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Taramasso: "A Valencia le variabili sono il freddo e il meteo"

Dopo la favorevole trasferta di Portimao, l'azienda francese si è preparata per il round conclusivo della stagione portando delle mescole specifiche per le basse temperature, che sono le stesse utilizzate anche nel 2020. Ecco il punto della situazione del responsabile Piero Taramasso.

Piero Taramasso, Michelin

Piero Taramasso, Michelin

Gold and Goose / Motorsport Images

La stagione 2021 della MotoGP sta per andare in archivio. Il Circus delle due ruote arriva a Valencia con i verdetti ormai scritti: Fabio Quartararo è campione del mondo e la Ducati si è presa la corona dei Costruttori, ma il fine settimana del Ricardo Tormo avrà un valore storico e molto simbolico, perché sarà l'ultima gara della carriera di una leggenda vivente come Valentino Rossi.

Che ci siano titoli in ballo o meno, questo cambia poco per la Michelin, che comunque deve prepararsi ad affrontare al meglio ogni possibile scenario, dopo aver fatto un lavoro egregio in quel di Portimao lo scorso fine settimana. Il responsabile Piero Taramasso ha fatto il punto della situazione per Motorsport.com, partendo proprio da un'analisi del Gran Premio dell'Algarve, per arrivare poi a spiegare quali possono essere le insidie di questo ultimo round.

"Quello di Portimao è stato un weekend positivo per Michelin. Finalmente ne abbiamo avuto uno tutto sull'asciutto e questo ha un po' facilitato le cose, anche se c'è stata un po' per tutti una certa difficoltà a portare le gomme in temperatura", ha spiegato Taramasso a Motorsport.com.

Per quale motivo si è creata questa situazione?
"Questa cosa era dovuta a tre diversi fattori: il primo era la tipologia dell'asfalto, che ha un po' una mancanza di 'dentatura' ed è molto poco aggressivo nei confronti delle gomme. Dunque, ci volevano almeno due o tre giri per portarle nel range di temperatura ottimale. Il secondo è il vento, che è sempre stato freddo ed in alcuni momenti anche piuttosto forte. Il terzo invece la configurazione della pista, che ha molti saliscendi: nelle salite si scarica l'anteriore e nelle discese la posteriore. Anche questo non aiuta le gomme a lavorare nella temperatura ottimale. Comunque questa cosa ci è stata chiara fin dalla FP1, perché vedevamo che le pressioni e le temperature facevano fatica a salire. Questo però è stato compreso anche dalle squadre, che hanno lavorato per rendere le moto un pochino più morbide. Ma anche dai piloti, che sapevano che dovevano cercare di tenere le gomme il più possibile sotto sforzo".

In ogni caso le prestazioni sono state notevoli...
"La soft posteriore ci ha permesso di fare dei buoni tempi, perché Bagnaia ha migliorato ancora il record assoluto della pista in qualifica. In gara invece non c'è stata la possibilità di battere quello della distanza, perché la gara è stata interrotta al 23° giro con la bandiera rossa, ma ha resistito anche quello sul giro in gara, forse anche perché la maggior parte dei piloti ha montato la gomma dura al posteriore".

Al posteriore c'è anche chi ha scelto la media, come nel caso dei tre piloti che sono saliti sul podio...
"Sono due soluzioni che hanno funzionato bene per tutto il weekend ed erano le stesse specifiche che avevamo portato nella gara di aprile. La media garantiva una buona costanza ed un po' più di grip sull'angolo di piega. La dura invece non aveva decadimento fino alla fine praticamente, inoltre offriva più stabilità e quindi una trazione migliore in uscita dalle curve. Bagnaia ha fatto un weekend perfetto, perché è partito davanti e non ha fatto nessun errore. Forse la media gli ha dato anche un piccolo vantaggio nei primi giri, perché aveva quell'extra-grip che ha permesso di distanziare chi invece aveva la dura".

