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Intervista

Uccio: La nostra amicizia è stata un po' la fortuna mia e di Vale

Tutti conoscono il suo viso. Alessio Salucci - chiamato da tutti Uccio - è l'uomo dell'ombra, inseparabile, di Valentino Rossi.

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Toni Börner

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing shows off his special helmet design
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
VR46 MotoRanch
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Luca Marini, Athina Forward Racing, Kalex
Polesitter Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46
Polesitter Romano Fenati, Sky Racing Team VR46
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Romano Fenati, Sky Racing Team VR46
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Il vincitore della gara Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Il vincitore della gara Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Il vincitore della gara Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Niccolo Antonelli, Ongetta-Rivacold

Arrivato nel paddock assieme al suo amico d'infanzia, è presto diventato indispensabile, assumendo il ruolo di assistente e mantenendo nel frattempo il Dottore ancorato nelle sue radici mentre si stava costruendo una carriera fuori dalla norma. Vent'anni dopo il debutto mondiale di Rossi, Uccio è cresciuto ed è maturato parallelamente al suo amico e ha oggi diversificato i suoi numerosi compiti.

Lui che si descrive "un uomo racing" si occupa della direzione sportiva dello Sky racing Team VR46 e gestisce la VR46 Riders Academy. Due ruoli che vive in gruppo, accanto alle stelle nascenti italiane, e che vanno ben oltre l'atmosfera frenetica dei Gran Premi in quanto si iscrivono in un quotidiano che vive senza tregua al ritmo della moto.

Inesauribile su una vita ricca che assapora ad ogni istante, Alessio Salucci ha concesso un po' del suo tempo a Motorsport.com poco prima del Gran Premio di Catalogna, per evocare i vari aspetti di un lavoro spinto dalla passione.

Il tuo incontro con Valentino ha messo la tua vita su un certo binario. Cosa faresti oggi se non avessi avuto questa vita?
"Non ne ho idea! Mio padre aveva un'azienda di generi alimentari quando ero piccolo, lavoravo lì e magari avrei continuato. Sinceramente non lo so, intanto me lo chiedo anch'io. Però questa passione per le moto e l'amicizia con Vale mi hanno portato a fare questo lavoro qua e sono veramente un ragazzo fortunato. Quando io ero piccolo a casa mia non si guardava il calcio ma si guardavano le moto. In Italia era un po' strano, soprattutto trent'anni fa. Me lo hanno trasmesso mio padre e mia madre che già quando avevo quattro anni mi portavano alle gare, anche in Francia, in Ungheria... Dormivamo nella tenda e mi facevano vivere le gare. La mia famiglia mi ha fatto innamorare di questo sport, poi ho conosciuto Vale. Andavamo all'asilo assieme a quattro-cinque anni e anche lui era appassionato come me. Poi dopo Vale ha iniziato a correre ed è andata com'è andata".

C'è un momento in particolare in cui ti ricordi di aver capito che era non solo un buon pilota ma un campionissimo?
"All'epoca ero molto giovane, avevo quindici anni. Però quando siamo passati dal campionato europeo al campionato del mondo nell'96 e alla quarta gara, a Jerez, ha fatto quarto e si è giocato il podio lì ho capito che forse sarebbe stata la nostra vita, quella di correre in moto. Poi il primo mondiale subito a 18 anni. Da lì è partita la storia. Si era capito subito che era un pilota molto molto veloce. Facciamo questi discorsi qua, dobbiamo pensare che io avevo 15-16 anni, eravamo veramente piccoli. Se ci ripenso adesso mi fa molto strano. Penso a cosa abbiamo vissuto già da molto giovani ed è veramente una cosa molto emozionante".

Significa che se ritrovassi le stesse qualità in un ragazzo dell'Academy lo vedresti più in fretta perché hai l'esperienza?
"Ho quasi 40 anni, adesso è diverso. Là succedeva tutto in maniera molto veloce e non me ne rendevo più di tanto conto. Adesso invece, la vivrei in maniera diversa. Abbiamo già dei ragazzi molto giovani e in un paio di elementi rivedo un po' Vale quando eravamo piccoli. Anche nei loro assistenti mi rivedo io quando ero giovane e cerco di dargli dei consigli su come comportarsi con i piloti, quando dire delle cose e quando è meglio non dirle. Quest'Academy mi ha fatto tornare indietro con il tempo. Mi ha fatto tornare in mente delle cose che ho vissuto 20 anni fa che però non mi ricordavo più".

