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Condannato l'organizzatore del Rally della Maremma

Lo schianto di Sebastiano Scamporlino contro un albero non protetto è stato giudicato omicidio colposo

A distanza di cinque anni dalla morte di Sebastiano Scamporlino, Mirco Tognarini, organizzatore del Rally della Maremma, è stato condannato a cinque mesi e 10 giorni per omicidio colposo, oltre al pagamento di un risarcimento ancora da pattuire alla moglie e al figlio del 46enne.

Scamporlino, carabiniere in congedo da un anno, non ha avuto scampo nello schianto della sua BMW contro un albero distante appena pochi metri dalla sede stradale. Una situazione oggettivamente pericolosa. Nello schianto inoltre è rimasto ferito anche il suo navigatore.

La difesa di Tognarini si è appellata al fatto che l'impatto è avvenuto ad una velocità tale che anche la presenza di una barriera non avrebbe fatto una grande differenza, ma anche alla regolare autorizzazione alla corsa arrivata dalla Polizia Stradale.

Autorizzazione che invece secondo l'accusa non sarebbe stata rispettata, in quanto al punto 13 veniva richiesta la delimitazione di alberi, rocce e manufatti sporgenti. Inoltre il pm ha sottolineato che l'albero era distante solamente 600 metri dalla partenza della prova, quindi si trovava in un punto in un cui le gomme probabilmente non erano ancora entrate in temperatura.

L'avvocato Claudio Davino, che difende Tognarini, ha comunque fatto sapere che presenterà appello, facendo leva anche sull'omologazione scaduta della vettura e sul fatto che Scamporlino non indossava l'hans quando è avvenuto l'incidente. Per conoscere le motivazioni che hanno portato alla condanna dell'organizzatore però bisognerà attendere la fine di gennaio.

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