Valentino Rossi: "In Honda magari avrei battuto Agostini"
In concomitanza dei suoi 400 GP, il Dottore ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport dove ne ha ripercorso i più belli.
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Srinivasa Krishnan
Valentino Rossi questa domenica ha toccato i suoi 400 Gran Premi, un numero importante che sottolinea la longevità di un pilota che è ancora, a suo modo, sulla cresta dell'onda in MotoGP. Durante una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport il Dottore ha riprovato a ripercorrere la propria carriera.
Il pilota di Tavullia ha cercato di stilare una classifica dei suoi successi più belli: "Al primo posto non posso che mettere il primo sigillo in Yamaha in Sud Africa nel 2004. Quello è il giorno in cui il mito di Valentino Rossi è esploso. Avevo lasciato la Honda che era veramente superiore a tutte le altre, molto più di ora, e sono andato in Yamaha che era in difficoltà. A ripensarci sono stato davvero matto".
In quel momento storico il team di Iwata veniva da un anno senza vittorie e il Dottore seppe subito riportare la M1 al successo. Quando gli è stato chiesto se lo rifarebbe lui ha subito risposto: "Certo che lo rifarei, quella è stata la cosa più importante della mia carriera. Naturalmente qualche volta ho dei rimpianti perché mi dico: chissà quante ne avrei vinto in Honda se fossi rimasto altri 5 anni. Magari avrei battuto anche Agostini. In Yamaha comunque ne avrò anche vinte di meno, ma sono state le più belle".
Dopo quel momento di apice però, dal 2006 in poi, arriverà una flessione per Valentino, che egli stesso ammette: "Nel 2006 e nel 2007 non ho più vinto e di solito quando non si vince più è fatta. Dicevano che ero finito. Invece nel 2008 e nel 2009 ci sono state le altre mie due gare preferite. Tutti dicevano che Stoner era il nuovo Valentino Rossi, perché mi aveva battuto con la Ducati l'anno prima. A quel punto ho fatto un'altra scommessa, ho voluto le Bridgestone e a Laguna Seca c'è stata la resa dei conti, è lì che ho vinto il Mondiale".
Valentino Rossi and Casey Stoner
Photo by: Bridgestone Corporation
Poi Rossi ha proseguito: "Nel 2009 era Lorenzo il nuovo Valentino Rossi e a Barcellona c'è stata la resa dei conti con quel sorpasso all'ultima curva". Dopo quei giorni di gloria però per il #46 è arrivato il passaggio in Ducati con il momento più buio della sua carriera.
Lui però non pensava di essere arrivato alla fine e infatti, commentando quei giorni racconta: "Io ci credevo, ma nel 2013 avevo 33 anni e per molti dovevo già essere finito. In ginocchio sono riuscito a farmi riprendere dalla Yamaha perché non mi volevano dopo una separazione brusca. Sinceramente se non mi avessero ridato la M1 avrei smesso di correre. Jarvis è stato bravo, abbiamo ricominciato a parlare. Alla fine ce l'abbiamo fatta e la vittoria di Assen 2013 è uno dei momenti più importanti della mia carriera".
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