"Poi con Vale siamo prima di tutto amici. Un'amicizia forte ci lega da quando avevamo quattro anni. Secondo me, la nostra amicizia è stata anche un po' la nostra fortuna, un po' mia ma anche un po' sua. Io quello che dovevo dirgli l'ho sempre detto. Quando secondo me sbagliava in pista, quando affrontava un weekend in maniera che non mi piaceva, che era nervoso o poco concentrato, gliel'ho sempre detto. Penso che sia il nostro punto di forza a tutti e due. Avere una persona affianco che ti dice le cose come stanno fa anche bene a volte, soprattutto se uno è intelligente come lo è Vale".

A propositio di quello che è successo alla fine della stagione scorsa, gli hai dato un consiglio particolare?
"Gli ho detto: 'Questa cosa qua noi non ce la dimenticheremo mai'. Non è una cosa che fra un mese ti passa, secondo me è una cosa che ci porteremo dietro per tutta la vita. Allora a Vale gli ho detto che dovremo conviverci con questa cosa qua. Non dovremo aspettare di dimenticarcela, dobbiamo solamente cercare di conviverci, di lasciarla da una parte, in una zona del cervello piccola senza farla troppo grande. Dimenticare non ci dimentichiamo, però guardiamo avanti. Questo gli ho detto".

Ti risulta quindi che non lo digerirà mai?
"Secondo me no. Io no, ma conoscendolo penso neanche lui. Però adesso noi facciamo quello che dobbiamo fare per vincere le gare. Poi io sono convinto che nella vita tu raccogli quello che semini e Vale raccoglierà quello che ha seminato, cioè ancora dei successi secondo me".

Pensi che possa diventare campione quest'anno?
"Secondo me, abbiamo tutte le possibilità per farlo. Anche nelle piste che per noi erano un po' ostiche, come Austin, eravamo molto veloci, anche se in gara purtroppo è scivolato. Poi a Jerez, abbiamo vinto, a Le Mans da una gara molto in salita siamo riusciti a tirar fuori il secondo posto miracoloso con un ritmo gara più veloce di tutti. Al Mugello, andavamo veramente forte e poi si è rotto il motore. Secondo me, siamo molto veloci ed abbiamo raccolto poco per quanto andiamo forte. Però il campionato è ancora lungo e io Vale lo vedo molto concentrato, concentrato sull'obiettivo. Quando lui è così, sono "sereno" perché per me è un marziano!".

Ti risulta che il fatto di avere i ragazzi dell'Academy attorno a lui gli ha dato quella spinta in più di cui forse aveva bisogno alla sua età?
"Sì, lo tocco con le mani tutti i giorni, perché vedo nei suoi occhi la luce quando si allena con i ragazzini. Innanzittutto sono simpatici, molto positivi, ma in più sono anche molto veloci quindi Vale ha trovato dei degni avversari quando facciamo gli allenamenti in moto. Magari quattro-cinque anni fa non aveva degli avversari quando andava al Ranch o a Misano in pista. Adesso ne abbiamo undici e tre o quattro gli danno filo da torcere".

Chi lo batte più spesso ?
"Al Ranch, ci sono Baldassarri, Bulega, Morbidelli e Marini e a rotazione qualcuno lo batte ogni tanto. Però se dobbiamo fare la proporzione, sono 70% Vale e 30% gli altri divisi per quattro. E' ancora Vale quello che domina, però deve far un po' più di lingua lunga".

Secondo te, il fatto di avere un pilota molto giovane come Vinales nella squadra, l'anno prossimo, gli darà anche lì una spinta?
"Sicuro. Arriva un altro pilota molto molto forte e sicuramente bisognerà lottare per stare davanti perché ha 21 anni ed è un grandissimo talento. Però non dimentichiamoci che adesso abbiamo Lorenzo affianco che secondo me è uno dei piloti più forti degli ultimi 10 anni. Arriverà Maverick che sicuramente sarà uno veloce, però secondo me prima che lui arrivi al livello di Lorenzo forse un anno passa".

Che qualità ricerchi in un pilota? Cosa determina il fatto che prendi un pilota nell'Academy?
"La qualità è andare forte, avere coraggio, dare il gas presto. Un ragazzo giovane lo vedi subito quando è più maturo degli altri, come guida lo capisci subito. Poi cosa ricerchiamo ? L'educazione che ci teniamo tanto perché a me piace che siano dei ragazzi educati, rispettosi. Io segnalo qualcuno che a me piace a Vale, poi lui li viene a vedere. Più che altro, guardiamo lo stile di guida, la percorrenza che ha in curva e la frenata".

Come vedi il tuo futuro?
"Mi piacerebbe tanto che l'Academy continuasse e spero anche il team. L'Academy è un po' il mio gioellino, ci tengo tantissimo. Per il momento sono solo italiani però magari in un futuro mi piacerebbe prendre qualche pilota non italiano per far diventare l'Academy un po' più internazionale".

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