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Stoner domina in Qatar, la Honda... cambia marcia

La trasmissione "quick-shift" è un bel vantaggio, ma la Ducati l'ha chiesta alla Ferrari?

Quattro Honda nei primi cinque posti. Il Gp del Qatar ha confermato la supremazia invernale della RC212V. E Casey Stoner vince al debutto con la HRC. L'australiano ha voluto mandare alla squadra un messaggio molto chiaro: la prima guida del team è lui. Giusto per mettere in chiaro da subito quali dovranno essere le gerarchie in un campionato che si preannuncia molto interessante e, speriamo, combattuto. Casey ha firmato pole, vittoria e giro più veloce: il “canguro” ha voluto aprire il nuovo capitolo professionale con un successo perentorio, ma non ha avuto vita facile come, invece, l'analisi dei numeri potrebbe far credere. Alle spalle di Stoner, infatti, si è affacciato come un'ombra Jorge Lorenzo. Il campione del mondo in carica ha onorato il suo ruolo: con una M1, che sulla carta dovrebbe essere indiscutibilemente inferiore al poker di Honda ufficiali, ha agguantato un secondo posto che la dice lunga sulla determinazione dello spagnolo. È lecito domandarsi se si sia nascosto nell'inverno per alimentare il mito delle Honda invincibili e dare più lustro alla sua impresa. Jorge ha disputato una corsa maiuscola nella quale non si è risparmiato, rischiando più volte la caduta per restare agganciato alle posizioni da podio. Il perdente del Gp di apertura è Daniel Pedrosa. “Camomillo” si è arreso, ma con un onore. Ha alzato bandiera bianca con Stoner e anche con Lorenzo e si è accontentato di un terzo posto che non lo può certo soddisfare. Ha dovuto rinunciare alla battaglia per un improvviso problema al braccio, ma prima di accusare il guaio fisico ha messo sul tavolo le sue carte: si considera uno dei quattro assi della Moto Gp e ha sfidato cavallarescamente Stoner. Non vuole vestire i panni del gregario, dopo essere stato per anni il capitano della squadra. Non è disposto a farsi usurpare il ruolo, anche se è percepibile la sensazione che la HRC si stia plasmando intorno ai voleri di Stoner. La Honda dovrebbe sfruttare il momento di superiorità tecnica, ma Pedrosa, Dovizioso e Simoncelli non sono riusciti a mettersi alle spalle l'esuberante Lorenzo. Il ragionamento è semplice: se la RC212V è davvero la più competitiva del lotto, allora non si capisce perché tre piloti ufficiali su quattro siano finiti dietro al campione del mondo. L'occasione di Losail era propizia per guadagnare punti preziosi sulla Yamaha che, invece, torna a casa nella certezza di dover lavorare molto, ma nella consapevolezza che la stagione potrebbe anche non essere un monologo Honda. La pista del Qatar è sempre stata ostica per la Casa di Tokyo e il fatto che si sia vista un'inversione di tendenza, indica che i tecnici giapponesi hanno trovato qualcosa di molto interessante per fare un salto di qualità (non dimentichiamoci, però, l'eccellente fine stagione 2010 di Pedrosa). Gli ingegneri ex F.1 hanno portato in dote la trasmissione quick-shift che tanto fa discutere il paddock. Una soluzione tutt'altro che rivoluzionaria nelle quattro ruote (ormai viene adottata anche nelle vetture di serie di prestigio): pur rispettando il regolamento della Moto Gp che vieta la doppia frizione, è possibile azzerare quasi il tempo di cambiata, selezionando in contemporanea la marcia in uscita e quella in entrata. Qual è il vantaggio di Stoner e soci? Si parla di un paio di decimi al giro. Stupisce, quindi, che non ci abbiano pensato anche altri. In primo luogo la Ducati che può vantare un cordone ombelicale con la Ferrari. Il cambio quick-shift potrebbe aiutare Valentino ad avere una Desmosedici un po' meno brusca? Certamente sì. Il settimo posto del Dottore è ben poca cosa. Il piazzamento è severo quanto il distacco: Rossi lotta con la caparbietà di sempre, ma è parso chiaro da subito che non poteva reggere il passo del “trenino” che si era formato davanti. A Borgo Panigale dovranno lavorare duramente per risalire le posizioni che Vale si merita, tanto più che tutte le altre Ducati in pista sono scomparse nella notte del Qatar. La GP11 è un cavallo imbizzarrito che deve essere ancora domato. Magari la vicinanza di un Cavallino rampante potrebbe facilitare il compito, a patto che quella sponsorizzazione AMG sulla Ducati non sia stata vissuta a Maranello come un tradimento...

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