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Hayden: "Migliorare un passo alla volta"

La GP13 sarà un'evoluzione dell'antenata, quindi bisognerà lavorare con metodo per eliminare il sottosterzo

Hayden:
Mentre per Andrea Dovizioso quella di oggi era la prima da ducatista, Nicky Hayden essendo a Borgo Panigale da diversi anni è ormai di casa al Wrooom. Il pilota americano, infatti, è parso particolarmente a suo agio quando è salito sul palco del palazzetto dei congressi di Madonna di Campiglio per rispondere alle domande della stampa internazionale. L'americano ha esordito spiegando di essere stato in factory a vedere la moto nuova, che in realtà è un'evoluzione della precedente: "Sono stato a Borgo Panigale nei giorni scorsi ed ho avuto modo di vedere la moto. Devo dire che il termine "moto nuova" non è il più corretto, perchè la moto non è cambiata molto rispetto al passato. Dobbiamo lavorare per trovare la direzione giusta in cui lavorare. Essendoci poco tempo a disposizione non sarà facile per i nuovi arrivati, che comunque sono tutti molto motivati. E' chiaro che la sfida da affrontare è dura, ma è anche molto stimolante e sarà interessante vedere che obiettivi raggiungeremo". Qualche miglioramento si è già visto nei test di fine stagione: "Abbiamo fatto dei test a Valencia, dove abbiamo girato poco. Poi siamo stati a Jerez , dove abbiamo lavorato soprattutto sul telaio per prendere un linea di sviluppo anche in vista dei prossimi test. Abbiamo già anche delle buone idee per quanto riguarda la gestione del motore, che è un aspetto molto importante e che dobbiamo provare a rendere più "morbida". Sono tutti obiettivi difficili da raggiungere e lo sono maggiormente in MotoGp, dove il livello della competizione è elevatissimo. L'importante comunque è fare sempre dei piccoli passi in avanti, perchè pensare di poter recuperare magicamente 1" è impossibile". Per la sua squadra tecnica è stata scelta la stabilità, anche perchè Nicky è convinto di non essere stato messo in secondo piano negli ultimi due anni nel confronto con Valentino Rossi: "Anche quest'anno continuerò a lavorare con Juan Martinez e sono molto contento perchè non lo scambierei con nessun altro. Riguardando agli ultimi due anni, è chiaro che le cose si sarebbero potute fare anche in maniera differente, ma ho sempre sentito il supporto della Ducati. I ragazzi sono stati anche criticati molto per non aver dato a Valentino quello che gli chiedeva, ma io credo che sia andata anche oltre a quello che poteva e doveva per sviluppare la moto. Forse abbiamo addirittura provato troppe cose, proprio perchè volevamo tornare a vincere. La novità più importante è stata senza ombra di dubbio l'arrivo del telaio in alluminio, che è stato voluto fortemente da Rossi. Io e lui comunque volevamo le stesse cose, quindi non posso dire di essermi trovato in disaccordo con quanto richiesto da lui". Anzi, "Kentucky Kid" ci ha tenuto a precisare di avere un ottimo rapporto con Valentino, valutando poi gli aspetti positivi e negativi legati alla sua partenza: "Sono stato compagno di Valentino per diversi anni, prima alla Honda e poi alla Ducati e devo dire che non ho mai avuto problemi a rapportarmi con lui. Nei due anni qui sono riuscito anche a stargli davanti ogni tanto, quindi sono stato competitivo in pista nei suoi confronti. Certamente ci sono degli aspetti positivi nel fatto che non sia più qui, perchè magari saranno ascoltate maggiormente anche le mie idee, ma bisogna ammettere che ce ne potranno essere anche di negativi: sicuramente il suo arrivo aveva portato grandi motivazioni per tutti, inoltre quando lui parlava tutti lo ascoltavano. Se non fosse stato per lui forse non saremmo arrivati al telaio in alluminio così rapidamente. I suoi due anni in Ducati non sono andati come avrebbe sperato, ma la vita è così. Ora posso solo guardare al futuro e alla sfida che ci vedrà nuovamente avversari, visto il suo ritorno alla Yamaha". Essendo la GP13 un'evoluzione dell'antenata, Hayden crede che lo sviluppo debba ripartire