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Intervista

Pirelli: dal titolo nell'italiano Rally alla voglia di tornare nel WRC

Mario Isola, responsabile di Pirelli Motorsport Car Racing, rivela a Motorsport.com come la vittoria nel CIR di Andreucci con la Peugeot spinga la Casa milanese a tornare nel mondiale rally ora che c'è anche un nuova gomma d'asfalto...

Paolo Andreucci, Anna Andreussi, Peugeot 208 T16, Peugeot Sport Italia

Foto di: acisportitalia.it

Mario Isola, Racing Manager, Pirelli Motorsport
Paolo Andreucci, Anna Andreussi, Peugeot 208 T16, Peugeot Sport Italia
Pirelli Cinturato
Paolo Andreucci, Anna Andreussi, Peugeot 208 T16, Peugeot Sport Italia
Paolo Andreucci, Anna Andreussi, Peugeot 208 T16, Peugeot Sport Italia
Paolo Andreucci, Anna Andreussi, Peugeot 208 T16, Peugeot Sport Italia
Pirelli RK
Kajetan Kajetanowicz, Jarek Baran, Ford Fiesta R5
Mario Isola, Pirelli Sporting Director
Pirelli Scorpion

L’appetito vien mangiando. Stando al detto popolare la Pirelli ha voglia di ritagliarsi un ruolo importante anche nei rally, una disciplina che in passato ha regalato grandi soddisfazioni alla Casa milanese. Il titolo europeo ottenuto da Kajetan Kajetanowicz con la Ford Fiesta R5 e il decimo scudetto italiano conquistato da Paolo Andreucci e Anna Andreussi con la 208 T16 R5 di Peugeot Italia testimoniano che il marchio della Bicocca è pronto a fare un altro salto di qualità, preparando il ritorno nel WRC.

La collaborazione con la Casa del Leone in Italia, intanto, ha fruttato ben cinque campionati tricolori: oltre a quello Assoluto, non sono mancati il titolo Costruttori e quello 2 Ruote Motrici. Da non dimenticare anche quello riservato ai piloti Junior e il 2 Ruote Motrici con Marco Pollara e Giuseppe Princiotto.

Un dominio incontrastato che ha un denominatore comune: la stretta collaborazione fra Paolo Andreucci, che è anche tester Pirelli, con la Casa milanese. Abbiamo chiesto a Mario Isola, responsabile di Pirelli Motorsport Car Racing, di fare il punto della situazione.

Quando si dice Pirelli oggi si pensa alle gomme della Formula 1 o del Gran Turismo, dimenticando spesso che ci sono altre categorie nelle quali la P lunga è molto competitiva…

“Grazie all’esperienza di Andreucci siamo riusciti a sviluppare degli pneumatici da asfalto vincenti. Questo non perché lui sia più bravo su asfalto, ma perché noi sulla terra partivamo già con un buon prodotto, così come accade sul ghiaccio e sulla neve”.

“Sull’asfalto, invece, dovevamo recuperare e, quindi ci siamo concentrati sullo sviluppo di un pneumatico che definiamo di livello 5, vale a dire con una mescola per temperature alte e asfalti abrasivi o per prove lunghe”.

A giudicare dai risultati avete azzeccato le scelte…
“Un rally è molto vario, perché le prove speciali propongono fondi molto diversi: su asfalto con poco grip eravamo già messi abbastanza bene, mentre su quello più abrasivo, con speciali lunghe ci serviva un prodotto un po’ più consistente: ora crediamo di essere arrivati al top anche in questo ambito, pur avendo mantenuto le ottime performance anche sulle altre tipologie di gomme, completando la gamma”.

Negli anni si è formata una coppia particolare fra Paolo Andreucci e Terenzio Testoni, il tecnico Pirelli che segue i rally…
“E’ molto importante perché, se nelle prove in pista siamo più supportati dalla lettura delle telemetrie e si possono confrontare i dati di un giro con un altro, nei rally, proprio per la tipologia delle gare che affrontano speciali dalle caratteristiche molto diverse, o perché c’è meno telemetria, la sintonia che si crea fra il pilota e il tecnico è fondamentale”.

