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Carrera Cup Italia, con Rovera-zen la freddezza sale al potere

Il campione 2017 del monomarca tricolore si racconta e descrive un titolo arrivato anche grazie a “testa e nervi saldi”, una forza interiore che lo ha aiutato a vincere la guerra psicologica con Pera. E ora il sogno Supercup

Alessio Rovera, Tsunami RT

Carrera Cup Italia 2017

Tutte le emozioni del monomarca tricolore giunto all'edizione numero 11

Alessio Rovera, Tsunami RT
Alessio Rovera, Tsunami RT
Alessio Rovera, Tsunami RT, Valentina Albanese, Responsabile Motorsport Porsche Italia
Alessio Rovera, Tsunami RT
La torta per Alessio Rovera, Tsunami RT
Alessio Rovera, Tsunami RT
Alessio Rovera, Tsunami RT
Alessio Rovera, Tsunami RT
Podio Gara 1
Alessio Rovera, Tsunami RT
Porsche 911 GT3 Cup sulla pitlane
Il team Tsunami RT festeggia la vittoria di Alessio Rovera
Alessio Rovera, Tsunami RT
Mattia Drudi, Dinamic Motorsport
Podio Gara 1
Alessio Rovera, Tsunami RT

Solo se ci credi sempre e non molli mai un centimetro (l'Al Pacino di “Ogni maledetta domenica” docet) puoi farcela. Ma per riuscire a vincere il titolo 2017 della Carrera Cup Italia in un thriller finale vietato ai deboli di cuore come quello vissuto a Monza lo scorso weekend, ad Alessio Rovera ha fatto comodo anche una forza interiore da uomo nel pieno della maturità. Il talento e il piede pesante, oltre a un'auto competitiva, be', quelli per vincere ci vogliono un po' per forza se fai il pilota.

Ma appunto il 22enne varesino di Tsunami RT, che ora sogna la Porsche Mobil1 Supercup, ha in primis dovuto sfidare la sua stessa condizione di giovane adulto. Una predisposizione naturale al non “perdere la testa” l'ha aiutato, ma soprattutto nelle ultime quattro gare tra Mugello e Monza i calcoli giusti li ha saputi fare quasi fosse un veterano. Che poi era anche il complimento che si faceva al suo grande rivale 2017 a inizio stagione, quando Riccardo Pera (Ebimotors) aveva sorpreso un po' tutti, in quel caso per la “sfrontatezza” e certe manovre “smaliziate” proprie appunto di un pilota molto più esperto e maturo rispetto ai suoi 18 anni.

Prima che in pista (ma poi anche in pista), una sorta di “Rovera-zen”, insomma, è riuscito a vincere la guerra psicologica con Pera, che, messo in mostra un promettente talento alla guida, proprio nel finale più concitato ha invece sofferto il ruolo a quel punto di favorito.

Nella giornata dopo Monza il neo-campione, che ha pure portato il titolo Team in casa Tsunami RT, ha raccontato a Motorsport.com Italia questa intensa ed emozionante stagione. Alessio, com'è il lunedì post-titolo?

“Mi dicevano sarebbe stato diverso, ma alla fine provo la stessa sensazione di ieri, quando ero già felice e consapevole di aver vinto. Anche ieri avevo ripensato a tutta la stagione e al lavoro partito dall'inverno anche per mettere insieme il tutto. È stato un grande coronamento di quanto fatto”

È più bello questo titolo o quello conquistato nel 2013 con le ruote scoperte in F.Abarth?

“Non dico che mi era sembrato più facile, perché non è mai facile, ma quella volta l'avevo ottenuto con tre gare di anticipo (nel penultimo round a Misano prima dell'ultimo triplo weekend che anche in quel caso era a Monza, ndr). Questo della Carrera Cup Italia invece è stato sudato fino all'ultima gara, dove fino all'ultima curva non si sa mai quello che possa succedere. Però sono stato molto tranquillo tutto il weekend e questo è stato un fattore fondamentale.”

Perché?

“Il fatto di non aver perso la testa e di essere rimasto freddo e calmo è stato determinante. In gara 1 Drudi, che mi seguiva, aveva qualcosa in più e aver conquistato la pole position è stata metà dell'opera perché a Monza può essere facile superare, ma se quello davanti mantiene l'interno delle curve non è mai così scontato, quindi sapevo che l'importante era non dargli modo di avere l'occasione. Quella pole è arrivata soprattutto proprio per merito della calma, tanto che già nella PQ1 avevo piazzato un tempone. Perché la qualifica è stata pure una guerra di nervi e chi li ha tenuti più saldi l'ha vinta.”

