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Suppo: "La vittoria di Miller non cambia nulla"

Il direttore della HRC spiega che la vittoria dell'australiano comunque conferma il talento che ha portato la Honda a promuoverlo direttamente dalla Moto3 alla MotoGP.

Il vincitore della gara Jack Miller, Marc VDS Racing Honda

Gold and Goose / Motorsport Images

Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Podio: il vincitore Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Il vincitore della gara Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Il vincitore della gara Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Marc Marquez, Repsol Honda Team e Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda e Marc Marquez, Repsol Honda Team
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda e Marc Marquez, Repsol Honda Team
Winner Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Podio: il vincitore Jack Miller, Marc VDS Racing Honda

La vittoria di Jack Miller ad Assen ha rotto un'inerzia che pareva impossibile da fermare date le circostanze in cui vive oggi la MotoGP. Questa vittoria è la prima di una squadra satellite da quando Toni Elias vinse un decennio fa in Portogallo (2006), pure lui in sella ad una Honda, ma in questo caso della struttura di Fausto Gresini.

Dopo quella vittoria, ad ottenere dei successi per la casa Giapponese sono stati solamente i suoi piloti ufficiali, ovvero Dani Pedrosa (28), Marc Marquez (26), Casey Stoner (15), Nicky Hayden (3) ed Andrea Dovizioso (1).

Non c'è dubbio che il clima abbia giocato un ruolo importante nel successo dell'australiano ad Assen, ma allo stesso tempo ha mostrato il suo talento puro, che i vertici della Honda avevano già visto in lui due anni fa, quando correva in Moto3, ed ha portato ad una decisione che ha fatto molto discutere.

Miller ha fatto un salto mortale decidendo di salire direttamente in MotoGP bypassando la Moto2, qualcosa che era già stato fatto anche da qualche altro pilota australiano (Mick Doohan), ma che ora è molto più raro da vedere.

Fino al GP d'Olanda il ritorno degli investimenti della Honda era stato piuttosto povero, con il #43 che ha collezionato tante cadute e solo 25 punti in 25 gare nella classe regina. Questo naturalmente ha condizionato molto il ragazzo di Townsville, che con i suoi 21 anni è uno dei piloti più giovani in griglia.

Per finire, un incidente avvenuto mentre si allenava con una moto da cross gli ha procurato la frattura di tibia e perone nel pre-campionato, un infortunio che si è trascinato fino a poche settimane fa.

"Questo dovrebbe essere un punto di partenza, deve aumentare la fiducia di Jack a credere di più in se stesso e ad essere più calmo. Allo stesso tempo, quanto è successo non cambia nulla, perché l'anno prossimo avrebbe corso con una Honda in ogni caso. Questo progetto è basato su tre anni, quindi la vittoria non cambia nulla" ha detto Livio Suppo, direttore della HRC.

"Questo significa" ha aggiunto l'italiano, "che il talento che abbiamo visto è ancora lì. E' impossibile fare quello che ha fatto senza talento. In ogni caso, deve continuare a migliorare".

"L'anno scorso è stato un po' selvaggio, ma è cresciuto molto, perché ha capito che per correre in MotoGP deve lavorare, lavorare e lavorare. E ora si concentra molto di più" prosegue Suppo.

Come si può notare osservando il suo fisico, ultimamente ha fatto molti allenamenti di ciclismo insieme a Cal Crutchlow, che è un vero e proprio "animale" sui pedali. Questo gli ha permesso di trovare una maggiore robustezza e più resistenza. Il britannico, che ad Assen è caduto, è stato infatti il primo ad andare a congratularsi con Miller, con un abbraccio che è parso davvero sincero.

"Ho lavorato come un matto sulla mia condizione fisica per diventare un atleta. Qualche giorno fa era con Cal sull'isola di Man. In un fine settimana abbiamo fatto 500 chilometri. E' stato doloroso, ma ne è valsa la pena" ha raccontato "Jackass".

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