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Taramasso: "Posteriori asimmetriche a Jerez, ma con un solo step di gap"

Il responsabile della Michelin spiega che rispetto ad altri tracciati quello andaluso non richiede grosse differenze tra il lato destro ed il lato sinistro. E il bilancio delle gare extraeuropee è assolutamente positivo per l'azienda francese.

Piero Taramasso, Manager Two-Wheel Michelin Motorsport

Foto di: Michelin Sport

Marc Marquez, Repsol Honda Team
Piero Taramasso, Manager Two-Wheel Michelin Motorsport
Valentino Rossi, Repsol Honda Team
Michelin tyre
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Camion Michelin
Xavier Simeon, Avintia Racing
Piero Taramasso, Manager Two-Wheel Michelin Motorsport
Cal Crutchlow, Team LCR
Piero Taramasso, Manager Two-Wheel Michelin Motorsport
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Tecnici Michelin
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Michelin tyre
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP al comando
Michelin tyres
Johann Zarco, Monster Yamaha Tech 3
Camion Michelin
Gomma Michelin, cambio di una ruota Honda

Le prime tre tappe della MotoGP 2018 hanno presentato delle condizioni complicate, tra gare in notturna, asfalti appena rifatti ed altri invece "raschiati", ma in casa Michelin sono molto soddisfatti per come sono andate le cose nel primo scorcio extraeuropeo della stagione, perché le gomme scelte per questi primi appuntamenti si sono comportate molto bene.

E' una cosa che ha voluto sottolineare Piero Taramasso, responsabile moto di Michelin Motorsport, a Motorsport.com alla vigilia del primo appuntamento europeo della stagione, quello di Jerez de la Frontera. Ed in particolare si è soffermato sul GP del Qatar, dove è stato possibile battere il record del tracciato di Losail, che resisteva ormai dal 2008.

"Siamo contenti di tornare in Europa, perché le prime tre gare dell'anno, in Qatar, Argentina e Texas sono le più difficili per noi, perché sono tutti circuiti su cui andiamo solamente per il weekend di gara, inoltre sono circuiti complicati a livello di sollecitazioni, temperature ed abrasività. Io sono contento perché in Qatar abbiamo battuto il record della pista, che nel 2008 era stato realizzato con gomme da qualifica e noi lo abbiamo realizzato con gomme da corsa. Anche se era già un record Michelin che aveva fatto Jorge Lorenzo" ha detto Taramasso.

Ma anche a Termas de Rio Hondo e ad Austin le cose sono andate bene, se si considera che l'asfalto era inedito per tutti in entrambi i casi: "In Argentina era stato riasfaltato più di un terzo del circuito e siamo andati bene in tutte le condizioni, sia sul misto che sull'asciutto. E ad Austin hanno funzionato tutte le mescole, anche con l'asfalto che era stato grattato. Le prime tre gare quindi sono andate molto bene, ora speriamo di continuare così".

A partire dal GP di Spagna si torna a lavorare in maniera più "normale", perché a differenza delle prime tre piste dell'anno, Jerez è un tracciato su cui la Michelin dispone già di parecchi dati, inoltre ha avuto modo di prendere le misure al nuovo asfalto in un test andato in scena lo scorso novembre.

"Per noi il fatto di tornare in Europa è tranquillizzante, perché sono tutti circuiti che conosciamo da parecchio tempo, sui quali abbiamo anche modo di fare dei test privati. Nel caso particolare di Jerez, parliamo di un tracciato che è stato riasfaltato l'anno scorso, ma sul quale abbiamo fatto dei test a novembre, quindi siamo abbastanza sereni perché abbiamo potuto provare in buone condizioni. Per questo siamo rimasti più o meno sulle tipologie di mescole che abbiamo utilizzato l'anno scorso, che funzionano bene anche sull'asfalto nuovo, che presenta più grip".