Relativamente al discorso del mandare in temperatura le gomme, non ti ha stupito che la maggior parte della griglia abbia scelto la dura al posteriore?
"No, perché bastava caricarla a dovere ed era in grado di generare un buon grip. E il vantaggio che dava in termini di stabilità non è da sottovalutare. Su una pista saliscendi e con tanti cambi di direzione avere un posteriore stabile ti può dare più confidenza e magari ti permette di aprire un po' prima il gas. Comunque quando l'abbiamo provata ha sempre funzionato bene, perché eravamo sempre intorno alla temperatura di crossover a cui potevano lavorare bene entrambe le specifiche".

L'unica specifica che non è stata utilizzata nel corso del weekend è l'anteriore dura...
"Esatto. La dura anteriore non è mai stata utilizzata nel corso del weekend, perché sarebbe stata troppo 'delicata' per quanto riguarda il lato sinistro. Credo che ci sarebbero voluti dai cinque ai dieci gradi in più di temperatura dell'asfalto per riuscire ad utilizzarla".

Una delle cose che mi ha stupito di più è stato vedere Alex Marquez così competitivo con la gomma dura al posteriore, visto che notoriamente la Honda ha problemi di grip al posteriore...
"Loro tendenzialmente vanno sempre uno step più morbidi rispetto agli altri, ma su questo circuito la loro moto si è comportata bene, perché fin dal primo giorno abbiamo visto tante Honda davanti. Quando la moto va bene, possono anche permettersi di fare altre scelte a livello di gomme. Ma quando non riescono a trovare del grip meccanico, allora sono costretti a ripiegare sulla soft. In questo caso però erano a posto e si è visto".

Questo fine settimana si chiude a Valencia: una grande classica che però racchiude sempre insidie importanti...
"Valencia è uno dei circuiti più impegnativi per noi. Essendo già novembre, fa abbastanza freddo, quindi le temperature non aiutano. Inoltre anche il circuito offre un livello di grip molto basso e anche questo complica le cose. Abbiamo comunque delle mescole che sono pensate appositamente per le basse temperature, perché sappiamo che a Valencia c'è questo problema tutti gli anni".

Che tipo di soluzioni avete preparato quindi per Valencia?
"Sono tutte gomme asimmetriche, sia all'anteriore che al posteriore, con una mescola più dura sul lato sinistro ed un po' più morbida su quello destro. E sono le stesse specifiche che avevamo portato l'anno scorso, quindi non ci sono novità".

Quali sono i punti più critici della pista?
"Le curve a destra, ed in particolare la 4, perché arriva dopo una lunga sequenza di curve a sinistra. Inoltre parliamo di curve tendenzialmente poco impegnative. Di contro, per quanto riguarda il lato sinistro, c'è la curva 13 che è molto lunga ed in accelerazione, quindi è particolarmente stressante per la gomma. In quel punto è facile vedere delle impennate delle temperature".

Un altro aspetto critico che contraddistingue Valencia è il meteo, perché la pioggia non è una cosa rara...
"Ho guardato le previsioni e fino ad un paio di giorni fa sembrava che ci potesse essere il rischio di pioggia, ma ora pare che sia slittato ad oltre il weekend. A Valencia comunque, essendo anche vicini al mare, non sei mai sicuro. Può essere freddo e umido, ma noi siamo pronti a tutto. In caso di pioggia abbiamo l'allocazione standard, con la mescola più dura sul lato destro per quanto riguarda il posteriore, mentre le anteriori rimangono simmetriche. E sono le uniche simmetriche che porteremo questo fine settimana. A Valencia comunque le variabili sono il freddo e il meteo".

La settimana prossima ci saranno due giorni di test collettivi a Jerez, che di fatto apriranno la stagione 2022. Avete già scelto l'allocazione anche per quelli?
"Dovremmo portare le stesse specifiche con cui hanno fatto la gara quest'anno, perché questo dovrebbe permettere alle squadra di fare il loro lavoro di sviluppo. Lato nostro invece dovremmo riproporre una posteriore che avevamo già provato sia nei test in Qatar che in quelli di Misano, che è quella pensata per migliorare il warm-up della gomma nei primi due o tre giri. Siccome dovrebbe fare più freddo, ci dovrebbe offrire dei dati più interessanti, visto che è pensato soprattutto per queste condizioni".

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