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Taramasso: "Nuova gomma anteriore nel 2021? Non è vero!"

Il responsabile della Michelin ha tracciato un bilancio della stagione 2020 della MotoGP per Motorsport.com e guardando al futuro ha smentito le voci secondo cui alcuni costruttori stavano facendo pressioni per anticipare l'arrivo della nuova gomma anteriore, ora previsto per il 2022.

Piero Taramasso, Michelin

Gold and Goose / Motorsport Images

La stagione 2020 della MotoGP è finita ed è tempo di bilanci anche in casa Michelin. Il campionato di quest'anno è stato condizionato da tanti fattori, su tutti la pandemia del COVID-19, che ha imposto un calendario molto compresso e gare disputate in momenti dell'anno non ottimali dal punto di vista climatico. Non bisogna dimenticare poi l'assenza del dominatore Marc Marquez, infortunatosi alla prima gara a Jerez.

Tra le novità però c'è stata anche l'inedita costruzione della gomma posteriore introdotta dall'azienda francese, che nella prima parte della stagione ha creato grattacapi un po' a tutte le squadre. Una volta prese le misure, in casa Suzuki sono stati i più bravi a sfruttarla, condudendo al titolo Joan Mir. Ma, in generale, i risultati sono stati incoraggianti per il responsabile Piero Taramasso, che per il 2021 si aspetta quindi una stagione con valori più definiti, pur senza perdere del tutto il fattore sorpresa.

"E' stata una stagione strana e difficile, visto il contesto sanitario. Abbiamo ricevuto la bozza del calendario abbastanza avanti nell'anno, con 14 gare concentrate nello spazio di cinque mesi. Le corse quindi erano molto ravvicinate e ci sono state anche delle doppiette sulla stessa pista. Dal punto di vista industriale e logistico, è stata già una grande sfida produrre le gomme e trasportarle sui circuiti, quindi esserci riusciti è una soddisfazione", ha detto Taramasso a Motorsport.com.

Il calendario racchiudeva diverse incognite a livello climatico, ma anche per la presenza di piste nuove come Portimao...
"E' stato un po' strano e Jerez è un esempio abbastanza chiaro: normalmente ci andiamo a maggio, invece quest'anno abbiamo corso a luglio, con delle temperature tra i 50 ed i 60 gradi sull'asfalto. Nonostante questo, le performance sono state buone, perché Jerez è uno dei circuiti su cui siamo riusciti a fare dei nuovi record".

Quali sono state le gare che vi hanno complicato di più la vita?
"Abbiamo avuto tante gare soddisfacenti, dove invece siamo rimasti un po' delusi è a Barcellona. Anche qui erano cambiate le date, da giugno ad ottobre, ed abbiamo trovato delle temperature davvero bassissime, che non ci aspettavamo. Solo la mescola soft funzionava a dovere, quindi c'è stata un po' di delusione perché non eravamo preparati per questo genere di temperature. Anche a Brno non è stata il massimo, ma lì il problema è stato la pista, che offriva pochissimo grip".

Immaginiamo che ce ne siano anche alcune di cui invece sarete particolarmente fieri...
"Una delle gare da cui siamo usciti molto soddisfatti è quella di Aragon, perché nel GP di Teruel abbiamo fatto il record sulla distanza di gara. E' un circuito su cui in passato abbiamo avuto delle difficoltà a centrare le mescole, invece quest'anno è andata bene. Ma siamo contenti anche di Portimao, una pista su cui abbiamo corso per la prima volta, ma sulla quale le prestazioni sono state subito buone, con diverse specifiche che funzionavano bene, nonostante si tratti di un tracciato piuttosto aggressivo per le gomme. Quindi siamo riusciti a chiudere una stagione complicata in bellezza".

In questo 2020 abbiamo visto dei valori altalenanti, che hanno portato ad avere ben nove vincitori in 14 GP. Come dobbiamo leggere questo dato?
"Il fatto che ci siano stati nove piloti diversi capaci di vincere delle corse, come era già successo nel 2016, è un punto di soddisfazione. Per noi non è stata una sorpresa, perché abbiamo cambiato la gomma posteriore, introducendone una con più grip. Questa cosa ha imposto un adattamento sia dei setting delle moto che dello stile di guida. All'inizio della stagione c'è stata qualche difficoltà a trovare la quadra da parte dei piloti. Ma dall'Austria in poi abbiamo visto che in Suzuki sono quelli che sono riusciti ad interpretare meglio questo pneumatico, sia a livello di bilanciamento che di stile di guida dei piloti. Per questo credo che abbiano vinto il Mondiale meritatamente. Inoltre, sul podio c'erano spesso moto di tre marchi differenti, quindi sembra che questa gomma alla fine si sia adattata bene ad ogni tipo di moto".

L'anno prossimo quindi è lecito aspettarsi dei valori più stabili nel corso del campionato?
"Con il passare delle gare la situazione si è stabilizzata, quindi credo che lo sarà ancora di più l'anno prossimo. Penso che con tutti i dati che hanno a disposizione le squadre, nel 2021 avremo almeno due o tre piloti che saranno costantemente davanti. La sperimentazione ormai è terminata, quindi partiranno da delle basi più concrete, che potranno tenere per tutta la stagione. Inoltre, se avremo un calendario normale, tornando a correre su tutte le piste con il clima abituale, ci sarà un ulteriore aiuto verso una stabilizzazione. Tuttavia, credo anche che continueremo a vedere molti piloti competitivi, con delle differenze di tempi veramente minime e magari 15 moto racchiuse in un secondo in qualifica. E questo potrebbe comunque creare qualche sorpresa, perché a volte possono bastare veramente tre decimi per cambiare di parecchio la posizione di un pilota. Magari meno, ma continueremo a vedere qualche sorpresa".

