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Intervista

Sébastien Carron: “Mi ritengo già un pilota molto fortunato!”

Il campione svizzero di Rally è pronto a dare l'assalto alla terza corona. Al volante della Ford Fiesta R5, il pilota vallese non ritroverà però lo storico navigatore Lucien Revaz. “Il programma non è ancora completo, ma 'mai dire mai...'”.

Sébastien Carron e Lucien Revaz, Ford Fiesta R5, Team Balbosca, podio

Foto di: Team Balbosca

Sébastien Carron e Lucien Revaz, Ford Fiesta R5, Team Balbosca
Sébastien Carron e Lucien Revaz, Ford Fiesta R5, Team Balbosca
Sébastien Carron e Lucien Revaz, Ford Fiesta R5, Team Balbosca, podio

Ripartirà nella serata di venerdì il Campionato Svizzero di Rally. Con esso potrebbe ripartire la caccia alla terza corona di Sébastien Carron, reduce da un'annata strepitosa condita da sei successi in altrettante tappe. La prima di sei round in programma si terrà in Francia con la 28esima edizione del Rallye du Pays du Gier.

La voce che guiderà il 38enne vallesano, però, non sarà la stessa di sempre. Lucien Revaz non affiancherà Carron per l'imminente campionato. Lo storico copilota si sta dedicando alla costituzione della sua nuova impresa.

A Vincent Landais il compito di supportare il due volte campione elvetico, ma a Gier ritornerà l'accoppiata storica. In un intervista rilasciata a Motorsport.com alla viglia della ripresa del campionato, Sébastien ha intenzione di divertirsi, ma non per questo rinuncerà a combattere per la terza corona.

In qualità di campione in carica, avverti un certo tipo di pressione?
"La pressione è cambiata dopo i due titoli di campione svizzero. Non posso nascondere che un pizzico di pressione è presente ed è giusto che sia così. Ma io sono un pilota che pensa sempre a migliorarsi e tendo a non accontentarmi mai. Sono la prima persona ad aspettarmi tanto da me stesso e dal mio staff. Loro recitano un ruolo importante per la mia carriera: sono sempre pronti a sacrificare il loro tempo per consentirmi di essere il più competitivo possibile".

Nel caso in cui ti ritrovassi a lottare per la terza corona, potremo vederti in tutte le tappe del campionato?
“Al momento il mio programma non è completo e definitivo. Tuttavia, non credo che sarà possibile partecipare a tutte le tappe del campionato. Lucien (Ravaz, storico navigatore del due volte campione svizzero, ndr) non potrà accompagnarmi per tutte le tappe previste. Con lui correrò soltanto al Rally del Vallese e forse un'altra tappa".

Che cosa ha perso Sébastien Carron con l'addio di Revaz?
“Lucien è un amico d'infanzia. Abbiamo mosso insieme i primi passi nel mondo del Rally fino alla vittoria di due titoli nazionali. Sicuramente mi mancherà parecchio in macchina, ma dovrò farci l'abitudine. Poi, sono sicuro, che appena avrà un po' più di tempo tornerà a combattere insieme a me alla ricerca di altre vittorie".

Credi che ci sia un avversario particolare cui prestare attenzione?
“Personalmente ritengo che il livello in Svizzera sia molto alto. Godiamo di un movimento rallystico importante. Per questo motivo, tendo a non fidarmi di nessuno in partenza, specialmente nel mondo delle corse. Reputo che il primo avversario da battere sia me stesso. In questo modo, posso concentrarmi solo sulle mie prestazioni, senza badare troppo agli altri che comunque hanno tutte le carte in regola per dire la loro".

Secondo te, chi sarà il tuo degno erede?
“Non è una domanda facile. Come già detto, ci sono tanti piloti di qualità nel nostro panorama. Se proprio devo sceglierne uno indicherei 'Bally' (Ivan Ballinari, ndr). Lui ha molte possibilità di vincere il titolo questa stagione. È il pilota con il quale ho combattuto di più la scorsa stagione".

Hai qualche tipo di pretesa da parte della tua scuderia, l'italiana Balbosca?
“No, nessuna in particolare. Io conosco loro e viceversa, quest'anno ho voglia di divertirmi. Quello che dovevo fare l'ho fatto, per cui non voglio mettere nessun tipo di pressione ai miei tecnici. Correrò con il sorriso sulle labbra, ma questo non vuol dire che non punterò a vincere il titolo".

Molte volte i successi mascherano le ambizioni. Esiste un grande rammarico nella tua carriera?
“Alla mia età è impossibile avere rimpianti. Mi ritengo un uomo molto fortunato, non posso davvero chiedere di meglio. Ho avuto l'opportunità di vincere due campionati svizzeri: questo era il mio sogno da bambino. Al debutto non avrei mai immaginato di vincere così tanto. Se mi guardo indietro vedo un percorso colmo di soddisfazioni".

Come ti immagini il tuo futuro una volta terminata la carriera?
“Se penso al futuro, mi viene male pensare di vedermi soltanto come uno spettatore. Spero vivamente di poter disputare una o due gare all'anno anche nei prossimi anni, giusto per divertimi e per il puro divertimento di correre".

Secondo te che cosa manca al Campionato Svizzero di Rally per essere alla pari con gli analoghi campionati che disputano in Europa?
“Onestamente credo che non manchi nulla. Abbiamo la fortuna di avere gare come il Rallye du Valais, du Chablais e Jura. Il bacino svizzero non ci permette di avere un numero più consistente di gare. Dobbiamo preservare il nostro campionato, credo che sia un motivo di vanto assoluto".

A che cosa deve ambire un campione svizzero di rally per dirsi totalmente realizzato?
“Credo che per tutti vincere il Rallye du Valais sia uno stimolo impressionante. Io ho avuto il privilegio di vincerlo e posso affermare che è stato il momento più bello della mia carriera".

Credi che sia arrivato il momento per la Federazione Svizzera di ripristinare le competizioni su circuito e costruire un autodromo?
“Assolutamente sì. Credo si tratti di una necessità primaria nella nostra nazione: per il turismo, per le aziende, gli hotel. Purtroppo i politici non vedono di buon occhio il ripristino delle gare in circuito. Ogni anno migliaia di appassionati di motori sono costretti ad allontanarsi dalla Svizzera pur di seguire un avvenimento motoristico. È davvero un peccato. Cambierà in futuro? Non lo so, ma spero di sì...”.

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