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Valentino: "La Yamaha non è reattiva a risolvere i nostri problemi"

Le M1 ufficiali hanno sofferto tanto anche oggi a Jerez. Il "Dottore" ha ridotto il distacco dai migliori, ma ha chiuso quinto. Secondo lui ad Iwata non si stanno dando abbastanza da fare sui problemi di elettronica e i mesi passano...

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Jack Miller, Pramac Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Andrea Dovizioso, Ducati Team, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

La gara chiave ha dato il suo verdetto: la Yamaha non è guarita. Se vogliamo proseguire con questo paragone medico, potremmo dire che la febbre non è più a 38, ma la situazione rimane sopra ai livelli di guardia. Valentino Rossi ha chiuso quinto il GP di Spagna e questo potrebbe essere incoraggiante, se non si tenesse conto però che sono stati ben tre i piloti che sono caduti davanti a lui nel finale.

"Alla fine fare quinto dopo un weekend così, nel quale abbiamo sofferto sempre tanto, non è neanche male, considerato anche che sono stato fortunato perché sono caduti in tre davanti. Il problema è che siamo contenti di un quinto posto che poteva essere un ottavo e questo dice molto della nostra condizione tecnica" ha detto sconsolato dopo la gara di Jerez.

Volendo guardare al bicchiere mezzo pieno, almeno a livello di distacco le cose sono andate meglio rispetto ad un anno fa: "Sono andato molto più forte dell'anno scorso, perché sono stato 30" più veloce, che è un'enormità. L'anno scorso ho preso 38" e oggi 8", però avrei fatto ottavo, quindi è chiaro che abbiamo bisogno di una mano per essere competitivi".

A questo punto ha chiamato in causa la Yamaha, chiedendole uno sforzo maggiore per uscire da questa situazione: "Stiamo soffrendo, ma io ho sempre cercato di parlare con la Yamaha e di dire cosa serve per migliorare, però purtroppo sta passando il tempo e non abbiamo risolto niente. Spero che ci sia più impegno nei prossimi mesi e che possiamo fare uno step senza che passi troppo tempo. C'è anche da dire che tra una pista e l'altra le condizioni cambiano, quindi speriamo nelle prossime di soffrire un po' meno".

E bisogna dire che non c'è andato troppo per il sottile per commentare le tempistiche di reazione della Casa di Iwata: "Più che arrabiato sono un po' frustrato, perché secondo me è molto chiaro quello che dobbiamo fare. La cosa peggiore è che non siamo abbastanza reattivi per risolvere i nostri problemi. Passano le settimane, passano le gare, passano i mesi. Non dico che dopo un anno abbiamo gli stessi problemi, perché la moto è migliorata rispetto all'anno scorso. Gli altri però hanno fatto probabilmente uno step più grande del nostro, quindi siamo un'altra volta ancora lì. Io sono convinto che abbiamo il potenziale per mettere a posto la moto, però bisogna che si faccia velocemente altrimenti passa un altro anno".

Quello che chiede il "Dottore" è un impegno più concreto e più tempestivo: "Io non penso che ci serva un cambio radicale, dobbiamo solo mettere a posto due o tre cose. Domani facciamo i test ed abbiamo un po' di cose da provare, ma non credo che siano quelle che ci servono. Per quelle ci vuole un po' più di tempo, ma secondo me se la Yamaha si impegnasse al 100% potrebbe essere la metà. Dopo ci parlerò gli ridirò quello che penso, che secondo me è piuttosto chiaro e spero che riusciremo a migliorare entro qualche mese".

Anche perché per lui è sempre molto chiaro che il problema è principalmente l'elettronica: "Per me non è una questione meccanica, è soprattutto di elettronica. Diciamo che siamo 25-75, ma quando lavoriamo sul 25% è come lavorare sulla punta dell'iceberg. E' un peccato perché per il resto la nostra moto è buona quest'anno. Ma spero che la Yamaha dia il 100% per risolvere questa situazione il prima possibile".

Anche oggi la M1 satellite di Zarco, che ormai è una moto piuttosto vecchia rispetto alla sua, è andata sul podio: "C'è comunque da dire che Zarco va forte. Con il suo stile di guida e la sua stazza riesce a far soffrire meno la gomma posteriore. In certe piste, come Valencia e Jerez, fa tanta differenza. Poi parliamo di un top rider. Però diciamo che le cose che abbiamo fatto dopo la moto di Zarco non sono andate benissimo. Questo vuol dire che l'evoluzione che abbiamo avuto negli anni a seguire non ha portato a niente di meglio, quindi dobbiamo cambiare qualcosa".

Infine, ha dato la sua opinione anche sul fatto del giorno, l'incidente tra le due Ducati e Dani Pedrosa: "In questi casi credo che sia sempre un concorso di colpa. Credo che sia un po' 50-50 tra Lorenzo e Pedrosa. Jorge è andato largo ed è tornato in linea senza guardare, anche se non poteva vedere Pedrosa. Dall'altra parte Dani ha pensato che ci fosse lo spazio, ma essendo appeso alla moto probabilmente non ha visto Lorenzo e quindi si sono toccati. Quando è così, se devono fare il CID, ognuno paga i propri danni".

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