Con motori ed aerodinamica congelati per il 2021, pensi che i valori potranno addirittura essere più ravvicinati?
"E' possibile. Poi, essendo congelato lo sviluppo delle moto per quanto riguarda motori ed aerodinamica, anche noi abbiamo deciso di congelare i nostri prodotti e quindi riproporremo le stesse soluzioni anche il prossimo anno, sia all'anteriore che al posteriore. Cercheremo solo di adattare meglio le mescole in funzione del timing e delle temperature che troveremo sui vari circuiti. Però non sono previste evoluzioni, anche perché non abbiamo avuto modo di fare test nel 2020".

Per il 2021 era previsto il debutto di una nuova gomma anteriore. La vedremo in pista nel 2022?
"Se sarà possibile fare dei test nel 2021, vorremmo continuare a provarla. E' una gomma che garantisce più appoggio in staccata, ma anche in inserimento di curva, quando inizi a mettere la moto sull'angolo di piega. L'obiettivo è di continuare a svilupparla e fare dei test. Se alla fine del 2021 avremo abbastanza informazioni e i team saranno d'accordo, vorremmo introdurla nel 2022. Non è una necessità, ma se è possibile farlo per noi è interessante, perché siamo in MotoGP anche per portare avanti la nostra tecnologia e le nostre conoscenze".

Recentemente, si è vociferato che qualche costruttore stesse facendo pressione per anticiparne l'introduzione il prossimo anno. Cosa ci puoi dire in merito?
"Non è affatto vero. Nessuna Casa ci ha fatto pressione per anticipare questa nuova gomma anteriore. Anche io ho letto degli articoli che ne parlavano, e ho ricevuto telefonate da alcuni costruttori che erano preoccupati in questo senso, ma non è assolutamente vero, anche perché l'accordo con la Dorna ed i team è proprio quello di congelare le gomme per il prossimo anno, visto che lo saranno anche le moto. E' anche una cosa molto logica".

In questa stagione diversi piloti hanno lamentato in gara un problema relativo ad un innalzamento repentino della pressione della gomma anteriore. State prendendo delle precauzioni in questo senso per il 2021?
"Quello è un fenomeno che stiamo osservando molto da vicino. Sappiamo che è un problema che può succedere se la moto ha troppo carico sull'anteriore o se non riesce a raffreddare la gomma perché è molto vicina quella che la precede. Noi ci stiamo lavorando e anche i team si sono presi l'impegno di farlo. Al momento la soluzione credo che sia quella di lavorare sulle pressioni a freddo, assicurandosi che siano quelle giuste. Per riuscirci, bisogna lavorare parecchio in configurazione gara, quindi girare abbastanza con il serbatoio pieno e magari anche i copridischi se si ha l'intenzione di usarli, perché anche quelli possono generare più temperatura. Capire come e quanto può salire la pressione in condizione di gara è fondamentale. Comunque sia noi che le squadre siamo sensibilizzati su questo aspetto, quindi sarà una cosa che terremo d'occhio. Comunque se incontreremo delle condizioni climatiche più adeguate, non credo che sarà un problema".

Michelin ha sempre tenuto parecchio al discorso dei record. Nonostante tutte le difficoltà, anche quest'anno siete riusciti a batterne alcuni...
"Quest'anno abbiamo battuto dei record a Jerez, a Misano e ad Aragon. Questi sono stati tre weekend buoni per noi, ma poi ci sono almeno altre tre o quattro piste su cui non siamo riusciti a battere i precedenti primati per massimo un decimo. Ma tutto sommato, viste la situazione e le condizioni climatiche, possiamo essere soddisfatti anche così. Vorrà dire che avremo qualche record in più da provare a battere l'anno prossimo. Quelli che ci interessano di più comunque sono quelli della distanza di gara, perché sono quelli che dimostrano che la gomma non si degrada troppo e che i piloti possono attaccare dal primo all'ultimo giro, senza gestire troppo. Fare una gomma extra-soft, che dura un giro e poi si butta via, è facile e non ci interessa neanche per questioni di sostenibilità. Quello che è difficile, è fare una gomma che sia prestazionale per tutta la gara ed è quello che vogliamo fare noi".

Michelin è anche il fornitore unico della MotoE. Dopo i riscontri positivi del 2020, possiamo aspettarci delle novità nel 2021?
"Per la MotoE è stata una buona stagione. Abbiamo introdotto delle nuove mescole sia all'anteriore che al posteriore, realizzate con una percentuale maggiore di materiale riciclato, e le performance sono state migliori su tutte le piste rispetto all'anno scorso, così come il feeling dei piloti. L'obiettivo per il 2021 è di realizzare una gomma posteriore che utilizzi una percentuale ancora più alta di questo materiale rigenerato. Ci stiamo lavorando e se riusciremo a trovare qualcosa in questa direzione, ovviamente senza perdere performance, lo proporremo nei test che si dovrebbero fare a Jerez nel mese di marzo. La nostra azienda ha capito che la linea da seguire è quella della sostenibilità e la MotoE è il campo di ricerca ideale per farlo".

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