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Colonna Cyndie Allemann: "Una donna dovrebbe arrivare al successo attraverso la stessa trafila degli uomini"

La nostra editorialista e pilota svizzera ritorna sull'annuncio della nascita della W Series, un campionato al 100 per cento femminile che sarà lanciato nel 2019 a contorno delle gare del DTM...

La monoposto W Series

Foto di: W Series

Cyndie Allemann

Cyndie Allemann è una pilota automobilistica svizzera nata il 4 aprile 1986 a Moutier. Cresciuta in una famiglia di appassionati di motori (suo padre Kurt e suo fratello Ken hanno vinto diversi titoli svizzeri di Karting), Cyndie Allemann ha messo le ruote in pista per la prima volta all'età di 7 anni. Nel giugno 2010 ha partecipato alla 24 Ore di Le Mans con Natacha Gachnang e Rahel Frey al volante della Ford GT numero 61 della Matech GT Racing. Attualmente conduce in TV "Grip-das Motormagazin" su RTL2, ma possiede anche una squadra di Kart in Svizzera, la Spirit Karting AG.

Questa volta vi ritrovo con buone notizie: ritengo una novità davvero positiva il fatto che la FIA voglia sostenere concretamente le donne e che ex piloti di vaglia di Formula 1 come David Coulthard facciano parte di questa avventura. È molto bello che un un driver di questa notorietà, e un maschio, venga coinvolto in un progetto del genere... 

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Detto questo, come donna e come pilota, non ho mai smesso di ripetere pubblicamente che una ragazza dovrebbe arrivare al vertice seguendo pedissequamente lo stesso percorso degli uomini. Come ho già spiegato nella mia rubrica in passato, penso che una femmina abbia le stesse capacità di un uomo e che non ci sia nulla che le impedisca di vincere.

Il suo talento dovrebbe essere sufficiente a far sì che le vengano offerte le stesse possibilità di un driver maschio, soprattutto al di fuori dei tracciati di gara veri e propri.

La monoplace W Series

La monoplace W Series

Photo de: W Series

Una questione di “stigma di genere”

Il pericolo insito nella W Series è ovviamente sotto gli occhi di qualunque osservatore: ci saranno sempre persone che affermeranno che, poiché sono coinvolte soltanto delle donne, il livello della categoria non sia molto alto. Quale sarebbe dunque il valore “reale” di una specialità come questa?

L'idea di base è buona e può essere molto proficua, se si considera questo campionato come un trampolino di lancio. Ma non è in fondo un peccato dover necessariamente transitare di lì? Penso che sia abbastanza triste forzare le donne pilota a gareggiarvi per emergere...

Ho avuto l'impressione in passato che, poiché la mentalità sta cambiando, una donna potesse raggiungere i gradi più elevati del motorsport senza la necessità di un simile artificio, ma chiaramente non è stato finora così. 

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Da questo punto di vista, qualora questo trampolino di lancio dovesse funzionare e una donna dovesse finalmente approdare in Formula 1, non si potrebbe rinnovare la medesima questione “psicologica”? La lady in questione non sarebbe giudicata più “come una donna” che un pilota qualsiasi? È qualcosa che temo molto...

In ogni caso, parliamo di un problema ancora lungi dal verificarsi. La vincitrice di questo campionato riceverà comunque un bonus di 500.000 dollari (un terzo del montepremi complessivo di 1,5 milioni della W Series, ndr), il che è molto interessante, e permetterà alla detentrice del titolo un più facile accesso alla Formula 2, anche se la Formula 1 resterà ancora molto lontana...

 

L'intelligente opzione del DTM come partner

L'opzione delle vetture destinate alla W Series va in questa direzione, dal momento che le monoposto di Formula 3 sono il trampolino ideale per guidare in seguito una monoposto del Campionato FIA di F2. Come ha sottolineato giustamente David Coulthard, le donne sono ora bloccate sul “confine” Formula 3/GP3, ed è ora che questa barriera evolva verso l'alto. Deve però naturalmente esserci anche un buon livello di competitività.

Onestamente oggi come oggi io sono un po' al limite delle possibilità, ma va da sé che all'epoca dei miei esordi sarei stata felice di approfittare di un'opportunità come la W Series. Ad esempio, sono certa che mi avrebbe aiutato in termini di ricerca delle sponsorizzazioni. Questo campionato sarà in ogni caso una grande opportunità per le donne, se non altro per garantirsi un buon budget per il futuro. 

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Un'altra buona idea è quella di piazzare le gare di questa categoria accanto agli eventi del DTM nel calendario 2019. Anche se la Mercedes se ne andrà, ci sarà un rinforzo significativo con l'arrivo della new entry Aston Martin Racing e la competizione sarà sempre serrata e spettacolare.

Inoltre, nell'ambito del Turismo tedesco già alcuni anni fa venne trovato un gentlemen's agreement in virtù del quale ciascuno dei costruttori presenti nel campionato avrebbe dovuto obbligatoriamente schierare “una lei”, una ragione in più per cui l'abbinamento W Series-DTM sia molto sensato.

La monoplace W Series

La monoplace W Series

Photo de: W Series

Una struttura imponente, dotata di grandi mezzi

Per concludere l'analisi sulla W Series, secondo me la cosa più impressionante di ciò che è stato generato è la cosiddetta “struttura”. È il fatto di garantire ogni anno a 18-20 ragazze la possibilità di partecipare a un campionato “di fatto” di Formula 3 attraverso una selezione d'ingresso e l'implementazione di test abbastanza specializzati (prove in pista, simulatori, verifiche di prestanza fisica, eccetera).

Fa davvero impressione che la FIA sia così fortemente implicata nel progetto e che tutto sia stato organizzato in maniera che ciascuna potenziale concorrente abbia le medesime possibilità di partenza delle altre, senza dover portare un budget e senza avere particolari contatti preesistenti nell'ambiente. 

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Il budget stanziato per questa immane operazione deve essere stato molto alto fin dall'inizio del processo decisionale, ragione per cui mi tolgo davvero il cappello dinanzi alla Federazione Internazionale dell'Automobile.

Resta da sperare, com'è ovvio che sia, che la griglia di partenza sia zeppa di ragazze competitive e che non ve ne siano soltanto cinque o sei capaci di lottare per il successo. Se non fosse veramente così, l'immagine che la W Series darebbe di sé non sarebbe ovviamente molto positiva. 

 

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