dai dati raccolti in passato, anche perchè i problemi da eliminare sono sempre i soliti: "Non credo che dobbiamo cancellare le informazioni che abbiamo acquisito nel corso degli ultimi anni ed è importante basarci su ciò che è stato provato in passato. Ma è chiaro che con persone nuove ci sono idee nuove e questo è sicuramente un aspetto positivo. Il nostro obiettivo principale comunque deve essere quello di eliminare il sottosterzo: con il telaio in alluminio abbiamo già trovato più feeling con l'anteriore, ma facciamo ancora fatica a far girare la moto in curva e questo ovviamente porta problemi anche in uscita di curva, perchè manca un po' di trazione. E questo porta anche ad un eccessivo consumo delle gomme. Inoltre, come ho già detto, dobbiamo cercare di rendere il motore più dolce". Sul passaggio di consegne tra Filippo Preziosi e Berhard Gobmeier, lo statunitense sembra fiducioso su quello che potrà essere l'impatto del nuovo direttore generale di Ducati Corse: "Mi spiace che Filippo non ci sia più, ma ho già avuto modo di incontrare Gobmeier e mi sembra una persona molto intelligente. Inoltre mi ha illustrato alcune idee che potrebbero essere davvero interessanti. Dunque, credo che il futuro potrà essere promettente per noi". Nonostante l'infortunio rimediato un anno fa, Nicky ha confermato di essersi tornato ad allenare facendo Dirt Track: "Sappiamo che può capitare di infortunarsi in queste situazione, ma è un rischio che purtroppo dobbiamo correre. Non essendoci la possibilità di provare con una certa costanza le nostre MotoGp, a causa del contingentamento dei test, non possiamo fare altro che trovare altri modi per allenarci e trovo che il Dirt Track sia piuttosto adatto allo scopo. Per me ha funzionato bene in passato, perchè ti permette di utilizzare gli stessi muscoli e la stessa concentrazione della MotoGp, e quindi l'ho rifatto anche quest'anno". Inevitabile una battuta sul rinnovo con la Ducati. Nonostante i tempi piuttosto lunghi, è arrivato in maniera piuttosto naturale e con la voglia di andare avanti insieme di entrambe le parti: "Ogni anno ci sono molte storie, molte voci, ma dall'interno la situazione era più chiara. La Ducati ha parlato con altri piloti, ma anche io avevo parlato con altri team. In ogni caso quando abbiamo iniziato a parlare seriamente abbiamo trovato un accordo in maniera semplice, a cavallo tra il Mugello e Laguna Seca. Io volevo rimanere e, sapendo che Valentino voleva lasciare, anche per loro non sarebbe stato facile iniziare la stagione con quattro piloti nuovi. Io adoro questo team, mi sento a mio agio con le persone con cui lavoro ed ero molto curioso di vedere cosa sarebbe successo con l'arrivo dell'Audi: sappiamo che potrebbe volerci del tempo, ma hanno risorse ed idee importanti per aiutarci ad emergere". Quando poi gli è stato chiesto se Ben Spies può essere un pilota adatto alla Ducati, non si è voluto sbilanciare troppo: "Ho un ottimo rapporto con Ben. Ho corso insieme a suo fratello quando ero negli Stati Uniti. Non lo conosco benissimo, ma conosco tutta la sua storia. Per quanto riguarda il suo stile di guida, ogni volta che un nuovo pilota arriva in Ducati tutti si interrogano sulle sue possibilità di adattarsi alla moto. Credo che dovremmo solo aspettare e vedere: non ho informazioni a sufficienza per dare un giudizio in questo momento. In ogni caso, anche se viene da un anno difficile, sappiamo che è un pilota di grande talento e quindi sono contento che sia rimasto in MotoGp". Se Dovizioso ha parlato di progetto a lungo termine, Hayden avendo un solo anno di contratto sembra pensarla un po' diversamente: "Io ho un solo anno di contratto, quindi devo provare a dare il massimo fin da subito, non posso aspettare troppo. In ogni caso credo che questo sia normale: un pilota non va mai in pista dicendo: oggi me la prendo con calma, tanto c'è tempo. Ogni volta che si sale in moto si cerca sempre di dare il massimo, quindi è quello che farò anche quest'anno".

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