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C'è la prima auto da corsa totalmente... riciclabile

La svizzera Aventor, disponibile nelle versioni da 30, 80 e 120 kW, usa un inedito bio-polimero recuperabile

L'automobilismo sportivo e la mentalità ecologista si spingono l'un l'altra verso traguardi sempre più ambiziosi. All'indomani del Salone Internazionale di Ginevra, continua infatti a destare impressione il progetto Aventor. Presentato dalla società svizzera Softcar, ci riferiamo a una singolare, ma vera, macchina da corsa nata con l'obiettivo di dimostrare come l'innovazione tecnologica nel settore automotive e il mondo delle corse possano incontrarsi su un terreno a bassissima impronta ecologica.

Si è infatti dimostrato che i veicoli – segnatamente, anche quelli da competizione - possono essere completamente... riciclabili. L'architettura in carbonio normalmente utilizzata è infatti sostituita da una struttura composita più avanzata e da una carrozzeria realizzata con un bio-polimero. Tutte le parti sono facilmente rimovibili e fabbricate con un unico materiale. Alla fine della loro vita, i particolari possono venire rimossi e schiacciati o fusi. I rifiuti diventano così una materia prima riutilizzabile per produrre elementi simili in un ciclo, se non infinito, certamente sostenibile.

L'azienda elvetica sostiene anche che è la prima volta, nella storia dell'automobilismo sportivo, che le gomme saranno riciclate dopo le gare. L'architettura del bio-polimero è simile alla struttura biologica dei mammiferi, con la struttura del telaio e la carrozzeria che sostituiscono lo scheletro e i muscoli. Più in generale, questa architettura corrisponde a una cosiddetta "economia circolare”, che descrive un settore economico in cui il flusso di materiale continua a transitare da un oggetto all'altro e a mantenere un'elevata qualità dopo il primo utilizzo, diventando un vettore circolare di comunicazione per le generazioni più giovani.

L'idea di una macchina da corsa ultra leggera e riciclabile al 100 per cento data al 2011, ma soltanto due anni dopo il team ha elaborato il primo prototipo. La decisione di sviluppare, produrre e commercializzare l'innovativo veicolo “ecologico” è stata presa all'inizio del 2014. Le prime gare sono state previste in Cina e in Svizzera e avverranno già nel corso di quest'anno.

Sono state utilizzate tecniche all'avanguardia per alleggerire la struttura e il sistema delle sospensioni. L'Aventor a tre ruote ha infatti una massa di 280 kg, mentre la versione a quattro pesa 350 chilogrammi. I mezzi con un singolo sedile o monoposto sono già in pronta consegna con 30 kW di potenza, mentre quelli capaci di sprigionare 80 e 120 kiloWatt saranno disponibile nell'agosto di quest'anno. La coppia motrice sulla ruota posteriore è di 406 Nm per la versione da 30 kiloWatt e 1.400 Nm per quella da 120 kW.

L'Aventor è essenzialmente concepita per i circuiti cittadini, analogamente al Campionato FIA di Formula E. Il centro di gravità del mezzo è costante, prendendo come riferimento il corpo del pilota. Il baricentro e la posizione di guida sono infatti molto vicini fra loro, il che garantisce una buona sicurezza e vivaci sensazioni a chi si trova a guidarla. I test effettuati a Lignières da Alexandre Mantovani e Rolf Biland, pluricampione del mondo Sidecar, hanno dimostrato che questi “razzi” elettrici hanno un comportamento vivace e un'impostazione di traiettoria eccezionale.

Sul piano della sicurezza, è bene precisare che il bio-polimero espanso impiegato assorbe tutta l'energia dell'impatto in caso di incidente. La struttura del telaio è dotata di due roll-bar e di una gabbia a doppia sicurezza in alluminio posizionati intorno al conduttore, tutti elementi progettati e dimensionati secondo le specifiche FIA per la Formula 3 in vigore nel 2013. Due ali laterali sono state integrate nella carrozzeria per assorbire gli urti laterali, prevenire il rischio che le macchine possano sovrapporsi in un contatto e proteggere il pilota al momento del crash.

Da un punto di vista dell'efficienza energica, la Aventor è fatta per recuperare energia in frenata (le tre ruote della vettura utilizzano il recupero energetico della sola gomma posteriore). Sulla linea di partenza, tutte le macchine hanno la stessa quantità di carica immagazzinata e sono progettate per funzionare in condizioni di gara per 20 minuti più un giro. Durante quest'ultimo passaggio, il pilota che ha gestito l'energia nel modo migliore ha più potenza rispetto agli avversari. L'ottimizzazione dell'efficienza nel controllo di motore, elettronica e trasmissione è stata dunque decisamente spinta all'estremo.

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