C'è chi ti ha criticato per questa “calma” dopo i fatti del Mugello, quando non hai opposto grande resistenza a Gianmarco Quaresmini in gara 1 per evitare qualsiasi tipo di contatto e poi non hai mai rischiato fino in fondo quando in gara 2 ti sei trovato dietro a Pera, che aveva problemi ed era più lento.

“Cerco sempre di ragionare piuttosto che essere istintivo. In molti mi hanno detto che avrei dovuto ragionare di meno ed essere più aggressivo al Mugello, io invece sono convinto che quei 4 punti colti in gara 2 non li avrei portati a casa. E sono serviti molto!”

Ma saresti riuscito a superare Drudi a Monza?

“Se Pera non si fosse ritirato, sinceramente penso di sì. Il passo c'era. E sicuramente avrei fatto di tutto per superarlo, sarebbe stata la mia unica occasione per vincere. Tra l'altro sul bagnato Mattia non aveva provato con l'abs, mentre io potevo contare su quell'esperienza in più che magari nella staccata vincente mi avrebbe aiutato. Però quando ho visto che Riccardo si era ritirato, be', sapevo troppo bene che mi sarebbe bastato anche il secondo posto. Ho semplicemente amministrato fino alla fine. Un finale di gara eterno, praticamente!”

Raccontacelo.

“Gli ultimi giri non finivano mai. Cercavo sempre di fare tutto uguale, tutto pulito. Cercavo di non pensare a niente e alla fine è arrivato un titolo che aspettavo fin dallo scorso anno, sudatissimo, ma conquistarlo all'ultima gara è stata un'emozione molto forte, tanto che ho pure pianto.”

Ma poi avrai anche festeggiato...

“Già ieri abbiamo fatto una bella 'pizzata' a casa a Varese con famiglia e amici. Prossimamente faremo qualcosa di un po' più grande.”

Che cosa ti ha detto tuo padre, che è stato pilota anche lui, dopo il titolo?

“Mi ha chiesto se poteva abbracciarmi e basta! Perché mi abbracciavano tutti e mancava solo lui!”

Crescita “fisiologica” e di esperienza a parte, rispetto al 2016 che cosa hai avuto in più quest'anno?

“All'inizio dello scorso anno potevo avere il passo per conquistare il campionato, ma da metà stagione in poi ho patito un 'calo' o forse gli altri sono migliorati di più e non ho potuto lottare pienamente per quel titolo. Invece quest'anno è stato l'opposto, con miglioramento sia mio (in particolare con la piena comprensione del sistema abs, ndr) sia dell'assetto dell'auto dopo il test svolto a Imola in estate. Devo dare un grande merito e ringraziare la squadra, perché mi hanno supportato nelle sconfitte e nelle vittorie, la macchina era al top e mi hanno sempre ascoltato. E poi non abbiamo mai mollato, ci abbiamo creduto fino all'ultimo.”

In generale, com'è stata questa stagione vissuta al limite, soprattutto fra te e Pera?

“Sempre al limite, direi, infatti l'esplosione di gioia quando sono uscito dalla macchina è stata enorme, ma perché tutta la stagione è stata incredibile, con tantissima pressione e due ritiri che mi sono costati tanto. E quindi adesso sono finalmente libero!”

Sarebbe stato drammatico non conquistare questo titolo?

“Non saprei proprio che reazione avrei avuto se non avessi vinto io.”

C'è una gara che vorresti rifare?

“Il momento più difficile è stato gara 2 a Vallelunga (quella del contatto con Daniele Cazzaniga e conseguente ritiro, ndr). Quella la vorrei ricorrere. Avrebbe condizionato meno il mio campionato, perché lì ho perso punti importanti”.

Invece quella che più ti ha esaltato?

“O gara 1 di Monza oppure gara 1 a Imola al rientro dalla pausa estiva.”

Su un avversario competitivo come Pera che cosa vuoi dire?

“Ha fatto anche lui una grande stagione, però alla fine ho vinto io e quindi va bene così.”

L'anno prossimo?

“Ci lavoreremo.”

Ma hai qualche piano in testa?

“Per ora no, abbiamo l'inverno per lavorarci”

Magari restando nel mondo Porsche?

“Sicuramente la Supercup sarebbe l'opzione numero uno. Nel caso non si riesca, vedremo.”

Potresti anche ripensare al monomarca tricolore (in diversi piloti ci hanno costruito un'ottima carriera)?

“L'opzione di rimanere con la 911 GT3 Cup può essere valida, anche se non primaria e forse a questo punto in un campionato nazionale diverso (quest'anno si è già diviso con quello francese, ndr). Ma ci siamo concentrati molto per vincere questo titolo e solo ora inizieremo il lavoro vero e proprio per il 2018.”

 

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