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Taramasso: "Gare d'attesa? E' una strategia dei piloti, non è legato al decadimento delle gomme"

Il responsabile della Michelin in MotoGP ha parlato a Motorsport.com delle scelte fatte per la gara di Termas de Rio Hondo, ma è stata anche l'occasione per entrare nell'argomento della gestione della gara, che secondo lui non è questione di gomma.

Piero Taramasso, Manager Two-Wheel Michelin Motorsport

Foto di: Michelin Sport

Da domani la MotoGP torna in pista a Termas de Rio Hondo per il GP d'Argentina, secondo appuntamento della stagione 2019. Motorsport.com ha fatto una chiacchierata con il responsabile della Michelin, Piero Taramasso, che ha fatto una panoramica delle scelte fatte per la trasferta sudamericana, con la novità di avere solo gomme simmetriche al posteriore, ma ha anche offerto una visione interessante della gara d'attesa a cui abbiamo assistito in Qatar.

Che tipo di scelte avete fatto in vista della gara di Termas de Rio Hondo?
"Le scelte sono simili a quelle dell'anno scorso, quando avevamo portato quattro specifiche sia per l'anteriore che per il posteriore, perché il circuito era stato riasfaltato per più della metà. Purtroppo le condizioni sono state miste, perché c'è stata pioggia e comunque la pista era sempre abbastanza umida, quindi abbiamo girato pochissimo sull'asciutto. Quest'anno comunque abbiamo deciso di portarne tre e sono sostanzialmente nello stesso centraggio dell'anno scorso. Forse al posteriore siamo un pelino più morbidi e quindi più aggressivi con la gomma soft. La novità è che tutte e tre le gomme posteriori saranno simmetriche, perché ci siamo resi contro che a Termas de Rio Hondo non c'è un vantaggio concreto con le asimmetriche. Ci sono nove curve a destra e cinque a sinistra, ma queste sono molto più impegnative e i piloti devono stare di più in piega, quindi alla fine del giro diciamo che si compensa lo sforzo su entrambi i lati della gomma. Comunque parliamo di una pista impegnativa, perché l'asfalto è rugoso e quindi sollecita molto la gomma, inoltre le temperature sono sempre piuttosto elevate".

Ci sarà qualche novità o bisognerà attendere le prime gare europee per vederne?
"Per le nuove mescole al posteriore bisognerà aspettare il ritorno in Europa, quindi la gara di Jerez. Qui in Argentina portiamo una nuova gomma anteriore, che abbiamo utilizzato nei test in Malesia. Si tratta di una gomma che dovrebbe offrire un po' più di grip, ma dovrebbe anche essere un po' più facile farla lavorare, quindi è un po' più 'accessibile' per un buon numero di piloti".

In Qatar abbiamo visto dei valori molto ravvicinati: pensi sia dovuto ai tre giorni di test fatti prima della gara di Losail o anche in Argentina la situazione sarà simile?
"Onestamente, io ho visto tutti molto vicini in entrambi i test e poi nella prima gara. Questo vuol dire che le moto rispetto all'anno scorso sono migliorate, ma si sono anche un po' livellate tra loro. Yamaha, Suzuki, Honda e Ducati le vedo molto vicine tra loro a livello di performance. Se qualcuno riuscirà a lavorare più velocemente, interpretando meglio la pista, le condizione e le gomme, magari potrà fare la differenza, ma io penso che li vedremo vicini. Quello di quest'anno sarà un campionato in cui vedremo parecchi piloti in lizza per il titolo".

Quella di Losail è stata una gara in cui i piloti hanno dovuto un po’ gestire, attaccando solo nel finale. In Argentina si ripeterà questo copione?
"Per me in tutte le gare si può spingere dall'inizio. Non è una questione di gomme, perché se qualcuno volesse impostare la gara per mettersi davanti e provare a tirare, potrebbe usare le mescole medie o dure e farlo. E' logico che se però tutti vanno su scelte aggressive come le soft o le extra-soft che avevamo in Qatar, sono obbligati a gestire la gomma. Ma non è solo una questione di gestione della gomma, perché i piloti devono controllare anche il consumo del carburante ed il comportamento della moto, che cambia molto con il serbatoio pieno o vuoto. Senza dimenticare l'aspetto fisico, quindi devono gestire un po' tutto. Per esempio, sono sicuro che se in Argentina dovessero trovarsi subito davanti Vinales o Lorenzo, loro non gestiranno troppo: se partono davanti, attaccheranno dall'inizio. E credo che sarebbe stata la stessa cosa anche in Qatar. Invece ci sono altri piloti che fanno strategie diverse. Non è una questione legata alle gomme, perché a Losail il consumo non era così importante alla fine della gara. Se fossero arrivati con le gomme finite, avrei anche potuto dire che le hanno gestite, ma non mi è sembrato questo il caso. Rins aveva provato a spingere quando era davanti, ma quando Dovizioso e Marquez lo hanno capito si sono messi davanti e lo hanno rallentato. Per questo dico che è una strategia dei piloti, ma non è legata al decadimento delle gomme. Quando è vero, per me non è un problema. Per esempio, l'anno scorso in Thailandia hanno corso praticamente tutti con la dura, ma quando sono arrivati mancava parecchia gomma sul battistrada, quindi hanno dovuto gestire. Per noi era il primo GP su quella pista ed abbiamo ammesso il problema, dicendo che quest'anno avremmo portato delle soluzioni differenti. Però mi dà fastidio quando ci puntano il dito contro, ma a livello tecnico non c'è riscontro. Anche perché, alla fine, le gomme sono fatte per lavorare e consumarsi".

A Losail Valentino aveva manifestato dei problemi di graining nelle giornate di venerdì e sabato. A cosa era dovuto?
"Venerdì ne ha avuto poco, diciamo una quantità normale considerando che stavano lavorando sull'assetto della moto. Il sabato ne ha avuto parecchio, soprattutto nella seconda sessione, e credo che i fattori siano due: il primo è che è partito con una gomma che aveva già qualche giro, una decina mi pare. Il secondo invece è che le condizioni erano peggiorate molto rispetto a venerdì, perché c'era un forte vento, quindi la temperatura era più bassa e c'era sabbia in pista. Se a questi fattori aggiungiamo un assetto che non era ancora perfetto, ecco che è venuto fuori parecchio graining rispetto agli altri piloti. Domenica invece ha risolto la situazione ed era contento, ci ha detto che l'anteriore è stata costante per tutta la gara. Ma erano migliori anche le condizioni climatiche e della pista. Anche in questo caso, dunque, direi che è una combinazione di diversi fattori".

Marquez invece aveva detto di non aver potuto usare la dura all’anteriore, che solitamente è la sua prima scelta. Era molto differente rispetto a quella dell’anno scorso?
"Sì, era abbastanza diversa. L'avevamo usata nei test di Sepang e, dai dati che abbiamo adesso, sembra che sia una gomma che lavora bene quando la temperatura dell'asfalto è alta, quindi superiore ai 25 gradi. In Qatar ci sono delle condizioni strane, perché nella FP1 e nella FP3 c'è molto caldo, quindi hai bisogno di una gomma che funzioni anche con le alte temperature, che è la dura. Solo che la corsa la fai alla sera, con temperature molto più basse, quindi è complicato riuscire a farla funzionare anche in quel range. Come filosofia comunque è diversa da quella che avevamo l'anno scorso e in quelle condizioni era più facile far funzionare la gomma media, che è quella scelta dalla maggior parte dei piloti per l'anteriore".

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