Per il tracciato andaluso le gomme saranno simmetriche sull'anteriore ed asimmetriche al posteriore (sia davanti che dietro nelle mescole soft, media ed hard), ma Taramasso ha spiegato che la differenza tra il lato destro, che è quello più duro, e quello sinistro è minima rispetto ad altri tracciati.

"Abbiamo scelto delle gomme più dure sul lato destro, che è quello un po' più sollecitato, anche se parliamo di una differenza piuttosto piccola. Diciamo che c'è solo uno step di differenza tra il lato destro ed il lato sinistro. Ci sono altre piste come Phillip Island, Sachsenring o Valencia sui quali invece si può arrivare anche a tre o quattro step di differenza tra un lato e l'altro della gomma. A Jerez sono molto vicine, anche se comunque abbiamo optato per una gomma asimmetrica e più 'a misura' della pista".

Nelle ultime due stagioni la gestione della gomma è stata uno degli aspetti chiave per ottenere un buon risultato a Jerez, ma ora che è stato rifatto l'asfalto in casa Michelin si aspettano che la situazione possa essere più "normale" questo fine settimana.

"Credo che ci sarà una situazione più normale, anche perché abbiamo accumulato più esperienza e quindi le soluzioni che portiamo sono più adatte alle diverse condizioni. In passato a volte è capitato che in alcune situazioni, per esempio, la gomma soft fosse troppo morbida e quindi potevano utilizzarla solamente alcuni piloti. Inoltre credo che in questi anni le moto si siano avvicinate molto: fino a qualche anno fa possiamo dire che avevi la Ducati ad un'estremità e le Honda ad un'altra, che facevano scelte di gomme davvero all'opposto. Ora invece sono molto più vicine. Ma lo stesso discorso vale anche per i piloti: per esempio, Danilo Petrucci era molto aggressivo sulle gomme, ma ora sta imparando ad essere molto più docile con la gestione del gas e può usare delle gomme più soft rispetto a prima".

Facendo un passo indietro al weekend di Austin, i piloti hanno criticato molto i lavori fatti sul fondo, che era stato raschiato invece che riasfaltato. Questo però non ha creato particolari problemi di usura alla Michelin, che però ha dovuto fare i conti con una mancanza cronica di grip.

"Noi ci aspettavamo che con l'asfalto raschiato ci potesse essere più usura rispetto al passato, ma non è stato così. Quello di cui abbiamo risentito è stata una mancanza di grip cronica nell'arco di tutto il weekend. Di solito si vede un chiaro miglioramento tra venerdì e domenica, invece ad Austin la mancanza di grip è rimasta costante per tutto il fine settimana, con le gomme di tutte le mescole. Però non abbiamo riscontrato problemi di usura o di temperature, quindi dal nostro punto di vista è andato tutto bene. Semplicemente, raschiando la pista hanno abbassato il livello del grip offerto dall'asfalto".

Durante il weekend in Texas, c'era anche chi si era lamentato, come Andrea Dovizioso, del fatto che le tre mescole fossero un po' troppo vicine tra loro a livello prestazionale. Secondo Taramasso però è stata una questione legata alla pista, perché tipica di quando c'è un asfalto nuovo.

"E' vero che ad Austin c'era poca differenza tra le tre mescole, si vedeva soprattutto sul giro secco, nel quale la soft offriva effettivamente un vantaggio in termini di grip. Poi è vero che tra una mescola e l'altra c'era poca differenza, ma credo che fosse una cosa legata soprattutto alle condizioni della pista. E' una cosa che accade sulle piste che hanno l'asfalto nuovo, quindi la situazione potrebbe essere simile a Jerez e a Barcellona. Quando viene rifatto l'asfalto, la tendenza è di vedere poca differenza tra le varie mescole di gomme. La riprova è che in gara sono state utilizzate praticamente tutte le mescole e non abbiamo visto una grande differenza. Forse la dura era quella che funzionava meglio, perché si era alzata la temperatura dell'asfalto, che era arrivata a 40 gradi, ma non c'era una grande differenza".

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