassare Stephane Sarrazin al secondo posto dopo il quarto round dei pit-stop, ma si è trattato solo di una fiammata della vettura # 1 che poi è stata costretta a riaccodarsi alla Toyota #6 prima della successiva sosta.

La seconda Toyota TS050 Hybrid di Sebastien Buemi, Anthony Davidson e Kazuki Nakajima non è mai stata in lizza per la vittoria e si accontentata del quarto posto, finendo a 53 secondi dalla vettura gemella che ha vinto la corsa.

I leader del campionato WEC, Neel Jani, Romain Dumas e Marc Lieb con la Porsche #2 hanno concluso quinti, mettendo in cascina dei punti preziosi dopo aver subito un problema in qualifica che sembra aver avuto riflessi anche su una gara sottotono. L’equipaggio di Weissach ha perso tempo anche ai box per un intervento sulla carrozzeria nella parte anteriore della 919 Hybrid, quando la gara era arrivata al giro di boa.

Peggio è andata all’Audi #7 di Andre Lotterer, Marcel Fassler e Benoit Treluyer, che ha subito un guasto al sistema ibrido nelle fasi iniziali della corsa e poi è stata costretta al ritiro dopo una lunga sosta nel garage per rimuovere un semiasse anteriore che aveva reso la R18 illegale.

La classe LMP1-L è stata vinta dalla Ribellion che aveva come unica rivale la ByKolles che è sparita dalla scena alla terza ora perché ha preso fuoco ed è stata costretta al ritiro.

G-Drive vince in LMP2

La classe LMP2 è stata altrettanto emozionante, con l’Oreca # 26 della G-Drive guidata da Will Stevens, Roman Rusinov e Alex Brundle che esce vittoriosa da una sfida durissima contro la Ligier della RGR Sport by Morand di Filipe Albuquerque, Ricardo Gonzalez e Bruno Senna.

La G-Drive ha condotto buona parte della gara, ma non riusciva ad allungare i suoi stint per cui finiva regolarmente dietro alla Ligier dopo i pit stop: è stato così anche dopo l’ultima sosta, con Will Stevens che è rientrato in pista nella scia di Senna.

Il britannico poi ha cercato un sorpasso in rettilineo, venendo spinto verso l’interno dal rivale. In questa manovra Will sarebbe arrivato a tagliare la riga bianca che ha spinto la direzione gara a far restituire la posizione alla Ligier. Il provvedimento che ha fatto molto discutere, comunque, non ha deciso il risultato dal momento che l’arcigno Stevens ha saputo riprendersi il maltolto con un bel sorpasso.

Al terzo posto si segnala la buona prestazione dell’Oreca Signatech con Nicolas Lapierre, Gustavo Menezes e Stephane Richelmi che continuano a condurre la classifica di LMP2 mentre il quarto posto non è sfuggito allìesordiente Antonio Giovinazzi in gara con Giedo Van Der Garde e Sean Gelael sulla ESM Ligier.

Ford fa doppietta nel GTE-Pro

Non c’è stata storia in classe GTE-Pro: le due Ford GT del team Ganassi hanno dominato in Gran Turismo con Andy Priaulx e Harry Tincknell che hanno conquistato una bella doppietta insieme a Stefan Mucke e Olivier Pla.

La Casa americana ha tremato nel finale quando un testacoda di Olivier Pla nel sorpasso di un doppiato ha rischiato di pregiudicare l’uno-due Ford dopo l’ultima affermazione che risale alla 24 Ore di Le Mans.

La Ferrari è stata relegata a un ruolo subalterno: le due 488 dell’AF Corse hanno concluso quest’ultimo ha separate di appena 8” con Gimmi Bruni e James Calado davanti ai compagni di colori Sam Bird e Davide Rigon.

Non sono mai state protagoniste le due Aston Martin che hanno accusato gli aggiustamenti del BOP. Marco Sorensen e Nicki Thiim, restano in testa al campionato nonostante il quinto posto finale.

Se la Casa inglese soffre nella classe maggiore del GT, domina in GTE-Am: la Vantage di Paul Dalla Lana, Mathias Lauda e Pedro Lamy è risultata imprendibile in Giappone, rifilando un giro alla Ferrari della AF Corse. Però, l’equipaggio formato da Rui Aguas, Francois Perrodo e Emmanuel Collard grazie al secondo posto resta in testa alla divisione GTE-Am…

 

La classifica della gara:

Cla #PilotiAutoClassGiriTempoGapDistaccoPitsRitiratoPunti
1   6  Stéphane Sarrazin 
 Kamui Kobayashi 
 Mike Conway 
Toyota TS050 Hybrid LMP1 244 6:00'37.284     6    
2   8  Lucas Di Grassi 
 Loïc Duval 
 Oliver Jarvis 
Audi R18 LMP1 244 6:00'38.723 1.439 1.439 6    
3   1  Mark Webber 
 Timo Bernhard 
 Brendon Hartley 
Porsche 919 Hybrid LMP1 244 6:00'54.623 17.339 15.900 6    
4   5  Anthony Davidson 
 Kazuki Nakajima 
 Sébastien Buemi 
Toyota TS050 Hybrid LMP1 244 6:01'31.063 53.779 36.440 6    
5   2  Romain Dumas 
 Neel Jani 
 Marc Lieb 
Porsche 919 Hybrid LMP1 243 6:00'47.939 1 giro 1 giro 6    
6   13  Alexandre Imperatori 
 Dominik Kraihamer 
 Matheo Tuscher 
Rebellion R-One LMP1 229 6:00'51.150 15 giri 14 giri 7    
7   26  Will Stevens 
 Roman Rusinov 
 Alex Brundle 
Oreca 05 LMP2 223 6:00'54.127 21 giri 6 giri 7    
8   43  Bruno Senna 
 Ricardo Gonzalez 
 Filipe Albuquerque 
Ligier JS P2 LMP2 223 6:00'55.525 21 giri 1.398 7    
9   36  Nicolas Lapierre 
 Gustavo Menezes 
 Stéphane Richelmi 
Alpine A460 LMP2 223 6:01'21.750 21 giri 26.225 6    
10   30  Giedo van der Garde 
 Sean Gelael 
 Antonio Giovinazzi 
Ligier JS P2 LMP2 223 6:01'45.443 21 giri 23.693 7    
11   31  Pipo Derani 
 Ryan Dalziel 
 Chris Cumming 
Ligier JS P2 LMP2 222 6:00'38.760 22 giri 1 giro 7    
12   42  Jonny Kane 
 Lewis Williamson 
Gibson 015S LMP2 222 6:00'45.600 22 giri 6.840 7    
13   44  Roberto Merhi 
 Richard Bradley 
 Matt Rao 
Oreca 05 LMP2 222 6:01'05.157 22 giri 19.557 8    
14   27  Maurizio Mediani 
 Nicolas Minassian 
 Mikhail Aleshin 
BR01 LMP2 222 6:01'45.418 22 giri 40.261 6    
15   35  Paul-Loup Chatin

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