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La colonna di Rahel Frey: viaggio nel cuore dell’Arosa ClassicCar

Nel suo appuntamento scritto con i lettori di Motorsport.com, la lady driver elvetica parla dell’affascinante esperienza nella 13esima edizione della corsa nel Canton Grigioni, concentrandosi sul movimento femminile.

La Volvo PV544 del 1960 guidata da Rahel Frey

Rahel Frey

Rahel Frey (nata il 23 febbraio 1986 a Niederbipp) è una pilota automobilistica svizzera. egli è la prima donna a vincere una gara nella Formula 3 tedesca Cup. Nel 2011 e 2012 ha preso parte al DTM, salvo orientarsi l'anno successivo sul Gran Turismo con l'Audi R8 LMS Cup.

Rahel Frey, Phoenix Racing,  Audi R8 LMS GT4, garage
#18 Audi Sport Team Phoenix, Audi R8 LMS GT4: Rahel Frey
#18 Audi Sport Team Phoenix, Audi R8 LMS GT4: Rahel Frey
#18 Audi Sport Team Phoenix, Audi R8 LMS GT4: Christian Abt, Rahel Frey, Patrick Huismann, Peter Ter
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#18 Audi Sport Team Phoenix, Audi R8 LMS GT4: Christian Abt, Rahel Frey, Patrick Huismann, Peter Ter
#50 YACO Racing, Audi R8 LMS: Philip Geipel, Rahel Frey
#50 YACO Racing, Audi R8 LMS: Rahel Frey
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Rahel Frey, Yaco Racing, schaut sich ihre Kolumne auf motorsport.com an
#50 YACO Racing, Audi R8 LMS: Philip Geipel, Rahel Frey
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#50 YACO Racing, Audi R8 LMS: Philip Geipel, Rahel Frey
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La Volvo PV544 del 1960 guidata da Rahel Frey
Arosa ClassicCar con il maltempo
Potere alle donne: Babs Gyger con Rahel Frey

Care lettrici, cari lettori,
il primo fine settimana del mese di settembre ho avuto l’onore di partecipare alla 13esima edizione dell’Arosa ClassicCar per conto di Audi Svizzera. In qualità di pilota di un team cliente di questa prestigiosa Casa, infatti, non partecipo esclusivamente a gare e test, ma anche a eventi che si differenziano dal mondo delle corse ad alta velocità. Fa parte del mio lavoro rappresentare il marchio Audi in iniziative come l’Arosa ClassicCar.

 

Guidare un’auto storica in giro per le Alpi della Svizzera è sicuramente un evento molto interessante, sia per i piloti sia per gli spettatori. Vi posso assicurare che non ci si annoia affatto. 

 

Come molti di voi sapranno, in Svizzera è tuttora in vigore la normativa che vieta le manifestazioni in circuito aperte al pubblico a seguito del “disastro di Le Mans” del 1955. Così, le cosiddette cronoscalate e le corse di Slalom, oltre a qualche Rally, sono le competizioni più frequenti nella Confederazione Elvetica, ma bisogna ammettere che esse attirano numerosi appassionati. 

L’Arosa ClassicCar è una popolare corsa di velocità in Montagna nella quale partecipano sia veicoli storici sia vetture sportive più moderne. Il percorso è lungo 7,3 chilometri ed è composto da oltre 76 curve tra Langwies ad Arosa, naturalmente tutte in territorio elvetico.

 

Essendo partner della manifestazione, Audi Svizzera permetteva ai curiosi di prendere parte alla corsa al fianco di piloti ufficiali come me: c’erano Harald Demuth, Tom Kristensen, Marcel Fässler, Benoît Tréluyer, Thomas Koller, Stefan Eichhorner, Florian Gruber, Yves Meyer.

Ma noi fungevamo soltanto da contorno alla corsa. Gli attori, o attrici, principali erano altri, ma preferirei concentrare questa volta la mia colonna sull’insufficiente numero di partecipanti.

Arosa merita sempre una visita

Passeggiando nell’ospitale e ben curato paddock a 1.700 metri d’altezza di Arosa ho avuto modo di riscontrare che, su 169 partecipanti nelle tre categorie, soltanto cinque erano di sesso femminile. Con due di queste ho avuto il piacere di scambiare qualche parola, circostanza che mi permette di scrivere quello che state per leggere. Ci sono infatti conoscenze che ti segnano e ti porti per sempre con te. 

La prima persona di cui vi parlo è un contatto che ho allacciato durante la scorsa stagione. Babs Gyger è una scrittrice, insuperabile fan della Volvo e anche pilota. Al fianco di Andi Bühler, guida una PV544 Sport che data al 1960. Siccome anche Andin è uno che delle corse non si stufa mai, per accontentarsi a vicenda si alternano di anno in anno al volante della Volvo per le strade dell’Arosa ClassicCar.

 

Chi dei due non guida, sale a bordo con me. L’anno scorso è salita Babs sulla mia Audi, mentre nell’ultima edizione è toccato a Andi fungere da copilota. Trovo che questa sia un’iniziativa grandiosa che valorizza il motorsport in Svizzera. Mi raccomando, manteniamola nel tempo! 

 

Gyger e Bühler mi hanno fatto inoltre autografare la copertina di “Motorheads”, un libro realizzato apposta per quegli svizzeri che si nutrono di corse e di automobili. È stato scritto da Remo Neuhaus, Raphael Brügger, Denis Jeitziner e Mitch Haussener, che hanno scelta la mia immagine come rappresentante dell’ultima edizione. Di tutto questo, vado personalmente molto fiera.

 

Un'altra ragazza in gamba

La seconda persona di cui desidero parlarvi è Martina Garovi, la cui conoscenza è stata altrettanto interessante. Lei è un architetto che ama le auto e le corse. Attiva nel monomarca Trofeo Abarth, all’Arosa ClassicCar ha condotto una Lotus Elan del 1964, come fece a suo tempo il padre. 

Raccontandomi svariati aneddoti, mi ha confidato che si è occupata lei stessa di tutto: dal carico dell’automobile sul furgone al montaggio della tenda nel paddock. Che donna straordinaria! Non sfugge niente dalle sue mani. Quando si dice che una donna sa fare tutto…

Oltre ai commissari e agli organizzatori che, nonostante le condizioni meteorologiche avverse (con anche un po’ di neve) sono riusciti a fare un ottimo lavoro, Garovi e Gyger sono le mie eroine, in grado di aumentare ancora di più il valore di una manifestazione come l’Arosa ClassicCar.

 

A loro va un grande grazie, così come ad Audi Svizzera che mi ha permesso di essere presente nel Canton Grigioni. A questo punto non mi resta che congratularmi con il vincitore Thomas Amweg, autore di un tempo da capogiro in 4’52’’14.

Spero che gli ospiti abbiano avuto la possibilità di gustarsi un giro a bordo di un’Audi guidata da un pilota professionista. Nel caso in cui vogliate ripetere l’esperienza anche il prossimo anno o vi siete incuriositi e non volete perdervi l’esperienza, non resta che monitorare il sito www.arosaclassiccar.ch per ulteriori informazioni.

Ringraziandovi ancora per l’attenzione, vi saluto: ci risentiamo presto sulle pagine di Motorsport.com.

La vostra Rahel Frey

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