Rossi: "L'anno scorso non sono riuscito a vincere, ma mi sembrano dieci anni!"
Il pilota della Yamaha scherza sulla sua astinenza, che dura ormai dal GP d'Olanda del 2017, ma non nasconde che spera di tornare a vincere presto. Per farlo però serve trovare conferme della competitività della Yamaha su una pista dura come Jerez.
Foto di: motosport.com
La stagione 2019 è stata in crescendo fin qui per Valentino Rossi. In Qatar ha centrato un quinto posto dopo una grande rimonta, in Argentina è arrivato il primo podio e in Texas ha battagliato per la vittoria con Alex Rins fino all'ultima curva, chiudendo nuovamente secondo.
Risultati che lo fanno arrivare a 3 punti dal leader Andrea Dovizioso al primo vero scoglio della stagione, il GP di Spagna. Negli ultimi due anni, la gara di Jerez de la frontera è stata infatti quella che ha segnato l'inizio della crisi per la Yamaha. Dunque, è il banco di prova ideale per capire i reali progressi della M1. Anche se c'è da considerare pure l'incognita del nuovo manto d'asfalto steso su oltre il 50% del tracciato andaluso.
"La cosa più importante è fare più punti possibile domenica pomeriggio e vedere se i miglioramenti che abbiamo fatto nelle prime gare si vedono anche qua, perché questa è una delle piste più difficili, dove i problemi che abbiamo noi sono amplificati. Negli ultimi anni abbiamo fatto molta fatica, quindi bisogna cercare di lavorare bene e vedere se siamo competitivi. E' vero che c'è l'asfalto nuovo su più della metà della pista, quindi magari quello è un'altra incognita, perché potrebbe avere più grip e per noi potrebbe essere meglio. Però bisognerà vedere come lavorano le gomme" ha detto Valentino.
E la cosa curiosa è che la bestia nera sia proprio una delle piste su cui in passato invece aveva fatto anche grandi gare: "A me Jerez è sempre piaciuta e in passato ho fatto tante bellissime gare. Nel 2016 ho vinto, ma negli ultimi due anni è stata un bel po' problematica. Nel 2017 siamo arrivati qua ed ero in testa al Mondiale, quindi eravamo quasi sicuri di andare forte, invece da qui è iniziato il nostro calvario tecnico e di risultati. Vediamo domani come siamo messi e se le cose vanno un po' meglio".
Quando gli è stato fatto notare che nelle prime tre uscita stagionali hanno vinto Ducati, Honda e Suzuki, la sua replica è stata prontissima e la mente è tornata un po' al successo sfumato ad Austin: "Manca la Yamaha. Ma poi hanno vinto anche Dovizioso, Marquez e Rins e manco io più che altro. Mi è dispiaciuto tantissimo non riuscire a battere Rins ad Austin, perché era una buona occasione perché era caduto Marquez. L'importante però è essere lì e cercare di avere delle altre possibilità. Io è da molto che non vinco, perché l'anno scorso non ci sono riuscito, ma mi sembrano una decina d'anni. Quella sarebbe la cosa più bella da fare, ma bisogna vedere quando ci sarà l'occasione".
Dopo le prime tre gare, i primi quattro nel Mondiale sono racchiusi nello spazio di appena 9 punti, ma per il "Dottore" questo equilibrio dipenderà anche da come andrà Marc Marquez nelle prossime gare: "Mi piacerebbe moltissimo riuscire ad arrivare fino alla fine lì, perché anche l'anno scorso a metà stagione ero secondo in campionato, ma ero già staccato di più di 60 punti da Marquez. E' da vedere, perché comunque se Marc non fosse caduto ad Austin ne avrebbe già vinte due su tre ed avrebbe un buon vantaggio in campionato. Poi bisogna vedere anche quelli che hanno fatto fatica fino ad oggi come Vinales e Lorenzo, perché anche loro credo che ritorneranno nella lotta lì davanti. E' chiaro che dipende molto anche da quanto riusciremo ad essere competitivi noi".
In ogni caso, non crede che una caduta, per quanto su una delle sue piste preferite come Austin, possa destabilizzare il campione del mondo in carica: "Non so se una caduta può lasciare un segno su Marquez, però è successo, poi è interessante quello che ha detto, perché sembra che abbiano avuto un piccolo problema. Ma non credo che gli farà tanta differenza".
Infine, un dato statistico, con il traguardo dei 200 podi in carriera ormai vicinissimo, avendo toccato quota 198 in Texas: "Bisognerebbe riuscire ad arrivare a 200 il prima possibile. Da quando corro, salire sul podio è l'obiettivo con cui parto da casa: hai fatto una bella gara, sali sul podio a fare un po' di casino, bevi lo champagne. Quindi esserci riuscito 198 volte è buono, ma ora bisogna arrivare a 200".
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Subscribe and access Motorsport.com with your ad-blocker.
From Formula 1 to MotoGP we report straight from the paddock because we love our sport, just like you. In order to keep delivering our expert journalism, our website uses advertising. Still, we want to give you the opportunity to enjoy an ad-free and tracker-free website and to continue using your adblocker.
Top Comments