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Rossi: "I giapponesi sono d'accordo con quello che dico, ma non so se si tradurrà in più impegno"

In attesa di capire se a Motegi si confermeranno i progressi mostrati dalla Yamaha in Thailandia, Valentino ha parlato molto con i vertici della Casa di Iwata, cercando di provare a spronarli ad aumentare impegno e risorse a disposizione per lo sviluppo della M1.

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Andrea Dovizioso, Ducati Team
Luca Cadalora, Yamaha Factory Racing, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

La seconda gara asiatica della MotoGP sarà una sorta di prova del nove per Valentino Rossi e la Yamaha. Dopo la pausa estiva le M1 hanno avuto delle enormi difficoltà, ma una volta arrivate in Thailandia hanno improvvisamente ritrovato la competitività. Questo fine settimana a Motegi, dunque, sarà importante capire se si è trattato solo di un insieme di fattori esterni o se effettivamente c'è stato un passo avanti a Buriram.

"E' un weekend importante, perché questa è una pista più 'normale' e dove usiamo le gomme che abbiamo normalmente. E' un buon banco di prova, perché di solito è una pista abbastanza buona per la Yamaha. Vediamo se riusciremo ad essere competitivi come in Thailandia, perché i risultati che abbiamo fatto lì non ce li aspettavamo neanche noi" ha detto Valentino, parlando delle aspettative per il GP del Giappone.

Poi però ha anche sottolineato che è vero che in Thailandia la sua Yamaha era più competitiva, ma non abbastanza per provare a vincere: "In Thailandia siamo andati abbastanza bene, come altre volte quest'anno, però non è bastato per lottare per la vittoria. Sia io che Maverick siamo arrivati vicini, ma non eravamo realmente in lotta per vincere, perché Dovizioso e Marquez andavano più forte, specialmente alla fine".

Come detto più volte, serve uno sforzo da parte dei giapponesi per fare un salto di qualità. Ma anche le ultime chiacchierate non sono servite a capire se e quando accadrà.

"Abbiamo parlato tanto, soprattutto in Thailandia, dove c'erano anche i pezzi grossi della Yamaha, ma è sempre un po' difficile capire quando parli con i giapponesi. Loro sono sempre d'accordo con quello che dico e confermano le mie sensazioni. Anche in Thailandia è successo lo stesso, ma poi non lo sai mai se questo si tradurrà in più impegno e più lavoro o meno".

Guardando agli altri, Marc Marquez questo fine settimana si giocherà il primo match point iridato, arrivando in Giappone con 77 punti di vantaggio su Andrea Dovizioso. Al "Dottore", dunque, è stato chiesto se secondo lui lo spagnolo della Honda riuscirà a chiudere i conti o meno.

"Penso che Marquez proverà a chiuderlo, anche perché sarebbe importante vincerlo qui a casa della Honda. Però anche Dovizioso è molto veloce, quindi sarà sicuramente una bella lotta. Di solito cerchi di chiuderla il prima possibile, quindi immagino che l'obiettivo sia arrivare davanti a Dovizioso. Però cambia poco perché comunque sono loro due quelli che vanno forte, quindi sarà quasi una gara normale".

Informazioni aggiuntive di Jamie Klein

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