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Omaggio a Roger Moore, “ex pilota di Formula 1”

Motorsport.com intende ricordare il compianto attore britannico, passato a miglior vita il 23 maggio scorso. Domiciliato nel Vallese dal 1996, recitò infatti nella serie televisiva “Attenti a quei due”, nella quale interpretò il ruolo di un pilota di Formula 1.

Le Saint, Episode Checkered Flag, 1965, Roger Moore alias Simon Templar

Le Saint, Episode Checkered Flag, 1965, Roger Moore alias Simon Templar

Le Saint, Episode Checkered Flag, 1965, Roger Moore alias Simon Templar
Roger Moore avec un drapeau à damier
Susie Wolff, Roger Moore, Kristina Tholstrup, Tom Kristensen
Roger Moore, Kristina Tholstrup, Tom Kristensen
Roger Moore
Roger Moore à côté de Tom Kristensen voiture
Roger Moore avec Wolfgang Ullrich
Wolfgang Ullrich, Kristina Tholstrup, Roger Moore
Les voitures de Roger Moore
Roger Moore

A qualche tempo dal decesso di Roger Moore, Motorsport.com intende rendergli omaggio ricordandone le diverse liaison con il mondo automobilistico.

Nel 1971, recitò nella serie televisiva “Attenti a quei due” nelle vesti di un pilota di Formula 1, meglio conosciuto come Brett Sinclair. Analogamente a Steve McQueen, nutriva inoltre grande ammirazione per il “vero” pilota elvetico Jo Siffert.

“Attenti a quei due” è stata una delle serie TV più apprezzate dagli amanti dello sport automobilistico, e non soltanto. Gli attori principali, Tony Curtis e Roger Moore, conducevano una Ferrari Dino 246 GT e un’Aston Martin DBS. Quest’ultima era infatti pilotata dal personaggio immaginario di Brett Sinclair, un nobile inglese impegnato a tempo perso in Formula 1.

Roger Moore assunse il controllo di una monoposto denominata “Sinclair Special” nel 24esimo e ultimo episodio della serie, intitolato “Milord in pericolo”. Di quella puntata, ci si ricorda ancora oggi grazie a un ritaglio di giornale, nel quale appare la scritta “Brett Sinclair farà il proprio esordio”, il tutto a fianco delle reali immagini del GP di Gran Bretagna del 1970.

Se la March 701 di Jo Siffert, visibilmente riconoscibile grazie al casco rosso con la vistosa croce bianca a comporre la bandiera svizzera, è osservabile nei titoli di coda non è un puro caso. Infatti, “Roger aveva una simpatia particolare per il pilota elvetico”, spiegano Michel Janvier e Olivier Marini, i due autori del fumetto dedicato al compianto campione che uscirà alla fine di quest’anno. 

Il cartone animato, del quale Motorsport.com vi mostra alcune immagini in anteprima a corredo dell’articolo, racconta che, quando la produzione chiese a Roger di che colore volesse la propria monoposto “di scena”, Moore rispose: “La voglio esattamente come quella di Jo Siffert, con la stessa identica livrea rossa e i loghi STP delle March ufficiali”.

È doveroso ricordare che lo svizzero all’epoca godeva di una grande immagine e nella realtà indossava la stessa tuta da corsa e lo stesso orologio che Steve McQueen utilizzò nei panni di Michael Delaney nella celeberrima pellicola “Le Mans”.

Tornando a Roger Moore, è bene ricordare che il legame con le corse automobilistiche non si ferma al 24esimo episodio di “Attenti ai quei due” (episodio contenente diversi estratti del GP di Spagna 1970, incluso il terribile incidente fra Jacky Ickx e Jackie Oliver), ma lo si può trovare anche nella serie televisiva “Il Santo”.

 

Nell’episodio intitolato “La bandiera a scacchi”, uscito nel 1965, Roger Moore, in arte Simon Templar, condusse infatti una Lotus di Formula 1 sul circuito di Brands Hatch. Nel corso di quell’occasione si confrontò e incontrò le maggiori star automobilistiche dell’epoca, fra le quali Jim Clark.

 

Infine, nel 2007, l’attore britannico venne addirittura invitato dall’Audi Sport a presenziare a una gara del DTM al Norisring. L’ex agente segreto James Bond non soltanto svolse le mansioni di mossiere della corsa e sventolò la bandiera a scacchi al termine della corsa tedesca, ma si è anche intrattenuto a lungo con il dottor Wolfang Ullrich, gran capo di Audi Motorsport.

Il manager tedesco colse l’occasione per presentare a Roger e a sua moglie Kristina Tholstrup il campione danese Tom Kristensen (nove volte vincitore della 24 Ore di Le Mans con l’Audi numero 7, ndr), suo connazionale. I media locali non persero così tempo a intitolare le pagine delle loro edizioni con la frase “007 ha incontrato il 7”.

Apprezzato cittadino britannico, anche se ha vissuto in Svizzera a partire dal 1996, Moore si è fatto anche “pizzicare” nell’occasione in compagnia della pilota Susie Wollf, all’epoca impegnata nel DTM con la Mercedes e il cognome da nubile di Stoddart.

Un altro scozzese celebre, l’ex campione del mondo Jackie Stewart, invitò l’amatissimo interprete di James Bond a visitare i box della Jaguar Racing in occasione del Gran Premio di Monaco del 2004.

Infine, va notato che Roger fu anche coinvolto nel 2011 in un’operazione promozionale a Crans-Montana organizzata dal pilota ginevrino Harold Primat, che difese i colori dell’Aston Martin Racing alla 24 Ore di Le Mans con il team di David Richards.

“Moore era un vero e proprio gentiluomo. Conserverò per sempre un ottimo ricordo di lui, quello di attore celebre che ha sempre mantenuto i piedi per terra e coniugato le proprie qualità artistiche con il tipico humor britannico”, ha ammesso a distanza di tempo un commosso e affranto Harold Primat.

Avendolo incontrato più volte, soprattutto durante l'uscita della sua autobiografia intitolata "Il mio nome è Bond", l'autore di questo articolo non può che confermare tale affermazione.

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