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Intervista

Bonetti: “L’anno prossimo non correrò più con Paton”

Conquistato il podio all’esordio tra le moto storiche, il pilota bergamasco si prepara per tornare a Frohburg con una BMW, dopo l'addio alla Casa italiana.

Stefano Bonetti

Isle of Man TT

Tornato dall’Isola di Man con il secondo posto conquistato nella gara Senior del Classic TT, dove ha condotto tutto l’ultimo giro cambiando a mano, Stefano Bonetti ci ha parlato della sua stagione, raccontando a Motorsport.com il debutto in sella a una moto storica; le ragioni che lo hanno spinto a smettere di gareggiare con il marchio lombardo; e quelli che potrebbero essere i suoi programmi per il futuro.

Per la prima volta in carriera hai deciso di partecipare al Classic TT. Cosa ti ha spinto a tornare anche ad agosto sull'Isola di Man?

Volevo provare delle moto diverse dato che il tracciato lo conoscevo bene. Volevo provare l’emozione delle moto storiche. Non più quelle moderne. I piloti alla fine erano quasi gli stessi, quindi era una bella gara.

Come ti sei trovato in sella alla Paton 500? Hai sentito la mancanza della S1-R?

È stata dura all’inizio perché è molto diversa. Però alla fine mi sono trovato meglio. Mi sono forse divertito anche di più.

Secondo nel Senior, a meno di 28" da McGuinness. Immaginavi così il tuo debutto nel Classic TT?

No, sinceramente. Non avendola mai provata in vita mia, l’ho provata per la prima volta là, non ero così convinto. Era tutto un grosso punto di domanda. Ma alla fine è andata fin troppo bene. Anzi, non bene, benissimo.

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Non tutto, però, è filato liscio... Ci parli del problema che hai avuto con la leva del cambio?

All’ultimo giro si è rotto un pezzo della pedivella. Non si riusciva più a cambiare con il piede e ho dovuto cambiare con la mano. Per fortuna con quella moto si cambiano poche marce. Sempre quarta, quinta, sesta e non è una pista in cui bene o male si perde tanto tempo. Sarei arrivato secondo lo stesso, però magari con un po’ meno distacco.

Non hai avuto il timore di non riuscire a finire la gara?

L’ho avuto sì, perché quando si è spaccato il cambio, prima di capire che non si era staccata tutta la leva ho dovuto guardar bene. Invece, alla fine, sono stati quei 5 secondi di panico. È andata bene anche senza un pezzo di cambio.

Come al Tourist Trophy, il maltempo è stato protagonista anche al Classic TT. È stato tanto problematico gareggiare con così pochi giri alle spalle?

Non è stato il massimo. Pensavo peggio perché il primo giro l’abbiam fatto con metà strada bagnata. E mi son detto: se è così tutta settimana è un problema. Alla fine, abbiam fatto pochi giri, però abbiamo preso due giorni belli, abbiam fatto doppia sessione di prove e abbiamo recuperato un po’ di quelli persi i giorni prima. È stato meno drammatico di quanto pensassi. Comunque una moto di 80 CV non è così impegnativa da capire. Con una da 200, più giri fai meglio è. Questa è un po’ più facile da capire.

Dopo le polemiche sulla licenza, che nel 2018 ti hanno portato a correre con quella croata, quest’anno è passato tutto un po’ in sordina… È cambiato qualcosa rispetto alla scorsa stagione?

Tutto uguale. Alla Federazione non gliene frega niente. Quelli croati sono contenti perché fanno qualche licenza in più e basta. Non è cambiato assolutamente niente. Purtroppo, tutto uguale. E non penso che la Federazione per i prossimi cinquant’anni abbia in testa di cambiare idea. Così almeno non ha più problemi o casini.

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È una questione dovuta alla pericolosità delle gare?

Sì, esatto. È tutta una questione assicurativa. Però non so fino a quanto arrivino, perché anche noi paghiamo un’assicurazione supplementare. Quindi, non capisco neanche il motivo. Però è l’Italia. La politica italiana è sempre quella lì.

Tornando sul TT, la Paton è riuscita ancora a vincere nella classe Lightweight, dove ha conquistato il successo con Dunlop. Quanto è il rammarico per il 6° posto finale, visto che il podio è sembrato alla tua portata per buona parte della gara?

Diciamo che, come tutti gli anni, c’è qualcosa per cui sta moto va un po’ meno. C’è poco da fare. La moto è molto competitiva, però anche quest’anno, al primo giro non andava male, al secondo ha perso parecchio. Infatti, sui rilevamenti di velocità ha perso quasi 10 chilometri all’ora, che sono tanti per quelle moto lì così piccole. Se no, sarebbe andata bene. Mi sarebbe piaciuto avere la moto di Dunlop, che forse andava 15 all’ora più della mia. Quindi, l’anno prossimo non correrò più con Paton.

Hai già qualche idea della moto con cui correrai?

No. Di sicuro non più con la Paton quella moderna. Con quella classica può essere. Perché tanto è la moto di un privato. Però con l’altra al 100% non correrò più.

L'edizione di quest'anno non è parsa veloce come quella del 2018. Eppure, sei riuscito a migliorare la velocità in tutte le classi. Complessivamente, sei soddisfatto dei tuoi risultati?

Metà e metà. Nelle prove era andato tutto bene, infatti avevo il 7° tempo in Superstock e il 13° in Superbike. Forse l’anno che ero andato più forte. Poi in gara, la prima gara, al secondo giro c’è stato un incidente. Io inizio al terzo, quarto giro, poi sei giri è lunga, però alla fine ero 19°. Avrei preferito far finire la gara, che avrei guadagnato ancora 6 o 7 posizioni e non sarebbe stata male. Però è andata così. In STK 15°, diciamo buono. I distacchi erano abbastanza limitati. E nella SBK, niente, si è rotta la moto. Diciamo che è partita bene come presupposti nelle prove, però poi, le gare, per un motivo o un altro, non sono andate proprio come volevo. È andata bene, però speravo meglio.

Alla North West 200 è andata decisamente meglio, infatti, sei entrato nella storia, diventando il primo pilota italiano a conquistare una vittoria nella road race dell’Irlanda del Nord. Ti aspettavi di poter trionfare tra le Supertwin?

Vincere no. Io sinceramente ero partito sperando in un podio. Già un podio per me sarebbe stato un traguardo. Invece è andata più che bene.

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Restando in tema vittorie, a Frohburg hai uno storico di due doppiette, in due partecipazioni. Quest’anno ti vedremo di nuovo in Sassonia?

Sì, ma tornerò con la BMW. Con la Paton, basta. L’anno scorso ero salito con la Paton privata, che poi ho usato anche alla North West. Però da quest’anno corro con la BMW.

Che aspettative hai per questa nuova avventura?

Non lo so, perché lì il percorso con la BMW non l’ho mai fatto. Spero bene, però preferisco stare un po’ sul riguardato. Il percorso lo conosco bene, però con la 1000 è un po’ più dura. C’è qualche avversario in più.

Altri programmi per il futuro?

Per quest’anno non credo, forse l’Endurance al Mugello con Francesco Curinga. Poi non so, dopo Frohburg decidiamo un attimo il budget e tutto. Ma adesso non c’è in programma niente per quest’anno. Per l’anno prossimo si ripartirà a capire un po’ tutto.

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