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Tecnica MotoGP: ecco i cucchiai di Aprilia e Yamaha che esasperano quello Ducati!

A Jerez si sono visti gli spoiler in carbonio di Aprila e Yamaha montati sulle forcelle posteriori. I tecnici delle due squadra hanno sviluppato concetti aerodinamici molto diversi per ottenere validi risultati sia quando la moto è in rettilineo, sia quando è in massima piega.

Aprilia Racing Team Gresini, dettaglio del cucchiaio

Foto di: Miquel Liso

A Jerez si sono moltiplicati i… cucchiai. Dopo lo spoiler che ha scatenato molte polemiche sulla Ducati Desmosedici che aveva debuttato e vinto nella gara di apertura stagionale in Qatar con Andrea Dovizioso, in Andalusia stiamo assistendo alla proliferazione delle appendici ancorate al forcellone posteriore.

Proprio alcune delle squadre che avevano presentato un reclamo contro la soluzione di Borgo Panigale, vale a dire Honda e Aprilia, e la Yamaha, che per prima aveva usato il cucchiaio nei test, sono scese in pista nelle prove libere del quarto appuntamento della MotoGP presentando la loro soluzione che è stata regolarmente omologata dal responsabile tecnico della Dorna, Danny Aldridge.

Ovviamente le diverse appendici hanno avuto l’ok a essere montate perché la funzione primaria per la quale sono state progettate è che sono dei convogliatori di flusso che orientano l’aria fresca sulla gomma posteriore, abbassandone la temperatura e, quindi, aumentandone la durata.

Ducati Desmosedici: ecco il cucchiaio montato a Jerez

Ducati Desmosedici: ecco il cucchiaio montato a Jerez

Photo by: Miquel Liso

Con una certa dose di faccia tosta i tecnici della Ducati sono stati capaci di argomentare questa teoria anche in sede di Tribunale d’Appello, spiegando che il cucchiaio è utile a preservare il pneumatico posteriore e che il carico aerodinamico generato era solo un trascurabile effetto secondario, quando tutti sono consapevoli che in galleria del vento era stata cercato un maggiore carico aerodinamico.

Ed è normale, quindi, che la proliferazione dei cucchiai sia avvenuta proprio a Jerez, su una pista guidata, dopo la temperatura dell’asfalto nella prima giornata di prove libere ha toccato punte di 48 gradi! Peccato che non tutti abbiano deciso di sfruttare lo spoiler e qualcuno, dopo un run in pista, abbia preferito accantonare momentaneamente la soluzione. 

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È evidente che il raffreddamento non c’entra niente (ad Aldridge si può anche spiegare che gli asini volano), perché tutti i Costruttori hanno cercato di sfruttare l’incremento della downforce per dare maggiore stabilità al retrotreno.

Non deve affatto stupire, quindi, che la trovata Ducati sia stata copiata e ciascuna Casa abbia interpretato l’idea dei due aerodinamici, Edoardo Lenoci e Alessandro Aquili, a modo proprio nel chiaro intento di generare una spinta verticale che riduca il saltellamento sull’asfalto della gomma posteriore, migliorando il grip e riducendo l’usura del pneumatico (abbassando, magari, come effetto secondario la temperatura del battistrada posteriore!).

Jack Miller, Pramac Racing, con la Ducati dotata del cucchiaio e della cover in carbonio sull'anteriore

Jack Miller, Pramac Racing, con la Ducati dotata del cucchiaio e della cover in carbonio sull'anteriore

Photo by: Gold and Goose / LAT Images

La Ducati ha proposto un cucchiaio triplano con la forma a delta: stretto in basso e più largo in alto, con dei soffiaggi utili a incrementare il carico senza sporcare troppo l’efficienza aerodinamica. I tecnici di Borgo Panigale, fra l’altro, usano sulla ruota anteriore una cover in carbonio che ha la funzione di laminare i flussi proprio in direzione dell’appendice posteriore, ripulendo (almeno in parte) le turbolenze negative che si creano dietro alla ruota anteriore.

Aprilia Racing Team Gresini, dettaglio del cucchiaio visto da soto

Aprilia Racing Team Gresini, dettaglio del cucchiaio visto da soto

Photo by: Miquel Liso

Aprilia Racing Team Gresini, dettaglio del cucchiaio che ha debuttato a Jerez

Aprilia Racing Team Gresini, dettaglio del cucchiaio che ha debuttato a Jerez

Photo by: Miquel Liso

Honda, Aprilia e Yamaha hanno interpretato il tema a modo loro. L’Aprilia, per esempio, vuole far funzionare l’appendice in diretta correlazione con la parte inferiore della carena che è stata leggermente prolungata: l’immagine che pubblichiamo mostra un bordo d’entrata del biplano che non è piatto, ma ha una pancia nella parte inferiore per definire il profilo principale, mentre il flap superiore (più largo e con una notevole incidenza ) resta più o meno coperto a seconda che la moto sia sul dritto o nella massima piega. Insomma a Noale si è cercato di spingere un po’ di più la ricerca facendo diventare lo spoiler un elemento più integrato al retrotreno per massimizzare i benefici di uno spoiler che segue i movimenti della forcella.

Yamaha Factory Racing, dettaglio del cucchiaio

Yamaha Factory Racing, dettaglio del cucchiaio

Photo by: Miquel Liso

Yamaha Factory Racing, dettaglio del cucchiaio convesso

Yamaha Factory Racing, dettaglio del cucchiaio convesso

Photo by: Miquel Liso

La Yamaha, invece, ha lavorato in un’altra direzione. Oltre a cercare la spinta verticale in rettilineo con la moto perfettamente verticale, i tecnici di Rossi e Vinales possono aver cercato una maggiore stabilità della M1 in piega: il cucchiaio triplano, infatti, è caratterizzato da un disegno quasi triangolare, con il bordo d’entrata quasi a punta che si estende sotto alla carena. E, visti da sotto, i tre elementi curvi sembrano originare una sorta di piccolo tubo Venturi che laminano il flusso sull’angolo di piega. Dopo che la Ducati ha aperto una nuova strada nella ricerca aerodinamica è curioso notare come ciascun Costruttore cerchi di trarre il massimo beneficio dalla funzione… secondaria!

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