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Valentino Rossi, l'addio è in caduta libera

Nella sua ultima stagione da pilota di MotoGP, le prestazioni di Valentino Rossi sono crollate e le statistiche infatti sono di gran lunga le peggiori delle sue 26 stagioni nel Mondiale.

La caduta di Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Foto di: Dorna

Valentino Rossi ha annunciato lo scorso 5 agosto che si ritirerà dalla MotoGP alla fine di questa stagione. Il pesarese metterà quindi fine alla sua carriera dopo 26 stagioni nel Mondiale fatte soprattutto di luci, ma anche con alcune ombre. E in termini sportivi la maggior parte di queste sono arrivate proprio nell'ultimo anno.

Il "Dottore" ha iniziato a perdere colpi nella parte finale del 2019 e la Yamaha, in comune accordo con lui, ha deciso di mandarlo a correre in Petronas SRT nel 2021 per dare il suo posto nel team ufficiale a Fabio Quartararo. Una scelta che ha dato ragione alla Casa di Iwata, visto che il francese sta per riconsegnarle un titolo che le manca ormai dal 2015, l'ultimo vinto con Jorge Lorenzo.

Tornando a Rossi, il pilota di Tavullia era partito forte nel 2020. Nella seconda gara dell'anno, a Jerez, era salito sul podio (il suo ultimo ad oggi) e fino a metà campionato viaggiava nelle posizioni intorno alla top 5. A Barcellona, per esempio, è caduto mentre era in lotta per la vittoria.

Quell'incidente però ha segnato l'inizio del calvario che ha segnato la parte finale del campionato e dal quale non sembra essersi più ripreso. Valentino è caduto anche nella gara successiva, in Francia, al primo giro. Poi ha contratto il COVID-19 e quindi è stato costretto a saltare la doppietta di Aragon. Il #46 è riapparso a Valencia, dove è stato costretto al ritiro, e poi si è piazzato 12° nelle ultime due gare della stagione.

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L'avventura con i nuovi colori della Petronas era iniziata in maniera promettente. Nella gara di apertura della stagione 2021, in Qatar, aveva ottenuto un ottimo quarto tempo in qualifica, che al momento però rimane l'unico lampo. In 15 Gran Premi, ha centrato la Q2 solamente in cinque occasioni, ma in quattro è partito dalla 20° casella. In Gara poi ha ottenuto punti in meno della metà dei Gran Premi (7), con l'ottavo posto conquistato in Austria grazie all'arrivo della pioggia come miglior risultato.

Al di là della sua evidente perdita di velocità (è 21° in classifica, ultimo tra i piloti che hanno corso in tutta la stagione), un altro fattore conferma il declino del nove volte campione del mondo: il numero di incidenti. Se c'è una cosa che ha caratterizzato per più di due decenni il Rossi pilota era la sua capacità di non sbagliare. La sua arma rispetto agli avversarsi più giovani è stata quella costanza che gli ha permesso di piazzarsi quasi sempre sul podio a fine stagione.

Con l'ultima scivolata in occasione delle qualifiche del Gran Premio delle Americhe, Rossi è arrivato a sommarne nove, il dato più alto da quando è tornato alla Yamaha nel 2013. I numeri non ingannano: Rossi non è più né veloce né invulnerabile come una volta.

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