“Il fatto che fra Paolo e Terenzio ci sia ormai un rapporto che va ben oltre l’aspetto puramente professionale, ma è fatto di stima e di amicizia profonda, ci permette di avere un qualcosa in più che ci dà sicuramente dei buoni frutti”.

“Fra i due nel tempo si è instaurato un rapporto molto sincero e trasparente nel quale il pilota non deve dare delle valutazioni “politiche”, ma si può esprimere liberamente sui prodotti sperimentali e non è detto che diano tutti dei risultati positivi. È chiaro che la gomma nuova la si progetta sempre con l’idea che possa andare meglio, ma le risultanze effettive emergono solo in un test su strada. Ecco perché è importante avere un pilota che abbia un ottimo rapporto con il tecnico e si sente libero di dirgli qualsiasi cosa senza preconcetti”.

Quante sono le persone di Pirelli Motorsport coinvolte nell’area rally…
“In Pirelli Motorsport abbiamo gruppi di persone che si occupano di più discipline: oggi il responsabile dello sviluppo prodotto rally è Steve Rowe che risponde a Dario Marrafuschi all’interno del gruppo R&D. Abbiamo un nuovo gruppo di testing che è nato l’anno scorso ed è gestito da Anna Malosio e che si sta occupando sempre più spesso anche di rally. Recentemente Max Damiani che era in F.1 con me si è spostato per seguire questa nuova sfida: ovviamente porterà nel gruppo di lavoro la sua esperienza fatta GP, seppur con tutti gli adattamenti del caso. Max si è fatto una grande esperienza: può portare il suo know how per inventare qualcosa anche nell’ambito dei test da rally”.

La Pirelli, quindi, vuole cambiare l’approccio dei test nei rally per avere dati ripetibili?
“Certo, ci siamo lavorando, ma guardiamo al test nella sua completezza. Adesso ci stiamo focalizzando nei collaudi out-door, quelli che facciamo su pezzi di strada che vengono chiusi al traffico e percorsi avanti e indietro per replicare le condizioni delle prove speciali, ma noi effettuiamo anche dei test in-door nei nostri laboratori di Milano che ci consentono di anticipare dei risultati che poi andremo a confrontare su strada avendo già scremato dei prodotti. È iniziato, quindi, un lavoro molto più articolato…”.

Tutto questo impegno è focalizzato a tornare nel Mondiale Rally?
“Non nego che siamo interessati a tornare nel Mondiale Rally. C’erano alcune situazioni che andavano chiarite con la FIA, tipo la registrazione del pneumatico che è una sorta di omologazione della gomma”.

“Con la Federazione Internazionale abbiamo discusso alcune condizioni perché venissero cambiate e pare che buona parte delle modifiche richieste siano state accettate. Ora dovranno essere ratificate: se saranno in linea con le nostre aspettative non avremo problemi a rientrare nel mondiale rally”.

Ma le squadre ufficiali hanno già contratti validi con un altro fornitore…
“E’ proprio così, ma niente vieta che si cominci a fornire le gomme alle WRC2 e alle vetture quattro ruote motrici”.

L’intenzione è di mettere un piede nel WRC per poi allargare la presenza?
“Teniamo gli occhi aperti, valutiamo sempre le opportunità di nuovi mercati e clienti. Basta vedere il lavoro che è stato svolto in salita. Quello delle cronoscalate non era un’area nella quale la Pirelli era presente fino a due o tre anni fa, ma poi abbiamo visto un’opportunità interessante grazie alla collaborazione con Simone Faggioli, il campione di riferimento della categoria”.

“Con Simone abbiamo sviluppato delle gomme specifiche che sono molto particolari perché devono avere un warm up immediato e una prestazione senza cali che deve durare fra i cinque e i dieci chilometri. Abbiamo scoperto un modo di disegnare le mescole e le strutture in modo diverso e oggi abbiamo un prodotto al top anche in questa categoria dove siamo diventati i punti di riferimento…”.

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