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Colonna Cyndie Allemann: "La Formula E si sposa con la mentalità svizzera”

La nostra “columnist” ci ha parlato dell’arrivo delle competizioni automobilistiche elettriche nella Confederazione Elvetica, delle recenti dichiarazioni di Carmen Jorda e di alcune colleghe...

Matthias Malmedie e Cyndie Allemann

Foto di: Vodafone Deutschland

Cyndie Allemann

Cyndie Allemann è una pilota automobilistica svizzera nata il 4 aprile 1986 a Moutier. Cresciuta in una famiglia di appassionati di motori (suo padre Kurt e suo fratello Ken hanno vinto diversi titoli svizzeri di Karting), Cyndie Allemann ha messo le ruote in pista per la prima volta all'età di 7 anni. Nel giugno 2010 ha partecipato alla 24 Ore di Le Mans con Natacha Gachnang e Rahel Frey al volante della Ford GT numero 61 della Matech GT Racing. Attualmente conduce in TV "Grip-das Motormagazin" su RTL2, ma possiede anche una squadra di Kart in Svizzera, la Spirit Karting AG.

#179 Autohaus Eugen Sing Mercedes-Benz SLK 350 (V6): Cyndie Allemann, Bertin Sing, Sven Hannawald, Thorsten Drewes
#179 Autohaus Eugen Sing Mercedes-Benz SLK 350 (V6): Cyndie Allemann, Bertin Sing, Sven Hannawald, Thorsten Drewes
#179 Autohaus Eugen Sing Mercedes-Benz SLK 350 (V6): Cyndie Allemann, Bertin Sing, Sven Hannawald, Thorsten Drewes
Cyndie Allemann
Cyndie Allemann presents the trophy to the winners in the German F3 race
Alex Wesselsky, Cyndie Allemann's co-host on the TV show ‘Auftrag Auto’, has fun on the starting gri
Matthias Malmedie e Cyndie Allemann
Matthias Malmedie e Cyndie Allemann
Cyndie Allemann and Hideto Yasuoka in a racing simulator
Cyndie Allemann in a racing simulator
Cyndie Allemann in a racing simulator
Cyndie Allemann visits Shibuya
Cyndie Allemann visits Shibuya
Cyndie Allemann visits Shibuya

Eccoci, dunque, al debutto di questa stagione 2018. Il prossimo giugno avrà luogo la prima corsa di Formula E in Svizzera. Mi auguro davvero possa aprire le porte ad un altro genere di gare, ma sarà difficile. 

 

La categoria elettrica si adatta perfettamente alla mentalità elvetica per quanto concerne l’aspetto ecologico. Ciò significa che un passo è stato fatto. Il Paese ha accettato di vedere una gara di auto tra le strade di una delle città più importanti della nazione.

Una corsa in una città in Svizzera… incredibile! Forse le autorità si renderanno conto dell’impatto positivo come la ricaduta sul settore turistico, ad esempio. E sognando in anticipo, magari potrebbe portarci un circuito nuovo di zecca, che sarebbe proprio necessario. 

Ma, siamo sinceri, non si fosse trattato di vetture elettriche, purtroppo, il permesso non sarebbe mai arrivato. Per questo sono ancora più curiosa di andare sul tracciato per assistere all’ePrix.

Personalmente lego ancora il motorsport al rumore e al carattere aggressivo della disciplina. Ci vorrà del tempo per abituarsi a non sentire altro che il suono dei motori a emissioni zero.

Una donna in F.1? La Wolff era vicina ai migliori!

Vorrei ugualmente tornare sulla dichiarazione rilasciata di recente da Carmen Jorda a proposito delle donne nell’automobilismo. In occasione di un test con una Formula E un giornalista le ha chiesto se trovava quel genere di monoposto più semplici da guidare per una ragazza e lei ha risposto.

 

“Penso di sì. Sono macchine meno fisiche di una Formula 1 a causa dell’aerodinamica e del servosterzo. Quindi sì. Le difficoltà riscontrabili in F.1 e in F.2, in Formula E non ci sarebbero”.

“Non sta a me decidere che cosa sia bene per le donne negli sport automobilistici, ma secondo la mia esperienza posso affermare che in Formula 1 e in Formula 2 esiste una barriera ed è il... fisico. A mio avviso è un grosso problema ed è il motivo per cui non ci sono ragazze in questi campionati”. 

Non mi pare che la Jorda abbia mai provato una F.1 in pista. Di conseguenza, non avendo girato, non può giudicare. Altre donne hanno effettuato dei test che sono andati bene. 

 

Ad esempio, Susie Wolff (ex Williams) non era andata lontana in termini di riscontri cronometrici di riferimento. Se fosse stato così complicato o troppo fisico, non ci sarebbe riuscita. Si tratta di una questione di volontà e allenamento. 

Può essere che la Formula E sia una vettura un po’ meno difficile da guidare, tuttavia se guardiamo ai driver presenti ci si rende conto dell’alto livello del campionato. Ci sono piloti dal grande talento che sono riusciti ad arrivare (o a restare) in Formula 1 per diverse stagioni.

Negli ultimi anni, Carmen Jorda non si è mai avvicinata ai tempi giusti o a performance utili per entrare in zona punti in qualunque serie abbia corso… trovo quindi il suo intervento un po’ fuori luogo, anche se dopo ha cercato di correggere il tiro...

 

Tatiana Calderón in F.1, Sophia Flörsch a seguire

Sono contenta che Tatiana Calderón sia diventata collaudatrice Sauber. È una buona chance per lei. In questo modo potrà far conoscere il suo nome. Adesso dovrà soltanto raggiungere dei risultati.

Ha già completato tre stagioni in Formula 3 e due in GP3. Non credo sia stata ingaggiata in quanto donna. Fosse così, non sarebbe gratificante. Ha già dimostrato di essere veloce, ma dovrà farlo ulteriormente per farsi aprire le porte di una disciplina come la Formula 1. 

Le auguro vivamente di farcela, però dovrà cominciare a raccogliere risultati in GP3 quest’anno con la Jenzer Motorsport e terminare regolarmente nei primi dieci. È il minimo. 

 

Sto seguendo in maniera altrettanto attenta le performance di Sophia Floersch, pilota di Formula 4, 17enne e abbastanza promettente. Ma insisto, ciò che occorre sono i risultati. È importante che non vengano inserite in Formula 1 solo per ragioni commerciali o perché si vestono bene. Le prestazioni in pista devono venire prima.

Vi auguro una bella stagione 2018 a tutti e, soprattutto, a tutte! 

Matthias Malmedie et Cyndie Allemann
Matthias Malmedie et Cyndie Allemann

Photo de: Vodafone Deutschland

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