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Rossi: "Non correre non ci avrebbe riportato Dupasquier"

Valentino Rossi ha ottenuto il decimo posto al GP d'Italia al Mugello, miglior risultato della stagione. Ma anche nel suo caso l'attenzione si è spostata sulla morte di Dupasquier e sulla domanda: sarebbe stato più giusto non correre?

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Gold and Goose / Motorsport Images

Una buona partenza, vanificata da un contatto alla prima curva con Michele Pirro e Iker Lecuona. Poi una gara con i denti stretti, che lo ha portato a chiudere in decima posizione al GP d'Italia, la gara di casa, al Mugello, miglior risultato stagionale sino a ora. Questo è il riassunto della gara di Valentino Rossi, pilota del team SRT Petronas.

Il "Dottore", subito dopo la gara, ha raccontato i momenti buoni e quelli più difficili della sua gara al Mugello, sottolineando come il contatto alla San Donato gli abbia rovinato una gara che avrebbe potuto essere migliore.

"Non sono partito male ma sono rimasto chiuso a sandwich tra 2 moto e ho perso tantissimo. Sono riuscito a recuperare a fare qualche sorpasso, chiudendo decimo. Abbiamo portato a casa alcuni punti. Non è un risultato eccezionale, ma è comunque il miglior risultato della stagione e non è andata troppo male".

"Ho usato l'holeshot all'anteriore e alla partenza sono andato bene. Solo che poi sono rimasto incastrato tra Lecuona e Pirro e ho perso tempo. Ma l'holeshot è buono, è andato bene".

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Valentino Rossi è stato uno dei pochi piloti a vedere in diretta lo strano e inconsueto incidente avvenuto poco prima della partenza tra le Ducati di Enea Bastianini e Johann Zarco. Ecco il racconto del 9 volte iridato sull'accaduto.

"Ora tutti i piloti frenano molto forte prima di arrivare in griglia per mandare in temperatura i freni in carbonio e per preparare i sistemi di partenza. Tutto aprono il gas e frenano molto forte per quei motivi. Tutti i piloti pensano a loro stessi, fanno le loro procedure e qualche volta è pericoloso. I piloti dietro devono stare attenti. Ho visto Bastianini da un metro, perché ero molto vicino. Sono cose che sfortunatamente possono succedere".

Archiviati i fatti di gara, Rossi ha aperto una parentesi molto ampia sulla scomparsa di Jason Dupasquier e sugli avvenimenti successivi, partendo da come è riuscito a trovare la concentrazione per affrontare la gara, arrivando alla candida ammissione di aver preso in considerazione il fatto di non partire. 

"Sapevo già ieri sera che la situazione di Dupasquier era disperata. Ma un conto è sapere quello, un altro è sapere che è morto. E' stato difficile per tutti, per noi e per quelli più giovani. Ma dovevamo essere concentrati perché altrimenti avremmo potuto rappresentare un pericolo. Ho cercato di stare con il mio team, la mia fidanzata e miei amici per cercare di concentrarmi, ma onestamente è stato molto difficile".

"Quando succedono cose del genere ti chiedi se abbia senso correre e probabilmente non l'ha. Perché tutto va in secondo piano. Però lo ha anche se non corri, perché non cambia nulla, non riporta Jason da noi".

 

"Secondo me se al posto di Dupasquier ci fosse stato un pilota di MotoGP, si sarebbe corso lo stesso. Quando accadde l'incidente di Simoncelli ci fermammo, ma eravamo in gara. A Barcellona e a Misano, con due casi analoghi, continuammo a correre. Io non credo che ci sia discriminazione a seconda di chi succede. Forse sarebbe stato giusto non correre, ma cosa sarebbe cambiato? Ormai è successo. E' stata dura per tutti. Ti chiedi: 'Perché correre, che senso ha?'. Tutti avremmo voluto fare i bagagli e tornare a casa. Ma domenica saremo già a correre a Barcellona. Se mi avessero detto: 'Non si corre'. Sarei stato d'accordo e sarei tornato a casa".

Miguel Oliveira, poco dopo aver ottenuto il podio dopo un bel duello con Joan Mir, ha sottolineato come - a suo avviso - la Moto3 sia divenuta una categoria troppo pericolosa per le velocità alte che hanno raggiunto oggi le 125. 

"Le Moto3 vanno troppo forte? Forse sono troppe, perché stanno tutte in scia ed è anche molto pericoloso. Succede però anche in Moto2 e MotoGP. E' difficile risolvere questa cosa. Sicuramente andando più piano, anche in MotoGP, potrebbe essere meno pericoloso, però sinceramente non saprei come fare".

"Da una parte abbiamo fatto tanto per la sicurezza, ma si può fare di più e non è abbastanza. Abbiamo fatto tanto anche sui caschi, le tute, gli airbag. Il problema però derivano dagli incidenti come quelli di Simoncelli, Tomizawa, quello di Jason. Lì non si può fare niente. Quando ti trovi un pilota steso a terra davanti. E' davvero impossibile fare qualcosa per evitare un problema del genere. Forse non è possibile".

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

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Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

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