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Analisi

Vecchi saggi, aerei, BoP e scintille: sogni di gloria ed incubi a Zhejiang

Un Tarquini da paura, le mani sul titolo di Vernay, gli incubi di Tassi e Comini e il volo di Volkswagen e Hyundai. Questo ed altro abbiamo visto in Cina, dove ancora una volta polemiche ed emozioni non sono mancate.

Start action

Foto di: TCR Media

Podium: Race winner Rob Huff, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR, second place Gianni
Race winner Rob Huff, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR
James Nash, Lukoil Craft-Bamboo Racing, SEAT León TCR
Rob Huff, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR
Gianni Morbidelli, West Coast Racing, Volkswagen Golf GTi TCR
Start action
Race winner Gabriele Tarquini, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR
Race winner Gabriele Tarquini, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR
Podium: Race winner Gabriele Tarquini, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR, second place Jean-Karl Ve
Podium: Race winner Gabriele Tarquini, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR
Jean-Karl Vernay, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR, Rob Huff, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR, Pepe Oriola, Lukoil Craft-Bamboo Racing, SEAT León TCR, Gianni Morbidelli, West Coast Racing, Volkswagen Golf GTi TCR
Gabriele Tarquini, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR
Start action
Frédéric Vervisch, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Denis Dupont, Comtoyou Racing SEAT León TCR
Zhendong Zhang, ZZZ Team, Audi RS 3 LMS TCR
Attila Tassi, M1RA, Honda Civic TCR
Dusan Borkovic, GE-Force, Alfa Romeo Giulietta TCR
Zhendong Zhang, ZZZ Team, Audi RS 3 LMS TCR
Alain Menu, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR
Tengyi Jiang, ZZZ Team, Audi RS 3 LMS TCR
Davit Kajaia, GE-Force, Alfa Romeo Giulietta TCR
Aurélien Panis, Boutsen Ginion Racing, Honda Civic Type-R TCR
Jean-Karl Vernay, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR
Roberto Colciago, M1RA, Honda Civic TCR
Pepe Oriola, Lukoil Craft-Bamboo Racing, SEAT León TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS

Il circuito di Zhejiang ha ospitato per la prima volta un campionato internazionale di automobilismo e, come sempre, la TCR Series è perfetta per regalare emozioni e spunti di analisi anche quando ci si trova su una pista inedita e sconosciuta.

In Cina l'Italia ha goduto nel vedere una delle sue stelle delle corse turismo imporsi perentoriamente con una macchina nuova di zecca, mentre in Francia assaporano l'idea di riavere un pilota marchiato di un titolo di caratura mondiale. Qualcun'altro invece ha di che recriminare e piangere, con sogni che rischiano di svanire anche per colpe altrui ben evidenti.

Il saggio e la giovane ballerina

Partiamo dai grandi eroi di giornata, ossia Gabriele Tarquini e la sua Hyundai i30 N TCR. Che la vettura coreana preparata dal Team BRC potesse essere fin da subito competitiva era cosa ormai scontata - ben sapendo il valore di un collaudatore di extra-lusso quale è il "Cinghiale" - ma che arrivasse ad una supremazia come quella mostrata in Gara 1, dove ha letteralmente annichilito la concorrenza, oggettivamente era troppo.

Detto, fatto. Balance of Performance di 40kg assegnato e calo di potenza al 95% imposto dal dipartimento tecnico per una macchina che pareva più una ballerina lungo le sinuose curve di Zhejiang, affrontate senza la minima sbavatura nelle traiettorie. Questo non ha però impedito a Tarquini (che ha spernacchiato molta gente più giovane di lui alla verde età di 55 anni. Della serie: non si invecchia, ma si accumula saggezza!) ed Alain Menu di continuare su prestazioni ottime, lasciando quindi la grandissima speranza di rivederli ancora al via il prossimo anno, stavolta in veste ufficiale e non "trasparente" come accaduto a Zhejiang.

Vernay e Volkswagen prendono il volo Golf

Jean-Karl Vernay ha messo una seria ipoteca sul titolo piloti 2017, sfruttando una Volkswagen Golf GTI TCR da far rizzare i capelli e, come suo solito, anche la benevolenza della Dea Bendata. Il francese della Leopard Racing si è preso un bel secondo posto in Gara 1 senza commettere alcun errore, protetto dal fido Rob Huff, poi in Gara 2 è sopravvissuto ad una serie di contatti e anche ad una foratura, beneficiando dei guai altrui per concludere nuovamente a punti.

Per quanto riguarda Huff, grande pole position e vittoria in Gara 2 del britannico all'ultima uscita stagionale nel TCR. Ora in casa Leopard/Team WRT bisognerà pensare in fretta ad un suo valido sostituto che possa aiutare Vernay a Dubai, dato che "Huffy" ha spesso messo da parte la propria grinta e un valore indiscutibile per "proteggere" il transalpino.

A conferma di quanto volavano le Golf in Cina, ecco anche un ritrovato Gianni Morbidelli, che ha risposto nuovamente a chi pensava potesse essere bollito dopo un avvio di stagione in salita (un altro "saggio" di questo sport). Il pesarese ha digrignato i denti in più di una occasione - chiedere ad Oriola ed Huff per esempio - dimostrando che con un mezzo competitivo quale ora è il suo può ancora dire e dare tanto in questo campionato.

Il sogno diventa un incubo

Probabilmente non c'è cosa peggiore che sentirsi impotenti, pur avendo una carica bestiale. Questo è quello che sta accadendo a Stefano Comini, ancora una volta costretto a rincorrere un sogno (il terzo titolo) che ormai sembra svanito. E non tanto per colpa sua, qunto per la pochissima competitività di un'Audi RS 3 LMS TCR che ormai in casa Comtoyou Racing non sanno proprio come far andare.

Basti guardare le prestazioni del suo compagno di squadra Frédéric Vervisch, che conquistata la pole position per la griglia invertita di Gara 2 non è riuscito a reggere il ritmo degli altri crollando miseramente in pochi giri. In sostanza, le Audi hanno pagato distacchi di 2" al giro dalle Hyundai, 1"7 dalle Volkswagen, 1"5 dalle Honda, 1"2 dalle SEAT e 0"8 dalle Alfa Romeo sul giro secco. Ormai sembra tutto inutile per chi è armato della vettura dei Quattro Cerchi, anche se non è detta l'ultima parola e sia Comini che il mondo del TCR ci hanno già mostrato ribaltoni inaspettati nelle stagioni passate.

Malissimo è andata anche ad Attila Tassi, coinvolto in bagarre con contatti multipli e in una penalità per essere partito in anticipo. L'ungherese della M1RA per metà ha buttato al vento l'occasione di restare attaccato a Vernay in classifica (dal quale ora dista 21 lunghezze) con una Honda Civic TCR sempre molto veloce. Nel deserto di Dubai dovrà giocarsi il tutto per tutto, confidando nell'aiuto del rientrato Roberto Colciago, che dall'alto della sua esperienza e bravura potrà senz'altro dare una mano al 18enne magiaro.

I piloti Alfa Romeo ed Opel dietro la lavagna, SEAT si risveglia

Altre auto in grande sofferenza in Cina sono state le Alfa Romeo Giulietta TCR e la Opel Astra TCR. Le vetture del Biscione marchiate GE-Force hanno confermato di dover crescere ancora di più sulle piste lente, con il solo Davit Kajaia che in Gara 2 ha potuto provare a lottare per una posizione sul podio, fino a quando non è stato messo K.O. da Vervisch. Il problema è che il georgiano e Dušan Borkovic poco hanno fatto, soprattutto il serbo che continua a commettere errori a ripetizione andando a sbattere e a provocare collisioni che disastrano la sua povera Giulietta (incapace di ripartire dopo i danni di Gara 1). Se le Alfa pian piano crescono, bisognerebbe che lo facessero anche i concorrenti che le guidano, altrimenti rischiamo di avere le "eterne incompiute", in grado di vincere solo qualche volta e non stabilmente.

Giro a vuoto pure per Mat'o Homola, protagonista delle ultime gare ad Oschersleben, incappato in una serie di guasti alla propria Opel che i meccanici della DG Sport Compétition non hanno potuto risolvere in tempi adeguati da far fare bella figura allo slovacco.

Sono invece tornati a dire la loro i piloti della Craft-Bamboo Lukoil. Daniel Lloyd si è fatto vedere in qualifica, cosa che poi non ha confermato in gara, dove invece sia James Nash che Pepe Oriola si sono divertiti con le rispettive SEAT León TCR. L'amarezza più grande l'ha patita il britannico, volato via in Gara 2 e ripreso-superato a tre giri dalla fine dalle inarrestabili Volkswagen, mentre lo spagnolo ha combattuto fra sportellate e duelli agguantando due Top5 che fanno morale in vista del finale di una stagione che lo ha visto troppo prematuramente uscire dalla bagarre per il titolo.

Quel BoP che non piace mai a nessuno

Chiudiamo con una considerazione che sarebbe da fare a fine anno, ma che anticipiamo sperando che a Dubai vengano prese adeguate decisioni per garantire un gran finale degno di nota: è possibile che il famigerato Balance of Performance debba continuamente cambiare e non si riesca a trovare una soluzione?

Premettendo che sarà praticamente impossibile evitare lamentele da questo o quello, in Cina le Volkswagen parevano degli aerei indipendentemente dal fatto che Zhejiang fosse un tracciato a loro favorevole. La supremazia delle Golf è stata disarmante (domandare a Nash, che si è visto ridurre in pochi giri un vantaggio di 8") e in parecchi si sono lamentati. Questo vale anche per le Honda, che da tempo sono indicate come le auto di riferimento per la loro competitività, ma spesso criticate per essere troppo "magre". In Cina le Civic sono risultate la seconda forza in campo, ma a Dubai facilmente torneranno davanti.

Inoltre è parsa alquanto controversa la decisione di modificare il BoP delle Hyundai. Le i30 N TCR erano iscritte con omologazione provvisoria e correvano da auto "trasparenti". In teoria a nessuno doveva interessare che le auto preparate dalla BRC fossero dei veri e propri aerei, non rientrando nella classifica di campionato, ma al termine di una Gara 1 dominata hanno ricevuto zavorra e taglio di potenza. Ovviamente perché sono subito arrivate lamentele, ma non è parso molto coerente cercare di limitare delle macchine "fantasma" che nulla avevano da spartire (in termini di punti) con gli altri.

Ora l'augurio è che nel deserto si possa assistere ad una lotta ad armi pari fra tutti, che si guidi SEAT, Honda, Opel, Alfa Romeo, Audi o Volkswagen. Le Hyundai lasciamole fare, le prenderemo in considerazione il prossimo anno.

TCR International Series - Classifiche 2017

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